NBA Trade Deadline: chi vince e chi perde in questa sessione di mercato?
Record su record, movimenti su movimenti e una vitalità nel mese di febbraio mai vista. Sarebbe questo il miglior titolo da attribuire alla giornata di ieri. Frenetiche, quasi caotiche le ultime ore prima della trade deadline, ovvero sia il termine ultimo per scambiare giocatori. Per tutti dettagli delle trade, ci sono le news sul nostro sito, mentre in questa sede ci limiteremo a riassumere tutto quello che è successo, prima di tuffarci in una sorta di Thumbs UP e Thumbs DOWN di questa sessione di mercato. Iniziamo col dire che è stato il mercato dei RECORD: ci sono state, infatti, il maggior numero di trade (13) e sono stati coinvolti ben 37 giocatori, ovvero sia l’8% dei giocatori della lega. Un numero esorbitante che ci aiuta a far capire solo quanto è cambiato nelle ultime ore, senza però farci intere come sia cambiata la fisionomia di molti roster NBA.
La famiglia Dragic in toto, quindi Zoran e Goran, passa dal caldo dell’Arizona alla sabbia di South Beach. Miami è la nuova casa delle due point guard. A Phoenix vanno Danny Granger, John Salmons e 2 prime scelte (2017, 2021). La terza squadra coinvolta nella trade è New Orleans, dove arrivano Norris Cole, Shawne Williams e Justin Hamilton. Due sono i romantici ritorni a casa: Tayshaun Prince rivestirà la maglia dei Pistons mentre KG, Kevin Garnett, quella dei Timberwolves. Gli effetti collaterali del primo trasferimento riguardano i Boston Celtics che acquisiscono Jonas Jerebko e il nostro Gigi Datome. Sul tiratore sardo ci sono ancora dei dubbi da sciogliere. Da quanto riportano più fonti vicine ai Celtics, per Gigi mancherebbe la “ratification” ovvero sia l’atto legale che prova il passaggio da una squadra all’altra. Dunque, lo scenario più plausibile rimane quello di Boston ma non si esclude l’eventualità di tagliarlo e di continuare ad allargare lo spazio salariale per la ricostruzione. Le ipotesi sono tante e tra queste, purtroppo, è doveroso considerare quella del ritorno in Europa con una Big. Dall’altro lato della seconda trade, invece, quella che coinvolge KG, ci sono i Brooklyn Nets che prendono Thaddeus Young. Una delle trade più ricche si svolge tra Pistons, Thunder e Jazz: nella Motor city arriva Reggie Jackson, in Oklahoma arrivano Steve Novak, DJ Augustin, Enes Kanter, Kyle Singler e una sceta aldraft 2019 dei Pistons, mentre ai Jazz vanno 2 scelte, i diritti di selezione su Tibor Pleiss, Grant Jerrett e Kendrick Perkins, immediatamente rilasciato con un buyout (quindi per ora FA). Una delle più attive è stata Phoenix che è anche all’interno della trade con Bucks e 76ers: i Suns acquisiscono Brandon Knight e Kendall Marshall, a Philly va una scelta al primo giro del 2015, mentre i Bucks prendono Miles Plumlee, Tyler Ennis e soprattutto MCW, Michael Carter-Williams. Dopo essersi liberati dei Dragic, di Plumlee, di Ennis, Phoenix si sbarazza anche di Isaiah Thomas che viene mandato ai Celtics in cambio di Marcus Thornton. Si era parlato tanto dell’interessamento dei Kings di coach Karl per Arron Afflalo ma la guardia dei Nuggets non arriva alla corte del suo ex allenatore di Denver e, insieme ad Alonzo Gee, va a Portland. Denver, intanto acquisisce Victor Claver, Thomas Robinson e Will Barton, più una scelta del 2016. Philadelphia rinforza il suo roster con Javale McGee e Isaiah Canaan ma allo stesso tempo perde i diritti su Cenk Akyol e lo spettacolare K.J. McDaniels, che vestirà la canotta dei Rockets. Si libera un posto come secondo playmaker a Houston e viene immediatamente preso da Pablo Prigioni che, così, lascia i Knicks che, in cambio, ricevono Alexey Shved e 2 scelte (2017, 2019). George Karl si fa sfuggire un suo pupillo come Afflalo ma ritrova un altro suo vecchio tassello dello scacchiere dei Nuggets: Andre Miller approda a Sacramento e in cambio i Wizards prendono Ramon Sessions.
Abbiamo visto chi ha cambiato, quanto le squadre hanno scambiato nelle ultime ore, soprattutto ai piano medio-bassi delle due conference. Ma dobbiamo capire soprattutto COME sono cambiate le cose, chi ci ha guadagnato, chi ha adottato delle strategie “al risparmio” e chi invece deve fare i conti con una rivoluzione in atto. Analizziamo ogni squadra coinvolta in questo caos chiamato Trade Deadline.
Houston Rockets – ARRIVI: K.J. Mc Daniels, Pablo Prigioni; CESSIONI: Isaiah Canaan, Alexey Shved. Le cose non vengono stravolte in casa Houston dove durante questa stagione si sta cercando quell’equilibrio taqnto desiderato da coach McHale per fare il salto di qualità. L’arrivo di Prigioni e di un atleta come McDaniels probabilmente alza un po’ il livello della panchina e permette ai Rockets di poter gestire meglio le rotazioni. Tutto sommato, senza stravolgimenti, è stato un buon mercato per Houston.
New York Knicks – ARRIVI: Alexey Shved; CESSIONI: Pablo Prigioni, Amar’e Stoudemire. Conosciamo la politica di Phil Jackson e Jim Nolan. Ormai ci si è avviati verso una ricostruzione totale e quindi anche scambiare sarebbe stato difficile. La “mercanzia” che potevano offrire i Knicks era e resta scarsa. Gli unici nomi che si potevano dar via, sono stati ceduti, mantenendo solo il contratto oneroso di Carmelo Anthony che, per giunta, chiude in anticipo questa rovinosa stagione. L’arrivo di Shved sicuramente non mette le cose apposto ma per quel discorso di prospettiva, i Knicks degli anni a venire saranno una contender senza se e senza ma.
Philadelphia 76ers – ARRIVI: Javale McGee, Isaiah Canaan, 3 scelte; CESSIONI: K.J. McDaniels, Michael Carter Williams. Le sorti sono più o meno già scritte e purtroppo lo sono da qualche anno. Avevano un paio di speranze, chiamate MCW e Embiid. Il primo è andato ai Bucks, il secondo ancora deve mettere piede nella NBA. I punti interrogativi sono tanti e la gestione del mercato appare sempre più “particolare”. Speranze? Vicine allo 0.
Denver Nuggets – ARRIVI: Victor Claver, Thomas Robinson, Will Barton, diritti di Akyol; CESSIONI: Arron Afflalo, Alonzo Gee,Javale McGee. Il destino dei Nuggets lo conoscono solo e soltanto loro. La decisione di privarsi di nomi comunque importanti (soprattutto Afflalo) è sintomo di una franchigia che vuole ricomporre un po’ alla volta un nuovo scacchiere. Tante le chiacchiere anche su Lawson e sul nostro Gallo ma alla fine finiranno la stagione in Colorado. Si era anche discusso per un inseriemento nella trattativa per Brook Lopez ma alla fine non se n’è fatto nulla. Alla fine di questa deadline, Denver esce sicuramente indebolita perchè ha perso titolari e ha preso giocatori che anche a Portland non avevano un altissimo minutaggio.
Portland Trailblazers – ARRIVI: Alonzo Gee, Arron Afflalo; CESSIONI: Victor Claver, Thomas Robinson, Will Barton. Via delle seconde linee per ottenere due potenziali titolari. Esiste qualcosa di migliore? Una mossa astuta e furba per i Trailblazers che aggiungono altri tasselli ad un roster già collaudato e molto solido. Coach Stotts saprà gestire al meglio i nuovi talenti, soprattutto Gee, lungo atipico con il vizio di allontanarsi dal pitturato, magari per lasciar spazio a LaMarcus Aldridge.
Boston Celtics – ARRIVI: Isaiah Thomas, Luigi Datome, Jonas Jerebko; CESSIONI: Tayshaun Prince, Marcus Thornton. Su una cosa siamo certi: quando Danny Ainge parla o promette, si deve considerare quella cosa già fatta. Mai annunci non rispettati, mai propagande fasulle o movimenti avventati. Si è liberato di tutti i “fardelli” salariali per rifondare e già in questo febbraio la ricostruzione è partita. L’arrivo di un playmaker come Thomas è il primo grande colpo dei Celtics, o meglio dei nuovi Celtics. Si è parlato tanto di Boogie Man, DeMarcus Cousins ma per ora non si muove da Sacramento. Il primo colpo è arrivato e Ainge ha iniziato a porre le basi per la rinascita. Si è, nel frattempo, liberato di un altro contratto ingombrante come quello di Prince, aumentando, seppur di poco, lo spazio salariale per poter firmare una grande star il prossimo anno. L’arrivo di Datome ovviamente ci fa sorridere ma bisogna aspettare comunque l’evolversi della situazione. Lo stesso Gigi ha confermato il suo trasferimento ma occorre la sicurezza “burocratica” per rendere il tutto definitivamente ufficiale. Aleggia su di lui l’ombra del buyout e del taglio ma noi speriamo possa avere la possibilità di dimostrare quanto vale. Coach Stevens è un giovane emergente e sicuramente non avrà problemi a gettarlo nella mischia dopo averlo conosciuto. Non ci resta che sperare. Intanto lo abbiamo liberato da quel brutto ambiente che era Detroit per approdare a Boston, non proprio l’ultima franchigia della lega…
Miami Heat – ARRIVI: Goran Dragic, Zoran Dragic; CESSIONI: Danny Granger, Justin Hamilton, Shawne Williams, Norris Cole. Se prima avevamo un’idea ben precisa della genialità di Pat Riley, ora abbiamo la conferma. Senza dar via giocatori indispensabili per coach Spo, ha portato a South Beach un playmaker incredibilmente efficace (50.1% dal campo) come Goran Dragic, in grado di trascinare da solo i Suns ad un passo dai Playoff della scorsa stagione. Un salto di qualità non da poco per Miami che ora si candida davvero ad essere una mina vagante nella selvaggia Eastern Conference. Con lo sloveno, il quintetto diventerebbe molto più solido e soprattutto più ragionato di quanto lo fosse in precedenza. Sarà molto interessante vedere le sue prime uscite con la nuova casacca. Per quanto riguarda le uscite, invece, quella che lascia un po’ di amaro in bocca (più per il passato che per la stagione in corso) è l’addio di Norris Cole che si accasa ai Pelicans. Cole Train lascia Miami, la sua unica casa NBA finora, per far spazio ad un playmaker completamente diverso. Sarà importante vedere se coach Spo continuerà ad inserire il doppio playmaker Dragic-Chalmers. Una delle promosse del mercato è sicuramente la franchigia della Florida.
Phoenix Suns – ARRIVI: Marcus Thornton, Danny Granger, John Salmons, 2 scelte, Brandon Knight, Kendall Marshall; CESSIONI: Goran Dragic, Zoran Dragic, Isaiah Thomas, Miles Plumlee, Tyler Ennis. Se a Boston qualcosa era stato più o meno annunciato, il “ciclone” che si è abbattuto su Phoenix non era per nulla previsto. Tantissimi cambiamenti per coach Hornacek che dovrà fare i conti con un roster molto molto rinnovato. L’addio dei Dragic e di Thomas ha portato alla luce tanti dubbi ma non appena si sono scoperte le “contropartite” l’ambiente si è un minimo rasserenato. Il settore lunghi non è stato rinforzato a dovere, come chiedeva coach H. ma nel compenso sono arrivati giocatori che quest’anno hanno dimostrato di essere in gran forma. Uno su tutti è Brandon Knight, vero go-to-guy dei Bucjs di coach Kidd. La sua velocità, la sua precisione nel tiro dalla lunga distanza non sono armi da sottovalutare, così come Thornton, talento che anche a Boston ha fatto vedere buone cose. Aspetteranno il prossimo anno Marshall, dato il grave infortunio che ha subito prima di Natale. Bledsoe è ora a tutti gli effetti la punta di diamante. Sulla carta, però, a giochi fermi, ci sentiamo di dire che i Suns si sono indeboliti.
Milwaukee Bucks – ARRIVI: Michael Carter Williams, Miles Plumlee, Tyler Ennis; CESSIONI: Brandon Knight, Kendall Marshall, Kenyon Martin. Il Colpo (C maiuscola) di mercato più importante forse arriva proprio da Milwaukee: è stata prima undicesima scelta al draft, è stato rookie dell’anno, ha conquistato i cuori di tutta Philadelphia e si fa chiamare MCW. Il talento da Syracuse sotto i consigli di un playmaker come Jason Kidd può diventare un grande giocatore e può fare il salto di qualità che si aspetta da anni. Rimpiazzerà Brandon Knight, quindi sostanzialmente uno scambio quasi alla pari. Hanno rinforzato il reparto lunghi con Miles Plumlee e hanno dovuto rescindere il contratto con Martin, viste le trade avvenute. Un ottimo mercato, diretto in maniera egregia da John Hammond.
Utah Jazz – ARRIVI: Kendrick Perkins, Grant Jerrett, 2 scelte, diritti per Tibor Pleiss; CESSIONI: Enes Kanter, Steve Novak. Tagliato non appena avuto, Perkins resta in free agency fino al 1 marzo ed è già stato richiesto da alcune franchigie. Il mercato dei Jazz è enigmatico: scambiare Kanter per sostanzialmente 2 scelte del 2017 potrebbe ripagare ma potrebbe anche deludere amaramente. Dire che si sono indeboliti è inevitabile, ma probabilmente, vista la crescita di Rudy Gobert, coach Snyder vuole concedere più spazio al francese.
Oklahoma City Thunder – ARRIVI: Enes Kanter, Steve Novak, D.J.Augustin, Kyle Singler, 1 scelta; CESSIONI: Reggie Jackson, Kendrick Perkins, Gran Jerrett, 2 scelte. Erano inevitabili dei movimenti di mercato in casa Thunder, soprattutto se l’obiettivo Playoff vuole essere raggiunto. Gli innesti non sono affatto di secondo piano: ceduto Jackson, che aveva già espresso la volontà di voler cambiare aria, è stato preso Augustin, playmaker rinvigorito dalla cura Pistons, in grado anche di essere decisivo quest’anno. Trascorso da tiratore per lui, anche se l’altezza gli ha imposto il ruolo di playmaker. Ottimo sostituto di Westbrook. Il pacchetto Jazz (Novak+Kanter) permette a Brooks di allungare le rotazioni e soprattutto il campo. Si libera di Perkins, giocatore monodimensionale, per acquisirne due multidimensionali, grazie al tiro dalla lunga distanza di Novak e dalla media di Kanter. Singler ricoprirà il ruolo che per anni ha avuto a Detroit, ovvero sia quello di gregario, soprattutto in difesa. Ne esce molto rinforzata OKC da questa trade a 3 e si aspetta di vedere tutti gli innesti nuovi all’opera. Nel frattempo una grande vittoria contro Dallas dà morale.
Detroit Pistons – ARRIVI: Reggie Jackson, Tayshun Prince; CESSIONI: Jonas Jerebko, Luigi Datome, D.J. Augustin, Kyler Singler, 2 scelte. Occorreva dare una scossa dal punto di vista della personalità dopo il forfait di Brandon Jennings ed è stato scelto Reggie Jackson, che di personalità ne ha da vendere! Buon colpo per Detroit che intanto si culla il suo pupillo Tayshun Prince, autore di una stagione incredibile nell’anno del titolo per gli storici Detroit Pistons 2003-2004. L’amore vero alla fine vince sempre. Sostanzialmente non cambia nulla, i Pistons senza Jennings hanno perso il treno Playoff probabilmente e quindi giusto dar spazio a qualcun altro.
Minnesota Timberwolves – ARRIVI: Kevin Garnett; CESSIONI: Thaddeus Young. Non fatevi ingannare dal solo nome nella casellla “arrivi” perchè dietro questa trade c’è tanta storia, o forse c’è Il Nome della franchigia intera. Torna a casa The Big Ticket, anche se sarebbe più corretto chiamarlo The Revolution, perchè fu proprio da Minneapolis che partì la Rivoluzione che Garnett apportò al Gioco. Un ritorno romantico, che suggestiona tanto ma proprio tanto. Dal punto di vista tecnico, però, dobbiamo sottolineare come i Timberwolves si siano indeboliti, perchè ciò che dava Young non lo potrà dare Garnett, per ovvi motivi fisici e anagrafici. Quindi, vince l’amore ma perde un po’ la voglia di vincere per Minnesota.
Brooklyn Nets – ARRIVI: Thaddeus Young; CESSIONI: Kevin Garnett. L’altro lato della trade non può che gioire. Perde un gran nome come KG ma acquisisce uno dei lunghi più sottovalutati della lega: duttile, forte fisicamente, agile per la struttura fisica che possiede e forse solo ancora non conoscitore del gioco nella maniera perfetta. Qui vige il concetto contrario rispetto ai T’Wolves: da un lato vince la pallacanestro, perchè sulla carta Young può dare più di Garnett, ma dall’altro lato perde un altro grande nome Brooklyn, in completo disfacimento.
New Orleans Pelicans – ARRIVI: Norris Cole, Ish Smith, Shawne Williams, Justin Hamilton; CESSIONI: Josh Salmons. Il livello della squadra sale e non di poco. Gli innesti sono intelligenti e soprattutto utili per la causa. Evans può tornare a fare la guardia, perchè mentre si aspetta Jrue Holiday è arrivato Cole, un Cole determinato e che ha voglia di riscattarsi dopo un brutto inizio di stagione. Anche il reparto lunghi è stato migliorato con Williams e Hamilton, il tutto perdendo solo Salmons, spedito in Arizona. Buone scelte, buoni movimenti e ottimi margini di miglioramento. Si devono solo valutare gli effetti degli inserimenti dei nuovi elementi nel sistema Pelicans.
Sacramento Kings – ARRIVI: coach George Karl, Andre Miller; CESSIONI: Ramon Sessions. Probabilmente George Karl si aspettava qualcosa in più da questo mercato ma alla fine è riuscito a portare a casa solo una sua vecchia conoscenza, fondamentale per i suoi piani. Quello che tutti agli effetti ha preso il soprannome di Venerabile Maestro, è stato sotto la guida di Karl per molti anni a Denver e gli è sempre stata affidata la squadra nei momenti finali. La fiducia che Karl ripone in Andre Miller è elevatissima. Sessions va a Washington, dove può forse esprimersi meglio.
Washington Wizards – ARRIVI: Ramon Sessions; CESSIONI: Andre Miller. Scambio alla pari, anche dal punto di vista tattico. Solo se pensiamo al ritmo di gioco probabilmente troviamo delle differenze: Miller ragionatore e gestore del pallone, mentre Sessions meno playmaker e più tiratore.