La NBA conferma il pagamento del 100% degli stipendi dei giocatori alla scadenza del 15 aprile
Con la NBA ferma ormai da un mese a causa della pandemia da COVID-19, che sta colpendo duro in tutto il mondo e maggiormente proprio negli States, divenuti loro malgrado il focolaio principale, la discussione sulla sorte degli stipendi dei giocatori e dei membri delle franchigie è più attuale che mai.
Nella serata di ieri, la NBA, in una nota poi diffusa da ESPN, ha annunciato che nella prossima scadenza, ovvero il 15 aprile, gli stipendi verranno pagati al 100%, nonostante si sarà superato il mese senza partite (appunto). Nelle ultime settimane, le discussioni tra la Lega e la NBPA si sono fatte via via sempre più fitte.
Secondo fonti di Tim Bontemps, di ESPN, l’associazione dei giocatori non ha voluto considerare la scadenza del 15 aprile (i giocatori vengono solitamente pagati in due soluzioni ogni mese, il 1° ed il 15) come una deadline cruciale, preferendo aspettare l’evolversi della situazione per quelle dal 1° maggio in poi.
Da questa data, però, la situazione potrebbe mutare, poiché la NBA potrebbe avvalersi di una clausola presente nel contratto collettivo, che prevede una riduzione del 1.08% del salario annuale per ogni partita cancellata. Una clausola che scatta in caso di avvenimenti straordinari, come appunto una pandemia.
Al 15 aprile, data nella quale inizialmente era prevista l’ultima tornata di partite di regular season, saranno ben 259 le sfide rinviate a causa della pandemia, mentre i Playoff sarebbero dovuti iniziare il 18 di questo mese. Nessuna delle partite rinviate, però, è stata cancellata.
Di recente il Commissioner, Adam Silver, ha spiegato chiaramente che nessuna discussione sul quando e come la stagione potrà ripartire verrà avviata prima del mese di maggio. Tutti vogliono evitare l’evenienza peggiore, ovvero la cancellazione definitiva della stagione, la quale comporterebbe perdite per centinaia di milioni di dollari alle franchigie.