Magic Johnson: "Coronavirus? Abbiamo lo stesso problema di disinformazione vissuto ai tempi con l'AIDS"
Il mondo intero sta vivendo in questi mesi il dramma della pandemia da COVID-19. Il virus è diffuso ovunque, bloccando praticamente ogni attività ad eccezione di quelle essenziali. Soprattutto gli Stati Uniti stanno venendo colpiti duramente, essendo diventati ormai da qualche settimana il fulcro della pandemia, più della Cina e dell’Europa.
Su questa situazione è intervenuto un simbolo della NBA, Magic Johnson. La leggenda dei Los Angeles Lakers, in una chiacchierata via telefono con la redazione di ESPN ha voluto fare una sorta di parallelismo tra il Coronavirus e l’AIDS, flagello (non ancora debellato, manco per scherzo) che spaventò il mondo soprattutto negli anni ’80 e ’90, colpendo lo stesso Magic, che ammise la sua sieropositività in un’iconica conferenza stampa del 7 novembre 1991.
“Gli stessi problemi che avevamo allora li stiamo avendo adesso” – spiega Johnson – “All’epoca eravamo male informati, c’era il falso mito che il virus non si sarebbe diffuso da noi o nella comunità afroamericana. Sapevamo poco riguardo il virus dell’HIV e sull’AIDS. Con il Coronavirus si sta ripetendo la stessa situazione“.
Magic elogia quindi il lavoro al riguardo della NBA, la quale sin dall’immediato post sospensione ha fatto partire il programma ‘NBA Together‘, con varie personalità presenti e passate della Lega a sensibilizzare i fan riguardo le linee guida per prevenire il contagio, oltre a raccogliere finora circa 76 milioni di dollari per la lotta contro il COVID-19.
“Di fronte al virus dobbiamo fare fronte comune e credo sia fantastico il modo nel quale la NBA ha deciso di affrontare la questione” – continua Magic – “La maggior parte degli atleti NBA è afroamericana e lo stesso vale per il suo pubblico; è il nostro sport, quello che amiamo. E ciò è davvero molto importante“.
“La NBA è sempre stata in prima linea in materia di politiche inclusive e contro la discriminazione” – conclude – “L’esempio lampante è il caso Donald Sterling. Quando qualcosa succede all’interno della comunità nera, la NBA c’è e Adam Silver è uno dei miglior dirigenti sportivi che abbiamo in America. Capisce bene l’importanza della questione ed ero sicuro avrebbe fatto qualcosa di rilevante“.