Ben Simmons sfida ancora i Sixers: rivuole i quasi 20 milioni di dollari trattenuti dalla sua ex squadra
Non è ancora finita tra Ben Simmons e i Philadelphia 76ers. Il rapporto a dir poco burrascoso tra l’australiano e la franchigia della Pennsylvania, deflagrato alla fine dei Playoff 2021 e trascinatosi per tutta la prima metà (e oltre) della stagione in corso, avrà un ulteriore antipatico strascico. Nei mesi di questo 2021/22 in cui Simmons era ancora formalmente un giocatore dei Sixers, come sappiamo non è mai sceso in campo, adducendo problematiche ‘mentali’ prima ancora che fisiche, con la franchigia che non ha mai avuto modo di analizzare e comprendere a fondo la situazione.
A causa di ciò, i Sixers hanno trattenuto qualcosa come quasi 20 milioni di dollari di stipendio all’australiano, poi passato ai Brooklyn Nets (senza ancora mai giocare), mentre James Harden faceva il percorso inverso, divenendo un ottimo ‘compagno di merende’ di Joel Embiid. Ebbene, ora Simmons rivuole indietro quella somma e, dopo aver avvisato in settimana squadra, Lega e NBPA (che sostiene la causa del giocatore), ha denunciato i Sixers.
La causa sarà discussa mediante arbitrato e dovrà stabilire se i presunti problemi mentali patiti da Simmons fossero tali da impedirgli sul serio di poter scendere in campo con i Sixers, non andando così a violare il proprio contratto con la franchigia e, di riflesso, l’accordo collettivo tra NBA e NBPA. Questa posizione è ovviamente sostenuta dall’agente del giocatore, Rich Paul, e se dovesse essere ritenuta valida, allora Simmons riavrà indietro tutta la somma; in caso contrario, chiaramente, i Sixers non avranno nulla da restituirgli.
Si tratta di una questione non di poco conto e che ha tutta l’attenzione del mondo NBA (e non solo), come sottolineato da ESPN. La causa costituirà appunto un precedente molto importante, potendo avere importanti implicazioni in future questioni riguardanti la salute mentale dei giocatori e i relativi contratti.