NBA, Adam Silver: "Vaccinazione non obbligatoria per i giocatori"
Nonostante una pandemia ancora in pieno corso, la NBA sta andando avanti, pur con qualche fisiologico inciampo in una situazione simile. Con la regular season ferma per l’All-Star Game di stanotte (ora italiana) ad Atlanta, il Commissioner Adam Silver ha risposto alle domande dei giornalisti, in una conferenza stampa virtuale dalla capitale della Georgia.
Primo argomento, l’eventuale vaccinazione di giocatori e membri degli staff delle franchigie. “In questo momento stiamo osservando l’andamento della vaccinazione negli Stati Uniti e anche i sondaggi di opinione, dai quali si evince come le persone siano più propense a farsi vaccinare” – spiega Silver – “Per i dubbiosi, essendo già decine di milioni le persone vaccinate qui da noi, credo sia evidente sia l’impatto di ciò nel breve periodo che la grande efficacia dei vaccini stessi“.
“La mia impressione è che, alla fine, la gran parte dei giocatori deciderà di vaccinarsi. Si tratta di una decisione personale e io prendo molto sul serio le loro preoccupazioni. Ma, ripeto, credo che la maggior parte lo farà, essendo nel loro interesse farlo“, continua Silver, che sottolinea anche i benefici in termini di protocollo anti-COVID della NBA se uno fosse vaccinato: “I protocolli che abbiamo in azione in questo momento sono estremamente gravosi per giocatori e squadre. Se un giocatore fosse già vaccinato, se entrasse in contatto con un soggetto poi risultato positivo non dovrebbe andare in quarantena“.
“In tanti hanno dovuto rinunciare a delle partite, passando più di un periodo in isolamento, non perché positivi al COVID-19, ma perché entrati appunto in contatto con persone poi risultate positive. Una volta vaccinati, i giocatori avranno più libertà di movimento all’interno della loro comunità, mentre adesso, a causa dei protocolli, possono spostarsi principalmente solo tra casa ed arene. Abbiamo già iniziato i colloqui con la NBPA; ci saranno benefici sostanziali per i giocatori che decideranno di farsi vaccinare“, aggiunge.
Detto ciò, e dinanzi all’osservazione delle 31 partite rinviate finora causa COVID-19, Silver non reputa necessario rendere obbligatoria la vaccinazione in vista della parte rimanente della stagione, Playoff in particolare, essendo convinto della bontà dei protocolli attualmente in vigore: “Credo sia realistico, anche perché finora sono state rinviate poche partite in percentuale, e per il fatto che non abbiamo richiesto le vaccinazioni per i giocatori. Finora tamponi, uso delle mascherine e tutte le altre precauzioni che stiamo adottando, stanno funzionando bene. Anche il torneo NCAA si giocherà, e senza vaccinazioni dei vari giocatori. Chiaro, con i giocatori vaccinati faremo ulteriori progressi; ma non è necessario che tutti lo facciano“.
Tra gli altri topic toccati nella conferenza stampa, spicca il pensiero di Silver sulla prossima stagione, e sul fatto che tutto torni alla normalità per allora, soprattutto in termini di pubblico nei palazzetti. “Sono abbastanza ottimista sul fatto che cominceremo la prossima stagione in tempo e, in questo momento, almeno la metà delle nostre franchigie vede la presenza di un certo numero di fan nei palazzetti. Se le vaccinazioni continueranno con il ritmo attuale, ed i vaccini continueranno a mostrarsi così efficaci contro il virus e le sue varianti, abbiamo la speranza concreta che, il prossimo anno, torneremo ad avere i palazzetti abbastanza pieni“, ha concluso Silver.