Steve Kerr su The Last Dance: "Da allenatore non credo darei l'assenso ad una cosa simile"
A mesi di distanza dall’uscita, dai record di ascolti e dalle tante discussioni che ne sono scaturite, The Last Dance continua a far parlare di sé. A tornare sull’argomento è stato Steve Kerr, attuale head coach dei Golden State Warriors e comparso nel documentario prodotto da ESPN e distribuito da Netflix sull’ultima stagione (1997/98) dei Chicago Bulls dell’era Jordan.
“Devo essere sincero, quando Phil (Jackson, ndr) ci disse che le telecamere ci avrebbero seguito ovunque, anche dietro le quinte delle partite, e che lui aveva dato il suo consenso, noi rimanemmo praticamente scioccati“, ha spiegato Kerr in un intervento nel corso del podcast ‘All The Smoke‘, diretto da Matt Barnes e Stephen Jackson.
“Fu davvero strano vedere tutte quelle persone tutti i giorni e nel primo mese ci sentivamo molto esposti” – continua – “Ancora oggi, a pensarci bene, non credo sia stata una grande idea. Da coach, non credo darei l’assenso ad una cosa del genere, poiché costituisce una porta aperta fin troppo facile ad una marea di problemi“.
Sotto un altro punto di vista, però, Kerr è contento di esser stato parte di quella storia. “Sono contento che sia successo, perché riguardarlo 22 anni dopo con i miei figli, che all’epoca erano solo dei bambini, mi permette di far vedere loro quanto fosse divertente la mia vita ai tempi“, conclude il coach di origini libanesi.