Steph Curry è ufficialmente il nuovo re delle triple: "Il finale perfetto di questa settimana"
Sono bastati quattro minuti e ventisette secondi a Steph Curry per far esplodere il Madison Square Garden mandando a segno le triple numero 2.973 e 2.974 nella sua incredibile carriera. Due canestri che fanno del nr.30 di Golden State il giocatore con più triple realizzate nella storia NBA, sorpassando così un’altra leggenda come Ray Allen, presente al Garden per celebrare il nuovo re dei tiri da oltre l’arco.
Due triple “classiche”, di quelle che Curry ha più volte dimostrato di saper mandare a segno ad occhi chiusi nonostante l’elevato grado di difficoltà: prima un tiro da distanza siderale fronte a canestro dopo il blocco alto di Draymond Green, poi l’uscita sullo scarico di Wiggins con la mano di Alec Burks proprio in faccia.
Con il Garden in estasi per il record appena stabilito, gli Warriors hanno immediatamente speso fallo e chiamato un timeout per dare a Steph il tempo di festeggiare prima con i compagni, poi con la famiglia e quindi con lo stesso Ray Allen che si è congratulato con lui dopo un lungo abbraccio. A commentare la partita per l’emittente televisiva TNT era inoltre presente anche l’ormai terzo miglior tiratore da 3 della storia NBA, Reggie Miller, che ha elogiato Curry paragonando il suo impatto nel mondo del basket a quello del leggendario Babe Ruth nel baseball.
“È stato il finale perfetto per quest’ultima settimana” – ha esordito Steph nel post partita commentando la sua memorabile performance – “C’è stata un’atmosfera speciale in tutti questi ultimi giorni e per me è un momento indimenticabile, senza dubbio. Riuscire a battere i record di giocatori come Reggie e Ray, a cui mi sono ispirato tanto per diventare ciò che sono oggi, vuol dire moltissimo per me. E farlo davanti a loro è stato incredibile, sembra tutto fin troppo perfetto”.
“Sono orgoglioso di essere un buon tiratore” – ha continuato Curry – “Sono orgoglioso di poter aiutare la mia squadra a vincere, e ora posso essere orgoglioso del mio record che spero di portare a un numero che nessuno riuscirà mai a raggiungere”.
Fin dalla palla a due il Madison Square Garden si è fatto sentire incitando Curry nonostante fosse l’avversario dei padroni di casa dei Knicks e creando così una bellissima atmosfera per celebrare a dovere il miglior tiratore da oltre l’arco di sempre: “Ero sicuro che questi tifosi avrebbero contribuito a rendere iconico questo momento” – commenta Curry a riguardo – “Ho apprezzato moltissimo il loro supporto e sostegno che hanno reso per me memorabile questa serata. Sembrava quasi di giocare davanti al nostro pubblico”.
L’unico rammarico di una nottata perfetta, conclusa peraltro con il successo per 96-105 dei Warriors, è stata l’assenza del compagno e amico di Steph, Klay Thompson, ancora alle prese con la riabilitazione a San Francisco dopo il lungo infortunio: “La sua canotta era accanto alla mia in spogliatoio” – dice il nr.30 – “Sarà bello tornare a casa e festeggiare questo momento anche con lui. E ovviamente sarà bellissimo anche festeggiare il suo ritorno in campo”.
L’ultimo pensiero va a tutti i compagni di squadra che Curry ha avuto nei suoi 12 anni di carriera: “Tutti coloro che mi hanno portato dei blocchi, che mi hanno passato la palla, che si sono resi parte del sistema Warriors, tutti loro hanno contribuito a raggiungere questo traguardo. Quindi spero che stiano festeggiando questo momento tanto quanto lo sto festeggiando io”.
La conferenza poi non poteva non chiudersi con una battuta. Prima che Curry si alzasse dalla sedia, un giornalista gli ha chiesto, visto che finora aveva sempre aggirato la questione, chi fosse per lui il miglior tiratore della storia NBA: “Sono io!” ha esclamato il nr.30 sorridendo.
E ora non c’è proprio più modo di dargli torto.