Lakers, Magic Johnson si dimette da President of Basketball Operations
Magic Johnson non è più il President of Basketball Operations dei Los Angeles Lakers. La notizia bomba ha scosso l’ambiente purple-and-gold all’improvviso, con una conferenza stampa organizzata subito prima del match dello Staples contro i Portland Trail Blazers (vinto da questi ultimi 104-101 con un buzer-beater di Harkless).
Una decisione presa senza avvisare nessuno, né dell’organizzazione né della squadra, come fa chiaramente intendere coach Luke Walton alla fine della sfida contro i Blazers quando, interpellato al riguardo, dice: “Le dimissioni di Magic? L’ho saputo quando l’avete saputo voi“.
Riguardo le motivazioni che l’hanno spinto a questo passo indietro, Magic è molto chiaro: “Mi divertivo di più quando ero dall’altra parte, perché in questo ruolo non posso avere un impatto sulle vite delle persone. Ci ho pensato e sono giunto alla conclusione che questo lavoro non è più divertente. Voglio tornare a divertirmi, ad essere quello che ero prima di accettare questo lavoro. Io sono uno spirito libero e non posso essere ammanettato. Questo per me è un buon giorno“.
A chi gli chiede il perché non abbia avvisato nessuno, in primis Jeanie Buss, Magic si giustifica così: “Sapevo di non poterglielo dire faccia a faccia. Le voglio bene come se ne vuole ad una sorella, e non avrei potuto farlo di fronte a lei. Voglio preservare il nostro rapporto, tornando a essere un fratellone e un ambasciatore“. Los Angeles Lakers che hanno poi rilasciato un comunicato ufficiale: “Non esiste un Laker più grande di Earvin Johnson. Siamo profondamente grati per tutto quello che ha fatto per la nostra franchigia, come giocatore, ambasciatore e dirigente. Sarà sempre non solo un’icona dei Lakers, ma nella nostra famiglia“.
Come ben sappiamo, l’annata dei Lakers è stata molto complicata, ben lontana dalle attese create soprattutto dallo sbarco a LA di LeBron James. La franchigia californiana è stata eliminata con grande anticipo dalla corsa Playoff, chiudendo con un deludente 37-45 come record. Ad aggravare la situazione la gestione negativa della trattativa per arrivare ad Anthony Davis, i susseguenti problemi nello spogliatoio e, in aggiunta, i tanti infortuni. Nella conferenza stampa, Magic non risparmia frecciate, dirette sia all’interno che all’esterno dei Lakers.
“Le cose che più non mi sono piaciute sono state le pugnalate nella schiena e i bisbiglii” – ha commentato – “Non ho gradito molte cose che sono successe e che non sarebbero dovute succedere. Spero che i Lakers dopo questa stagione vadano nella giusta direzione, come credo che siamo diretti, altrimenti non me ne sarei andato. Gli infortuni ci hanno frenato, ma mi è piaciuto lavorare con Jeanie. È dura lasciare un’organizzazione che amo, ed è dura lasciare una persona come Jeanie. Le voglio bene, non voglio farle del male. E voglio bene anche a Luke Walton“.
“Pensavo al ritiro di Wade e non posso neanche twittare per congratularmi con lui o essere presente” – conclude Magic – “Quando Westbrook ha fatto 20+20+20, non ho potuto dire nulla per celebrarlo. Serena Williams mi ha chiesto settimana scorsa di esserle di aiuto, ed è una cosa che farò. Anche quando Ben Simmons mi ha chiamato seguendo i canali giusti, sono passato come il cattivo della situazione senza aver fatto nulla di male. Ho pensato spesso alle persone che mi vogliono come mentore o parte delle loro vite, cose che non posso fare in questa posizione. Ripeto, mi divertivo di più dall’altra parte“.