NBA Finals 2020, gli Heat lottano ma non basta. James e Davis firmano il 2-0 Lakers
I Los Angeles Lakers si portano a due vittorie dal loro 17° titolo NBA. I californiani si sono imposti anche in Gara-2 delle Finals 2020, battendo 114-124 dei Miami Heat che hanno avuto comunque il merito di battersi fino alla fine. Troppo forti, però, LeBron James ed Anthony Davis, che assommano 65 punti (29/45 dal campo), 23 rimbalzi e 10 assist, suddivisi rispettivamente in 33+9 rimbalzi ed altrettanti assist per The King e 32+14 rimbalzi (ben 8 offensivi) e 1 assist per l’ex Pelicans. I due sono i primi Lakers da Shaq e Kobe in Gara-3 delle Finals 2002 contro gli allora New Jersey Nets a mettere a referto una prova da almeno 30 punti a testa in una partita delle Finals. Per i floridiani, spiccano Jimmy Butler (25+13 assist e 8 rimbalzi) e Kelly Olynyk dalla panchina (24+9 rimbalzi).
Passiamo a quanto successo sul parquet. Miami si presenta senza Adebayo e Dragic, con un Butler forzatamente non al meglio; record per Tyler Herro che, a 20 anni e 256 giorni, diventa il più giovane di sempre a cominciare in quintetto una partita delle NBA Finals, battendo di 8 giorni il precedente primato, appartenente a Magic Johnson. Dall’altra parte, i Lakers schierano dall’inizio Caldwell-Pope, Green e Howard insieme a James e Davis. In avvio si distingue proprio Howard, che realizza 6 dei primi 10 punti dei Lakers; dall’altro lato, Herro firma quello che sarà l’unico vantaggio Heat della partita (8-6 dopo 2’45” di gioco). La squadra di coach Vogel comincia ad ingranare, tocca più volte un margine di +8, ma gli avversari, per il momento, riescono a non farli scappare. Al 12′ il tabellone recita 23-29 Lakers.
In avvio di secondo quarto, le bombe in successione di LeBron, Caruso e Green proiettano i purple-and-gold sul +13 (27-40 a 9’01” dalla pausa lunga); i ragazzi di coach Spoelstra provano a restar attaccati alla partita, e un redivivo Nunn mette la tripla del -4 a 5’11” dalla sirena (41-45). A Rondo (ottima partita da 16+10 assist la sua) e Davis replicano Crowder e Olynyk (45-49 a 3’49” da fine quarto); ma una tripla di Morris da il là ad un parziale di 6-19 dei californiani nei successivi 2’50” di gioco, che vale il +17 (51-68 con 49″ sul cronometro). Un’altra tripla, stavolta di Robinson, serve a Miami per chiudere il primo tempo sotto di 14 lunghezze (54-68).
Al rientro sul parquet, Miami profonde il massimo sforzo per rimettersi in carreggiata. Tirando 12/22 dal campo, con il contributo in particolare di Olynyk (9), Butler e Herro (8 a testa), i ragazzi di coach Spoelstra riescono a metterne a referto 39 nel periodo. Peccato che serva solo a ridurre il gap dal -14 di fine secondo quarto al -10 di fine terzo quarto (93-103). Perché dall’altra parte i Lakers rispondono colpo su colpo, tenendo gli avversari a lungo vicini anche al -20 (-18 come massimo vantaggio), mollando giusto un po’ la presa solo negli ultimi minuti del periodo. Davis e James ne mettono rispettivamente 15 e 11 nel quarto (su 35 punti di squadra).
Nel quarto conclusivo, le percentuali delle due squadre si sporcano, al punto che produrranno 21 punti a testa. I Lakers controllano la situazione, permettendo agli avversari (8 di Olynyk nel periodo) di scendere sotto la double-digit di svantaggio solo in una occasione, con il 2/2 dalla lunetta di Butler per il -9 dopo 1’59” di gioco (99-108). C’è da dire che qualche rischio gli angeleni se lo sarebbero potuti creare, dato che per quasi 4′ (da -9’41” a -5’58”) non trovano la via del canestro. Miami non ne approfitta, producendosi in un digiuno praticamente identico. Nel momento topico del match, quindi, ecco emergere LeBron James, che conduce in porto il match con 10 punti nel quarto finale. Termina 114-124 per i Lakers, adesso sul 2-0.