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La "Yellow Wave" travolge anche i Clippers! Crolla Brooklyn con i Jazz, Orlando vince contro i Celtics di Datome

Curry la spiega a CP3, Draymond sinonimo di concretezza (bluemanhoop.com)
Curry la spiega a CP3, Draymond sinonimo di concretezza (bluemanhoop.com)

LOS ANGELES CLIPPERS @ GOLDEN STATE WARRIORS 98-106: siamo nella Baia più calda del mondo e non solo per la vicinanza all’equatore. A renderla tale ci pensa una squadra che sta entusiasmando la NBA con il suo gioco, con la sua mentalità e soprattutto con 2 fenomeni come Steph Curry e Klay Thompson. Stanotte alla Oracle Arena sono arrivati i Los Angeles Clippers, ancora privi di Griffin e per stanotte anche di Jamal Crawford ma con un CP3 più decisivo in termini di punti. Esordio anche per il neo arrivato Nate Robinson. Il duello tra Paul e Curry è tutto da gustare. La palla a due viene alzata nella solita baraonda e uno dei derby californiani decolla. Decolla soprattutto sul piano del punteggio perchè il primo quarto termina 28-29 GSW grazie ai primi lampi di gran gioco di Curry in visione e di Paul in penetrazione. Una piccola prima spallata arriva nel secondo periodo, quando la scossa emotiva la dà ancora una volta il #30 in maglia Warriors: finta senza fermare il palleggio e CP3 è letteralmente mandato al bar. La conclusione dell’azione la conoscete e la conosciamo già: solo nylon. Da quel momento in poi inizia la sfida più interessante della serata, ovvero sia quella tra le panchine. Entrambe finiranno la partita con un bottino non indifferente (GSW: 38 punti; LAC: 47 punti). Si va all’intervallo lungo con un vantaggio di 7 lunghezze per gli uomini di coach Kerr. A 8′ dalla fine del terzo periodo succede quello che probabilmente giustifica un biglietto, un abbonamento ai Warriors: Steph Curry, nel traffico, dietro la schiena, sotto le gambe, spalle a canestro, si gira in un secondo e lascia andare la solita piuma che sa già dove andarsi a depositare. La reazione di Steve Kerr è incredibilmente drammatica prima e incredula poi (troverete il video nella sezione dedicata e sul nostro canale Youtube). Saranno solo 12 alla fine i punti per Steph ma valeva la pena essere lì anche solo per quei 3! 18-30 nel terzo quarto da Warriors dei Warriors che, così, toccano il +19 quando suona la penultima sirena della gara. Intanto Thompson e Green continuano a scardinare la difesa Clippers, mentre il ruolo di J-Crossover lo prende il figliol prodigo, Austin Rivers, autore di 22 punti. L’ultimo quarto dei Clippers è all’arrembaggio ma il gap non riesce ad essere colmato. Finisce 98-106, arriva la 27esima vittoria di fila per Golden State e la 23esima sconfitta per i Clippers che ora sentono ancor di più il fiato sul collo dei Dallas Mavericks.

LOS ANGELES CLIPPERS (40-23): Barnes 9, Hawes 4, Jordan 6 + 14 RT, Redick 18, Paul 14 + 11 ASS, Rivers 22, Davis 8, Turkoglu 12, Robinson 5, Hamilton, Wilcox.

GOLDEN STATE WARRIORS (49-12): Barnes 10, Green 23, Bogut 2, Thompson 21, Curry 12, Iguodala 4, Barbosa 9, Speights, Lee 4, Livingston 21, Ezeli, Holiday.

 

Uno spento JJ contro un più che arzillo Gordon Hayward (yahoo.sport.com)
Uno spento JJ contro un più che arzillo Gordon Hayward (yahoo.sport.com)

UTAH JAZZ @ BROOKLYN NETS 95-88: il termine “caduta libera” è quello più appropriato al momento dei Brooklyn Nets, in pieno disfacimento societario e anche fisico. Al Barclays Center arrivano dei Jazz in un buono stato di forma e in netta ripresa dopo l’addio di Kanter. I Nets, pilotati da Deron Williams, dureranno un solo tempo, prima di crollare difensivamente sotto i colpi di una squadra non tanto famosa per la sua potenza e forza offensiva. E’ senza mezzi termini la serata di Gordon Hayward che già nel primo quarto lascia spazio alla sua fantasia e al suo immenso talento. Ma dopo i primi 12′ il tabellone dice Nets (21-24). Nel secondo periodo le seconde linee di Brooklyn toccano il +6 ma la circolazione di palla di coach Snyder fa sì che i tiratori dei Jazz prendano sempre la scelta migliore. Lo fa un caldissimo Dante Exum dalla lunga distanza (4/4 da 3 per lui), piazzando la tripla del -1. Il primo tempo si chiude con una sola lunghezza di vantaggio per i padroni di casa. Il vantaggio lo sigla ancora una volta Exum da 3 e la difesa Nets inizia pericolosamente a scricchiolare. Plumlee è l’unico che prova a dare intensità alle due manovre, offensive e difensive, ma la mano dei Jazz da 3 punti non trema stasera. La rimonta Nets porta la firma come sempre di Lopez e Jack. Il 10-2 di parziale viene completamente oscurato da 5 minuti celestiali di Gordon Hayward: prima la tripla dopo aver mandato al bar Joe Johnson, poi l’assist per Favors che 1:20 dalla fine regala il +10 ai Jazz! Finisce 95-88 per Utah che vince la seconda partita di fila e condanna i Nets alla terza L consecutiva. Male sia Johnson che Williams, completamente fuori dal gioco.

UTAH JAZZ (26-36): Hayward 24, Favors 22, Gobert 4 + 11 RT, Ingles 2, Exum 14, Burke 12, Millsap 6, Booker 8, Hood 3.
BROOKLYN NETS (25-36): Johnson 9, Young 19, Lopez 19 + 10 RT, Brown 3, Williams 6, Jack 7, Bogdanovic 11, Anderson 4, Plumlee 4, Jefferson 6.
Il migliore in campo è sempre lui: Victor Oladipo #5! (orlandomagicdaily.com)
Il migliore in campo è sempre lui: Victor Oladipo #5! (orlandomagicdaily.com)

BOSTON CELTICS @ ORLANDO MAGIC 98-103: match molto interessante quello tra Magic e Celtics, espressione in questo momento di due progetti giovani ma in crescita. L’ex di lusso è Brandon Bass che dalle prime battute vuole dare a questa partita un sapore particolare dopo le stagioni vissute in maglia Magic. Le sue due schiacciate iniziali valgono il 14-6 Celtics. L’attacco di Boston gira come deve nel primo quarto e la tripla di Smart, assistita da Bass, fa volare i bianco-verdi sul 28-14. Il quarto si chiuderà con 31 punti segnati e 17 subito per la squadra di coach Stevens. Il secondo quarto inizia con lo stesso motivo del primo: il 44.1% da 3 punti dei Celtics aiuta a far punti ed è il turno di Turner che piazza la tripla del nuovo +11. Oladipo prova a metterci una pezza e Orlando chiude il primo tempo sotto solo di 6 lunghezze. La gara, dunque, resta aperta. La partita cambia nel secondo tempo, perchè Victor Oladipo è meno timoroso e attacca il ferro con quella sfacciataggine che tanto gli si addice e che lo ha portato 2 notti fa al suo career high. La pareggia a quota 59 prima di superare in penetrazione i Celtics, anche nel punteggio. La rimonta è completata e l’inerzia è totalemnte dalla parte dei padroni di casa: la tripla del #5 in maglia Magic azzera o svantaggio Boston e regala un ultimo quarto in pieno equilibrio. Coach Stevens inserisce il nostro Gigi Datome non nel quarto quarto sul +/- 20 ma per la prima volta gli dà fiducia in un momento importante della gara. La risposta di Gigi è sensazionale: tolte un paio di sbavature difensive, la sua partita dura 9:33 a cavallo tra terzo e quarto quarto, giusto il tempo di realizzare 10 punti, con 4/5 dal campo, 2/2 da 3, 1 rimbalzo e ben 2 stoppate! Il quarto quarto è quello più vivace e Smart lo inizia sparando da 3 punti in maniera chirurgica, così come fa pochi attimi dopo sia Datome che Jerebko. La risposta, con la stessa moneta, porta la firma di Harris che regala a 2:34 dalla fine il +4 ai Magic! Il punto esclamativo sulla gara lo mette Harkless che scippa uno svogliato Thomas e inchioda la schiacciata che vale il +6 Orlando. Mancano 50” ma sul -7 non mollano i Celtics che con Smart rubano e cercano di segnare con Crowder, prima che Gordon con una stoppata assurda chiuda definitivamente i giochi!

BOSTON CELTICS (25-36): Crowder 7, Bass 19 + 17 RT, Zeller 6, Turner 10, Smart 16, Olynyk 2, Thomas 21, Jerebko 7, Young, Datome 10.
ORLANDO MAGIC (21-43): Harris 21, Frye 6, Dedmon 11 + 16 RT, Oladipo 22, Payton 19 + 10 ASS, Nicholson 6, O’Quinn , Gordon 2, Gordon 2, Harkless 14.

About The Author

Salvatore Malfitano Classe ’94, napoletano, studente di legge e giornalista. Collaboratore per Il Roma dal 2012 e per gianlucadimarzio.com, direttore di nba24.it e tuttobasket.net. Appassionato di calcio quanto di NBA. L'amore per il basket nasce e rimarrà sempre grazie a Paul Pierce. #StocktonToMalone