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NBA24 Preview – New York Knicks: quale futuro con Phil Jackson?

Dopo aver scelto di restare a New York, Anthony avrà ancora il compito di trascinare i Knicks (foto da: bleacherreport.com)
Dopo aver scelto di restare a New York, Anthony avrà ancora il compito di trascinare i Knicks (foto da: bleacherreport.com)

COME L’ABBIAMO LASCIATA – Dopo la positiva annata 2012-13, con l’approdo alle semifinali della Eastern Conference (battuti dai Pacers 4-2), ci si attendeva la conferma da parte della franchigia della Grande Mela. E invece, il 2013-14 dei Knicks è finito dritto tra le stagioni da dimenticare; un record di 37-45 che ha portato i blu-arancio appena al 9° posto ad Est, beffati da Atlanta nella volata per l’ultimo posto utile ai Play-Off. Tutto colpa di una prima metà di stagione disastrosa, a seguito della quale i Knicks si sono ritrovati nelle ultime posizioni della Eastern Conference; la nomina, a Marzo, di Phil Jackson, 11 Titoli NBA come coach dei Bulls e dei Lakers ed ex giocatore proprio dei Knicks, con i quali vinse l’anello nel ’73, a presidente, ha portato ad un’inversione di tendenza, comunque insufficiente per staccare il pass per la post season. Da ricordare anche alcuni rovesci umilianti, come il 73-114 interno subito per mano dei Celtics il 13 Dicembre 2013.

 

IL MERCATO ESTIVO – Inutile sottolineare come tutto è ruotato attorno alla scelta di Carmelo Anthony se lasciare o meno New York. Alla fine, quello che poteva rivelarsi come il colpo di grazia alle ambizioni (quali?) dei Knicks, si è risolto nel modo più scontato, ovvero con la permanenza dell’ex Nuggets, che ha preferito i 129 milioni in 5 anni offerti dalla sua attuale squadra, in luogo di altre destinazioni. Per il resto, il mercato di New York, a livello di roster, ha concesso davvero poco alla fantasia dei fans: da segnalare la trade con i Mavericks, che ha portato in Texas Tyson Chandler (ritorno per lui) e Raymond Felton, in luogo di Josè Calderon (soprattutto), Samuel Dalembert, Shane Larkin e Wayne Ellington, oltre a due scelte al 2° giro al Draft. Lo stesso Ellington, insieme a Jeremy Tyler, ha preso la via di Sacramento, rimpiazzati dal duo Acy-Outlaw; infine, tagliato Shannon Brown, è arrivato, come free-agent, Jason Smith, ex Pelicans. Per concludere, la mossa forse più intrigante attuata dai Knicks riguarda la panchina: licenziato Mike Woodson, il ruolo di allenatore è stato affidato ad un fedelissimo di Phil Jackson, ovvero Dereck Fisher, appena ritiratosi dall’attività agonistica e, di conseguenza, alla prima esperienza in panchina.

 

L’UOMO FRANCHIGIA – Ovviamente, questo ruolo può essere ricoperto solo da Carmelo Anthony. L’ormai classe ’84 da Syracuse, comincerà questa sua quarta annata completa ai Knicks con molte incognite. Dopo un 2013-14 da 27.4 punti di media e 8.1 rimbalzi, con alti (il suo nuovo career-high il 24 Gennaio 2014, 62 punti contro i Bobcats) e bassi, il 23 Giugno 2014 ha deciso di esercitare la clausola per uscire dal contratto con i Knicks, divenendo l’oggetto pregiato del mercato. Nonostante le offerte (Rockets, Mavericks, Lakers e Bulls), sicuramente più remunerative a livello di ambizioni, alla fine “Melo” ha scelto di restare a New York. Una decisione che potrebbe segnare definitivamente la carriera di un giocatore unanimemente riconosciuto tra i più forti della Lega, ma finora incapace di fare il salto di qualità decisivo.

 

A COSA PUNTARE – Sinceramente, riesce difficile pensare che i Knicks possano ambire a qualcosa di importante, che non sia un semplice piazzamento play-off negli ultimissimi posti della Eastern. Con le qualità da coach di Dereck Fisher tutte da scoprire, per poter far meglio della passata stagione, tutto deve andare al meglio per risollevare le sorti di quella che è, a tutti gli effetti, una nobile decaduta dell’NBA. A partire dalla vena di Anthony, ago della bilancia della squadra, così anche le prestazioni di JR Smith, atteso al riscatto dopo una stagione non all’altezza di quella che gli valse il titolo di Miglior Sesto Uomo dell’Anno (2012-13). Importante sarà anche l’apporto di Calderon in cabina di regia, come il recupero fisico dei lungodegenti Bargnani e Stoudemire. Riflettori puntati su Tim Hardaway Jr., ora Sophomore, una delle poche note liete della passata stagione, benché ancora molto altalenante come rendimento.

 

IL PRONOSTICO – Possibile un remake della passata stagione, con lotta fino alla fine per un posto nei Play Off. Per cui 8° posto nella Eastern Conference e Primo turno di Play Off.

 

ROSTER – #0 Shane Larkin (22, PM), #1 Amar’e Stoudemire (31, AG), #2 Langston Galloway (22, PM), #3 Jose Calderon (33, PM), #4 Quincy Acy (24, AG), #5 Tim Hardaway Jr. (22, G), #6 Travis Wear (24, AP), #7 Carmelo Anthony (30, AP), #8 J.R. Smith (29, G), #9 Pablo Prigioni (37, PM), #11 Samuel Dalembert (33, C), #14 Jason Smith (28, C), #17 Cleanthony Early (23, AP), #21 Iman Shumpert (24, G), #25 Travis Outlaw (30, AP), #26 Orlando Sanchez (26, AG), #28 Didier Ilunga-Mbenga (33, C), #43 Thanasis Antetokounmpo (22, AP), #45 Cole Aldrich (25, C), #77 Andrea Bargnani (28, C)

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Salvatore Malfitano Classe ’94, napoletano, studente di legge e giornalista. Collaboratore per Il Roma dal 2012 e per gianlucadimarzio.com, direttore di nba24.it e tuttobasket.net. Appassionato di calcio quanto di NBA. L'amore per il basket nasce e rimarrà sempre grazie a Paul Pierce. #StocktonToMalone