Il Barba investe i Clippers, Houston passa a LA! Cleveland bene a Orlando, OK Portland e Phoenix
HOUSTON ROCKETS @ LOS ANGELES CLIPPERS 100 – 98: la notizia del giorno arriva proprio da Figueroa Street, dallo Staples Center della città degli angeli. Dopo aver saltato 15 partite, torna in campo Blake Griffin dopo l’operazione al gomito. Arrivano a LA dei rivali di prima categoria per la lotta al miglior piazzamento nel selvaggio West: gli Houston Rockets (43-22). L’inizio di gara sembra mostrare come non sia successo praticamente nulla a Blake The Great che fin dai primi possessi attacca con la solita caparbietà e decisione. La risposta giallo-rossa ha un nome, un numero e una barba molto lunga. Barnes al secondo quarto perde già i nervi e dopo l’ennesima partenza bruciante che lo lascia sul posto decide di stenderlo senza pensare minimamente alla palla. Con le buone o con le cattive, Harden si dimostra ancora una volta letteralmente immarcabile! Il primo tempo si conclude sul punteggio di 58-50 Houston con il Barba già oltre quota 15 punti. La difesa dei Clippers scricchiola un po’ alla volta sempre di più, fino a concedere il +10 a 6′ dalla fine. Il +10 arriva e per giunta anche con fallo + reazione del rientrante Griffin su Corey Brewer. L’episodio scuote i Clippers che tornano sul -4 ma poi arriva lui che senza se e senza ma ti distrugge psicologicamente. Puoi difendere bene quanto vuoi, sai che prima o poi ti batterà e segnerà i due punti che ti taglieranno le gambe. E succede proprio questo: fa rimontare i Clippers, poi si carica la squadra sulle spalle e va, va a vincerla lui la partita. Non va esattamente così, perchè siamo a casa di CP3, è l’ultimo quarto e una sua zampata deve esserci. 6 punti consecutivi per rimettere la partita sui binari dell’equilibrio: 96 pari, 3:05 da giocare. Harden la vincerà comunque da solo ma arrivano punti pesanti anche da giocatori chiave come Jones. Dopo un finale convulso per una serie di scelte arbitrali molto discutibili, CP3 ha la palla per impattare a quota 100 ma il suo tiro non va dentro. Houston vince allo Staples 100-98.
HOUSTON ROCKETS (44-22): Ariza 19, Jones 16 + 12 RT, Motiejunas 9, Harden 34, Beverley 11, Terry, Smith 4, Brewer 7, Dorsey.
LOS ANGELES CLIPPERS (42-25): Barnes 19, Griffin 11 + 11 RT, Jordan 5 + 20 RT, Redick 15, Paul 23, Rivers 4, Hawes, Robinson 7, Davis 6m Jones, Hamilton 8.
CLEVELAND CAVALIERS @ ORLANDO MAGIC 123-108: la squadra più calda della Lega arriva in Florida per il primo match in uno dei paradisi terrestri più ambiti. All’Amway Center di Orlando, i Magic ospitano i Cavs di LeBron James, il quale ha discreti e brutti ricordi su questo parquet (dai 51 punti all’eliminazione ai PO). Con Love out, coach Blatt opta per i due centri insieme, ovvero sia Mozgov e Thompson. Assistiamo ad una partita di pallacanestro principalmente per un quarto solo, il primo, quando il parziale alla fine dei 12′ dice Orlando (26-28). Poi un merci che porta la scritta Cleveland Cavaliers e il parziale è abbondantemente ribaltato: 40 punti realizzato nella seconda frazione e l’inerzia completamente a favore. Dopo i 57 dell’AT&T Center, Kyrie Irving viene cercato molto dai compagni e lui non tradisce le aspettative: 33 punti in 34′ con 12/15 dal campo e 5/6 da 3 punti! Il terzo quarto viene dominato, ancora una volta, da Kyrie e la forbice tra le due squadra si allarga notevolmente. Poco prima della metà del quarto arriva uno spavento che tiene col fiato sospeso quasi tutto il mondo: un brutto movimento innaturale del ginocchio di James fa impallidire persino Perkins ma il Re si alza e guadagna la via della panchina. Dopo un piccolo trattamento, però, tornerà ad essere della partita. Lui stesso a fine partita ha dichiarato di aver temuto il peggio per un attimo. La partita prosegue e c’è sempre la doppia cifra di distacco tra le due squadre: James con 13 assist funge da facilitatore anche per JR Smith che ringrazia e realizza 6 triple. Nel quarto quarto lo svantaggio tocca per un attimo singola cifra ma poi arriva James che decide di vincerla e quando ha queste idee bellicose, non c’è essere umano che tenga.
CLEVELAND CAVALIERS (43-25): James 21 + 13 ASS, Thompson 4, Mozgov 8, Smith 25, Irving 33, Perkins 6, Shumpert 8, Jones 12, Dellavedova 6, Harris.
ORLANDO MAGIC (21-47): Harris 24, Dedmon 3, Vucevic 22 + 15 RT, Oladipo 25, Payton 13 + 10 ASS, Frye, Nicholson, Ridnour 15, Harkless 4, Gordon 2.
PORTLAND TRAILBLAZERS @ TORONTO RAPTORS 113 – 97: tutto pronto all’Air Canada Center per uno dei Big Match della notte. La partita scorre in maniera molto piacevole, con le squadre sempre a contatto. A ottime giocate di Lillard si alternano gli sprazzi di DeRozan, fino al duello tra il rientrante Valanciunas e LaMarcus Aldridge. Nel secondo quarto, però, Portland sfodera la sua arma più terrificante, ovvero sia il tiro dalla lunga distanza: prima Afflalo, poi Batum e subito dopo Blake per completare il parziale di 31-22 della seconda frazione di gioco. Il secondo tempo, invece, conosce un solo padrone: viene dal Texas, ha le mani da guardia, morbide come poche, ed è considerato l’erede di Tim Duncan. LaMarcus Aldridge gioca una seconda metà di gara celestiale, riuscendo a segnare contro qualsiasi difensore. Un’azione favolosa dei Trailblazers a metà terzo quarto porta la franchigia dell’Oregon sul +15! Toronto prova in tutti i modi a tornare in partita, soprattutto spingendo e forzando il contropiede con Kyle Lowry ma la macchina offensiva di Portland sembra non conoscere ostacoli. Dopo la lotta contro le mascot di Robin Lopez, solita nei timeout dei Trailblazers, è lo stesso centro a realizzare il canestro che chiude definitivamente i giochi. Toronto dimostra ancora di essere in crisi e non riesce a rialzarsi dopo i duri scivoloni di questo mese.
PORTLAND TRAILBLAZERS (44-20): Batum 10 + 12 ASS, Aldridge 24 + 10 RT, Lopez 11, Afflalo 14, Lillard 23, Kaman 6, McCollum 9, Blake 9, Leonard, Wright 7, Crabbe, Gee.
TORONTO RAPTORS (39-27): Ross 3, Johnson 10, Valanciunas 14, DeRozan 22, Lowry 10, Vasquez 10, Patterson 7, Williams 11, Hansbrough 8, Johnson 2, Fields, Stiemsma.
NEW YORK KNICKS @ PHOENIX SUNS 89 – 102: all’US Airways Center di Phoenix, Arizona, arrivano i New York Knicks del nostro Andrea Bargnani, sempre più al centro del nuovo attacco blu-arancio. Le brutte notizie per coach Fisher arrivano subito, perchè dopo qualche minuto si infortuna Tim Hardaway JR per via di una brutta caduta sul parquet. Non rientrerà più in campo. Nonostante tutto, i Knicks riescono a giocare una discreta pallacanestro, anche grazie a dei Suns fin troppo rinunciatari e distratti in difesa. La tripla in transizione di Shved cale addirittura il 29-18. Il vantaggio dura lo spazio di un mattino, perchè nei seguenti 3 quarti i Knicks, soprattutto offensivamente, scompaiono e Phoenix prende il sopravvento. Bledsoe su tutti è quello che dimostra di più come far male ai malcapitati difensori di NY: chiuderà quasi in tripla doppia con 11 assist, 9 rimbalzi e 21 punti. I gemelli Morris completano l’opera nel secondo tempo, imbarazzando quasi la difesa dei Knicks che purtroppo non riesce a contrastare le offensive dei padroni di casa. La partita del mago, Andrea Bargnani, è comunque buona sotto il punto di vista statistico, se non fosse per i rimbalzi: 36 minuti, 18 punti, 7/16 dal campo, 0/3 da 3, 4/5 ai liberi, 1 rimbalzo, 3 assist. Finisce 89-102 per i Suns che tengono vive le poche speranze di qualificazione alla post-season.
NEW YORK KNICKS (13-53): Thomas 14, Amundson 2, Bargnani 18, Shved 18, Galloway 7, Hardaway 4, Aldrich 4 + 10 RT, Early, Smith 7, Larkin 8, Wear 7.
PHOENIX SUNS (35-33): Morris 20, Morris 14, Wright 18 + 11 RT, Tucker 5, Bledsoe 21 + 11 ASS, Warren 6, Goodwin 7, Curry, Barron 6, Green 5.