NBA, ridotta a 6 giorni la quarantena per i giocatori vaccinati, positivi al COVID-19
Di comune accordo, NBA e NBPA hanno deciso di ridurre il periodo di quarantena che devono affrontare giocatori, coach, membri dello staff ed arbitri pienamente vaccinati contro il COVID-19, ma che risultano positivi ad un tampone. Secondo un memo della Lega, pubblicato da ESPN, le persone di cui sopra, asintomatiche e non più a rischio di infezione, potranno tornare alle loro mansioni dopo un periodo di quarantena pari adesso a sei giorni. Il precedente protocollo, invece, prevedeva un periodo minimo di dieci giorni. Resta valida l’opzione di uscire dal protocollo con due test negativi nell’arco di 24 ore.
La diffusione della variante Omicron ha di recente complicato tantissimo la situazione in NBA. Al momento, sono ben 205 i giocatori nel protocollo di Salute e Sicurezza, 192 dei quali entrati a dicembre, 169 nelle ultime due settimane, ben 27 nella sola giornata di domenica 26 dicembre, record stagionale. Per aiutare le franchigie ed evitare il più possibile rinvii delle partite, nei giorni scorsi la Lega aveva introdotto (con termine al 19 gennaio) delle regole che facilitano l’ingaggio di giocatori free agent sul mercato, per tamponare le tante falle provocate nei roster dalle varie positività, permettendo la firma di un giocatore per ogni positivo. La franchigia, invece, dovrà ingaggiare almeno un giocatore sostitutivo se ha due casi positivi; almeno due se ha tre casi positivi, almeno tre se ha quattro o più casi positivi.
Secondo ESPN, la decisione di accorciare i termini dell’isolamento avrà effetti immediati sulle squadre, che potranno riavere a disposizione molti giocatori ben più in fretta rispetto a quanto previsto dal protocollo solo qualche ora fa.