Mavericks, Cuban sceglie la prudenza: "Senza un numero sufficiente di tamponi non ripartiamo"
A fatica, la NBA sta entrando nella propria ‘Fase 2’. Grazie all’uscita dal lockdown di buona parte degli Stati Uniti, non poche franchigie hanno programmato la riapertura delle strutture di allenamento (facilities), per consentire ai giocatori di tornare ad allenarsi in maniera seria, pur rispettando un rigido protocollo.
In ogni struttura, infatti, non saranno ammessi più di quattro giocatori alla volta; a questi ultimi sarà fatto divieto di utilizzare strumenti per allenarsi che non siano della squadra. I giocatori potranno allenarsi sotto la supervisione di sei assistenti allenatori designati o del personale addetto allo sviluppo dei giocatori, ma senza l’head coach.
Nella giornata di oggi, venerdì 8 maggio, hanno pianificato la riapertura i Portland Trail Blazers, i Cleveland Cavaliers e i Denver Nuggets; lunedì toccherà ai Sacramento Kings e, a seguire, anche altre franchigie faranno lo stesso.
Decisione molto diversa, invece, per i Dallas Mavericks. Nonostante il governatore del Texas, Greg Abbott, abbia proclamato la fine dell’obbligo di isolamento domiciliare, l’owner dei Mavs, Mark Cuban, ha fatto sapere che la sua franchigia resterà ferma ancora a tempo indeterminato.
Intervenuto durante “77 Minutes in Heaven“, podcast di The Athletic, Cuban ha spiegato che non autorizzerà alcuna ripresa delle attività finché non avranno a disposizione un numero di tamponi sufficiente per tutti, considerando il rischio, per giocatori, staff e per il resto degli impiegati della franchigia, ancora troppo elevato.