Silver contro le richeste di trade dei giocatori: "Corrosive per il sistema". KD e Irving: "Dov'è il problema?"
L’ultima trade deadline, come sappiamo, è stata caratterizzata dalle trade di Kyrie Irving e Kevin Durant i quali, salutando i Brooklyn Nets, si sono accasati rispettivamente ai Dallas Mavericks e ai Phoenix Suns, ridisegnando i rapporti di forza della Lega, in particolare nella Western Conference. A proposito delle richieste di trade da parte dei giocatori, si è espresso il Commissioner della NBA, Adam Silver, nella consueta conferenza stampa che precede l’All-Star Game.
“La nostra volontà è che le franchigie possano essere in una posizione che consenta una gestione intelligente, sia in termini di rebuilding che di smart moves; o quantomeno che franchigie e giocatori possano lavorare per risolvere le loro criticità” – a spiegato Silver a Salt Lake City – “Bisogna trovare il giusto equilibrio. Da un lato si vuole che i giocatori onorino i propri contratti il più possibile; dall’altro è positivo che ci sia una certa quantità di movimento dei giocatori“.
L’affondo del Commissioner è rivolto in particolar modo alle richieste pubbliche di trade da parte dei giocatori: “Nel contratto collettivo vigente sono presenti norme contrarie alla possibilità di richiesta di scambio da parte dei giocatori. È corrosiva per il sistema. A lungo i giocatori l’hanno fatto dietro le quinte. Io sono fortemente contrario a ogni esternazione del genere fatta in pubblico. Un certo numero di accordi va bene, ma deve esserci condivisione tra le parti in causa“.
Non si è fatta attendere la replica (piccata) proprio dei due simboli degli ultimi movimenti di mercato. “Io non credo che ciò sia un male per la Lega. Le notizie sulle trade, in particolare quella che ha coinvolto me e Kyrie, hanno portato maggiore attenzione, più interazioni da parte del pubblico. E questo, l’avere di più i riflettori puntati addosso, è quello che porta maggiormente denaro. Ad essere onesto credo sia fantastico per la NBA” – ha spiegato Kevin Durant – “Ripeto, non penso sia una cosa negativa. Le squadre si scambiano giocatori e fanno acquisizioni da tanto tempo. Il come un giocatore possa dettare la destinazione più gradita, andandosene con la free agency oppure chiedendo uno scambio, credo che ora faccia parte del gioco“.
Più diretto Kyrie Irving: “Non è un discorso giusto, perché mai nessuno potrebbe chiedere una trade? Da quando è diventato criticabile il prendere le migliori decisioni possibili per te stesso, per la tua felicità e per la tua tranquillità? Questa è la mia domanda. Non puoi andare d’accordo con tutti i tuoi datori di lavoro, perciò se hai la possibilità di andare via e lo fai legalmente, non capisco dove sia il problema. Speculazioni e narrativa sono ciò che fanno sembrare questa professione un po’ più importante di quanto non sia in realtà. Parliamo della mia vita, non è solo un sogno su cui tutti possono spettegolare. Quando lavori duro come me o come qualunque altro in una professione specifica, sono convinto che tu debba avere la libertà di andare dove sei voluto, celebrato e dove ti senti a tuo agio“.