Warriors, infortunio per Curry dopo un intervento di Smart. Kerr: "Giocata pericolosa"
Nella notte NBA i Golden State Warriors hanno perso al Chase Center per 88-110 contro i Boston Celtics. A far tremare i tifosi dei Dubs però non è tanto la sconfitta (che comunque costa al momento il terzo posto ad ovest), quanto l’infortunio occorso alla star della squadra, Steph Curry.
Il nativo di Akron è uscito a metà del secondo quarto sul 25-33 per gli avversari in seguito ad un problema al piede. Dopo un passaggio di Jaylen Brown sporcato da Klay Thompson, sulla palla vagante l’esterno dei Celtics Marcus Smart si è tuffato a terra nel tentativo di recuperare il possesso, atterrando però sul piede sinistro di Curry che immediatamente ha chiesto il cambio e ha lasciato il campo zoppicando. Per il nr. 30 di Golden State si attendono in giornata i risultati della risonanza magnetica.
Il coach dei Warriors, Steve Kerr, non ha gradito l’intervento di Smart, ed è stato ripreso dalle telecamere a gioco fermo mentre discuteva a distanza con il giocatore avversario lamentandosi del gesto: “Penso che sia stata una giocata pericolosa” – ha dichiarato nel post partita l’ex leggenda dei Chicago Bulls – “Ho reagito così perchè pensavo che Marcus avesse travolto volontariamente Steph. Ho molto rispetto per lui sia come persona che come giocatore, l’ho allenato qualche anno fa in Nazionale ai mondiali, ne abbiamo discusso anche dopo la partita e ci siamo chiariti. Ma ripeto, penso che sia stata una giocata pericolosa”.
Alla domanda sulle condizioni del suo playmaker, Kerr risponde semplicemente: “Vedremo dopo la risonanza magnetica. Incidenti di questo tipo possono capitare a tutti in qualunque momento, non resta che sperare in meglio e adattarsi a qualunque esito daranno gli esami”.
Dal canto suo, Smart si è voluto difendere dalle accuse sulla sua presunta scorrettezza: “Ho visto la palla vagante e mi sono lanciato per recuperarla, Curry era alle mie spalle e non l’ho visto quando mi sono tuffato. Purtroppo è successo quello che tutti sappiamo”.
“So già che ora verrò accusato di essere un giocatore poco corretto” – aggiunge il nativo di Dallas – “Ma ho imparato ad accettare questo tipo di critiche e non cambierò il mio stile di gioco. Amo competere e giocare duro, in campo do sempre tutto me stesso. I miei compagni, i miei colleghi, i miei allenatori, tutti sanno che non sono una persona scorretta”.
In difesa di Smart poi è intervenuto anche il compagno di squadra di Curry, la bandiera dei Warriors Draymond Green, che ha cercato di smorzare i toni della discussione: “Mi aspettavo una giocata del genere da Marcus, è uno che gioca duro” – dice il prodotto di Michigan State – “Non si può chiamarla una giocata scorretta. Al massimo posso dire che non era necessaria, perchè alla fine siamo stati noi a recuperare quel possesso. La palla non è di nessuno, è per terra, e a tutti noi quando impariamo a giocare a basket viene insegnato di provare a prendere quel tipo di palloni, ad arrivarci prima dei nostri avversari. E questo è ciò che Marcus ha fatto”.
Golden State disputerà ancora 12 partite in questa regular season: il prossimo impegno sarà lunedì prossimo contro i San Antonio Spurs.