Golden State tra presente e futuro : contratti pesanti e rinnovi sognando il titolo
I Golden State Warriors stanno vivendo una stagione che va oltre qualsiasi più rosea aspettativa iniziale, la franchigia della baia guidata da coach Steve Kerr, alla sua prima esperienza su una panchina NBA, ha il secondo miglior record della lega: 48-12 (insegue quello di Atlanta con una partita di distacco), guida la Western Conference e praticamente qualsiasi classifica offensiva (punti per partita, assist per partita, percentuale dal campo e da 3). Una stagione di questo calibro però oltre a portare grande entusiasmo e positività intorno alla squadra, crea anche grosse aspettative con un aumento della pressione da parte di media e tifosi e una crescita dell’ego dei giocatori che genera inevitabilmente la volontà di guadagnare di più. Ad inizio stagione Klay Thompson è diventato mister 70 milioni firmando il nuovo contratto quadriennale con i Warriors valido dal prossimo anno, ma è stata solo il primo mattone per costruire la squadra del domani, la situazione, infatti, è più intricata di quello che si può pensare. Andando ad analizzare i contratti Warriors quelli più pesanti sono di Steph ? No, Klay ? No no …David Lee, e se la scorsa stagione poteva avere un senso quest’anno decisamente meno. L’ex Knicks infatti guadagnerà circa 15 milioni per questa e la prossima stagione (per fare un paragone Steph Curry ne guadagnerà 10 e 11) e considerando che, in uscita dalla panchina, Lee non è un fattore fondamentale per le idee di gioco di Steve Kerr si può pensare che in estate proveranno a scambiarlo. Per la stagione in corso invece la scelta del gm Bob Myers e di coach Kerr è stata quella di tenerlo perché per i Playoff uno con la sua esperienza e pericolosità offensiva può comunque essere importante seppure in regular season le cifre non sono da capogiro : 8,2 punti, 2 assist e 5,6 rimbalzi di media a partita. Per trovare il secondo stipendio più alto ad Oakland non bisogna muoversi da sotto canestro, Andrew Bogut infatti guadagnerà tra questa e la stagione 2016/2017 36 milioni di dollari spalmati durante questi 3 anni. Sull’australiano il discorso è un po’ più particolare, anche nel suo caso le cifre non sono esaltanti (6,4 punti, 2,6 assist, 8,1 rimbalzi per partita) ma il suo approccio mentale, fisico e le sue abilità difensive sono imprescindibili per dei Warriors con ambizioni da titolo, l’unico grande punto interrogativo che riguarda il centro australiano sono le condizioni fisiche in cui arriverà ad aprile, maggio e eventualmente a giugno poiché è giocatore solito ad infortuni, non un dettaglio. Se da una parte ci sono giocatori con stipendi elevati, a cui ci si potrebbe aggiungere anche Iguodala che guadagnerà circa 12 milioni l’anno fino al 2017, dall’ altra ci sono giocatori in netta crescita che andranno a batter cassa nel futuro immediato come Barnes (3 milioni l’anno fino al 2016) e Draymond Green il cui contratto è in scadenza e che nella stagione in corso non arriverà a guadagnare neppure un milione e a tutto ciò bisogna aggiungere il nuovo contratto televisivo in arrivo per la stagione 2016/2017 che alzerà, e non di poco, il contratto medio NBA.
Al di là di stipendi, prolungamenti, spazio salariale questa stagione è senza dubbio un’occasione per gli Splash Brothers e compagnia per portare a casa l’anello e il primo passo dovrà essere quello di provare a conquistare il primo posto ad Ovest e magari con il miglior record della lega poiché andare a vincere partite di Playoff alla Oracle Arena con Steph che infiamma il pubblico ad ogni giocata non sarà un’impresa semplice. Non sarà un’impresa facile però neppure per Golden State centrare il primo posto, dando un’occhiata al calendario che dovranno affrontare in queste ultime 22 partite di regular season, ci si rende conto che sarà tutt’altro che una passeggiata, in queste infatti dovranno giocare 2 volte contro i Clippers, Phoenix, Denver, Portland e Memphis più Atlanta, New Orleans, Washington, Dallas, Milwaukee e San Antonio non in quest’ordine.
Prima di pensare a chi va, chi rimane e chi prolunga dunque c’è un finale di regular season con Playoff che si avvicinano e nella piscina di squali che è la Western Conference il raggiungimento della prima piazza in ottica potrebbe voler dire (paradosso dei paradossi e beffa delle beffe) una serie al meglio delle 7 partite tra la banda di Kerr e gli Oklahoma City Thunder del MVP uscente Kevin Durant e di un candidato MVP in questa stagione come Russell Westbrook …mettiamoci comodi.
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