Steve Nash: "L'addio di KD? Voleva un cambiamento. Cerca sempre nuove sfide"
Steve Nash ha ottenuto tanto dalla sua carriera NBA, come due titoli consecutivi di MVP (2005 e 2006) e ben otto convocazioni all’All-Star Game, nonché Hall of Famer dallo scorso anno. Ciò che però è mancato è quel benedetto Anello, che poi ha vinto per due volte con i Golden State Warriors (2017 e 2018), stavolta in veste di membro del coaching staff di coach Steve Kerr, ruolo che ricopre praticamente da quattro anni.
Spesso e volentieri, Nash si è anche allenato con Curry e compagni, condividendo molto tempo (ed 1vs1) con Kevin Durant. Intervistato all’interno del The Bill Simmons Podcast, il canadese ha svelato alcuni retroscena dell’addio dell’MVP delle Finals 2017 e 2018, approdato durante l’ultima Free Agency ai Brooklyn Nets, con i quali però non dovrebbe esordire prima della stagione 2020/21, a causa dell’infortunio al tendine d’Achille della gamba destra, patito in Gara-5 delle NBA Finals 2019 contro i Toronto Raptors.
“Ero convinto che non avrebbe mai lasciato Golden State, tanto mi sembrava bella la sua esperienza con noi” – ha spiegato Nash – “Il suo addio è stato una sorpresa. Kevin è una persona abbastanza sofisticata, per non dire complicata; cerca di spingersi sempre oltre il limite ed è sempre a caccia di qualcosa che lo soddisfi e lo ecciti. A dirla tutta, sono convinto che il suo trasferimento a Brooklyn sia stato ingigantito dai media, nel senso che lui voleva solo un cambiamento, una nuova sfida. Penso gli piaccia esplorare cose e situazioni nuove“.
Nash si esprime anche sulla decisione di Durant di lasciare gli Oklahoma City Thunder per la franchigia californiana, nell’estate 2016: “Anche in quel caso c’è stato troppo rumore. Voleva qualcosa di più grande, di più alto. Il suo obiettivo era di provare qualcosa di diverso, in cui si sarebbe spinto oltre il limite in altri modi. Bene o male quello che sta accadendo adesso“.