Caso Green-Poole, Durant: "Situazione completamente diversa dalle mie litigate con Draymond"
Com’è ovvio che sia, il caso Green-Poole infiamma ancora il dibattito nel mondo NBA. Per i pochi che ancora ne fossero all’oscuro, nel corso di una partita di allenamento nel training center dei Golden State Warriors lo scorso 6 ottobre, Draymond Green, al culmine di un alterco verbale con Jordan Poole, ha colpito il compagno di squadra con un pugno in volto, per poi venir separati. Nonostante in tanti chiedessero una sanzione esemplare per l’Orso Ballerino, auspicando anche un intervento diretto della NBA, gli Warriors hanno deciso di sanzionare solo economicamente il giocatore, anche e soprattutto per non fargli perdere la cerimonia di consegna degli anelli, prevista al Chase Center in occasione dell’opening night 2022 contro i Los Angeles Lakers, in programma il prossimo 18 ottobre.
Al riguardo, è stato chiesto un parere anche a Kevin Durant il quale, nel corso del suo triennio nella Baia, ebbe non poche frizioni con il #23. “Non è assolutamente la stessa situazione, perché in questo caso Poole ha ricevuto un pugno in faccia” – specifica subito KD – “Qualcuno ha detto che sono situazioni che si verificano spesso in NBA. Beh, io non ho mai assistito a scene del genere. Discorso completamente diverso per la litigata di qualche anno fa tra me e Draymond, perché quelle sono cose che succedono continuamente in campo. E si affrontano più facilmente; una rissa del genere, invece, non so proprio come vada affrontata“.
La stella dei Brooklyn Nets, però, è anche convinto che un gruppo come quello degli Warriors abbia tutte le qualità per superare un momento così critico: “Lo slogan della squadra, ‘Strenght in Numbers’, è il loro aspetto migliore, ha sempre rappresentato uno sforzo collaborativo di tutti. Non credo proprio che il solo Steph stia provando a sistemare la situazione. Di certo anche Iguodala lo sta aiutando, così anche Kevon Looney, Bob Myers, Klay Thompson e Shaun Livingston. Una cosa di questo rilievo non la si affronta da soli e tutti gli Warriors lo sanno bene. So per certo che in quel gruppo tutti daranno una mano. E per questo motivo quanto successo non distoglierà Golden State dall’obiettivo, confermarsi campioni NBA“.