TOP & FLOP di Raptors-Warriors, gara-1: Siakam domina, Leonard risponde presente, Curry non basta
Grandissima prestazione di squadra in gara-1 delle NBA Finals per i Toronto Raptors che si impongono tra le mura amiche sui Golden State Warriors, al termine di una sfida gestita magistralmente dal primo all’ultimo minuto da parte della franchigia canadese sia dal punto di vista del punteggio che dell’inerzia del match. Sugli scudi per i Raptors il solito Kawhi Leonard ma soprattutto la sorpresa Pascal Siakam, migliore in campo ed assoluto dominatore della gara nei momenti chiave, mentre sulla sponda californiana non basta il solo Curry a rimettere in piedi una partita che i ragazzi di Kerr non hanno forse affrontato con il giusto approccio finendo per non impensierire mai più di tanto la solida difesa avversaria.
TORONTO RAPTORS
TOP-Pascal Siakam
Impossibile pensare che questo ragazzo giochi a basket da soli otto anni visto lo strapotere fisico e tecnico mostrato in gara-1. Inizia in maniera timida, come forse giusto che sia per un 25enne alla prima apparizione in una finale NBA, ma già dalla seconda frazione sale in cattedra prendendo letteralmente sulle spalle (ed un po’ a sorpresa) il peso offensivo dei suoi nei momenti in cui Kawhi tira il fiato, come dimostrano gli incredibili 32 punti finali con 14/17 dal campo che lo innalzano per distacco a miglior realizzatore dei suoi ed MVP della partita senza se e senza ma. Come se questo già non bastasse risulta un fattore fondamentale anche sul lato difensivo del campo, sia imponente nel pitturato che presenza scomoda nei cambi in cui si è trovato a tenere gli esterni californiani. Se riuscirà a confermarsi anche solo parzialmente nelle prossime sfide Toronto ha senza dubbio tra le mani punti, rimbalzi, efficienza difensiva e certamente qualche possibilità in più.
TOP-Kawhi Leonard
I campioni si vedono anche e soprattutto da come riescono a gestire i possessi che hanno tra le mani, i tiri che necessariamente in determinati momenti dovranno prendersi e nondimeno le energie da spendere su entrambi i lati del campo. Kawhi, che ha dimostrato più volte di essere un campione, gioca questa gara-1 facendo praticamente tutte le scelte giuste, prendendosi (e segnando) quasi sempre i giusti tiri, tenendo stoicamente in difesa limitando sia Thompson prima che lo stesso Curry poi nonostante una condizione fisica non ottimale che valorizza ancor di più l’essenziale prestazione dell’ex Spurs. I 23 punti finali con soli 14 tiri tentati sono il giusto supporto alla serata stellare di Siakam, l’intelligenza dimostrata nei possessi decisivi e la parsimonia con cui si prende i giusti isolamenti sono fondamentali negli equilibri offensivi di Toronto e saranno ancor più fondamentali nelle prossime decisive partite della serie.
GOLDEN STATE WARRIORS
TOP-Steph Curry
Predica pallacanestro nel deserto dell’attacco Warriors, segna 34 punti finali ma non riesce a dare il solito tambureggiante ritmo nei possessi offensivi dei suoi. Steph è forse l’unico a salvarsi realmente nella debacle dell’Air Canada Centre, trova continuità al tiro fin da subito ma come già detto non è ben supportato dai compagni, tra i quali il solo Klay Thompson riesce a dargli una mano in fase realizzativa ma senza incidere troppo. Tiene bene anche in difesa su Lowry limitandolo a soli 7 punti finali ma il problema fondamentale è dall’altro lato del campo, dove l’assenza di KD unita alla serata storta dei suoi lo relega ad unico terminale offensivo realmente temibile per Leonard e compagni, troppo poco.
FLOP- L’apporto della panchina
E’ forse la sostanziale differenza che decide una partita che nel complesso poteva nonostante tutto anche restare in bilico fino alla fine, visto il preziosissimo apporto dei subentranti in casa Raptors ed il praticamente nullo aiuto che danno invece ai Warriors coloro che sedevano inizialmente in panchina. Se per i Raptors infatti oro colato sono stati i 15 punti di un sempre più caldo VanVleet uniti alla fisicità a rimbalzo dei vari Ibaka e Powell, in casa Warriors troppo poco rappresentano da entrambi i lati del campo le prove dei vari Livingston, Jerebko e Cook. Lo stesso redivivo Cousins non incide ed anzi provoca più danni che altro soprattutto in difesa, mentre decisamente di più si chiedeva a Jordan Bell, promosso in quintetto ma presente dalla palla a due solo per 11 minuti in campo dopo un inizio choc, forzature inutili e tanta inconsistenza difensiva.