Adam Silver: "Valutiamo la possibilità di inserire tornei di midseason in futuro"
In NBA continua ad essere d’attualità la questione dell’usura dei giocatori, derivante da una stagione lunga 82 partite, eccettuati i Playoff. Negli ultimi tempi, il commissioner Adam Silver si è mostrato molto sensibile a questa tematica, ed è tornato a parlarne nella giornata di ieri, ipotizzando in futuro o una diminuzione del numero di partite oppure l’introduzione di tornei a metà stagione e qualche altra novità.
“Il punto principale al quale dobbiamo prestare maggiore attenzione sono i fan. Siamo oggi in un mondo in cui ogni giorno devi conquistare l’interesse del pubblico, spingendolo a seguire il prodotto che gli offri” – spiega Silver – “Se la scienza domani ci dicesse che 82 gare sono troppe affinché i giocatori possano essere sempre al meglio della loro forma, allora forse non dovremmo avere una stagione da 82 partite o, in alternativa, non partite da 48 minuti. E’ una situazione che continueremo a monitorare“.
Per ravvivare la stagione, Silver ha una serie di proposte: “La realtà dei fatti è che il format con 82 partite non debba essere per forza il più interessante per il pubblico. Perciò sono interessato ad esplorare diversi formati, tra cui dei piccoli tornei di metà stagione, magari con delle teste di serie e turni di qualificazione. L’idea sarebbe di mantenere comunque il numero di 82 partite, ma queste potrebbero però essere organizzate in modo diverso“.
“Per la maggior parte degli spettatori statunitensi, il concetto di avere più obiettivi durante la stagione è un qualcosa di estraneo, mentre è molto comune ad esempio nel calcio” – prosegue Silver – “Ci vuole del tempo per sviluppare certe cose, poiché potrebbe verificarsi la situazione di franchigie che danno tutto per vincere il torneo di midseason, ed altre che invece si concentrano sull’anello. Sempre riguardo al carico sui giocatori, si potrebbe guardare alle partite internazionali e a quelle del college, che durano 40′ e non 48′ come le nostre“.
Continua il commissione NBA: “Noi e i giocatori abbiamo l’interesse comune di massimizzare il pubblico ed il suo interesse. Il format attuale, pure per uno come me che di base ama le tradizioni, ha ben poco di magico. Comunque, una qualsiasi riforma non potrà non essere attuata dopo una riflessione profonda, da parte di tutte le parti in causa, ovvero Lega, franchigie e giocatori, che dovranno lavorare tutti assieme“.