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Little Europe - Jonas Jerebko, da Boras alla NBA

Eccoci al secondo appuntamento con Little Europe, rubrica che indaga sul passato dei giocatori europei del mondo NBA.

Settembre 2003, a Stoccolma ed altre quattro città svedesi si svolge l’Eurobasket 2003, in cui cui prime tre classificate avranno diritto al pass olimpico. Sappiamo bene come andò quell’europeo e sopratutto la successiva Olimpiade, ma molti non sanno che nella bellissima Stockholm Globe Arena, luogo della fase finale, un giovanissimo ragazzo sta ammirando a bordo campo campioni come Parker, Gasol, Jasikevicius (MVP del torneo): questo ragazzo si chiama Jonas Jerebko ed ha un sogno, giocare nella NBA. Nato il 2 Marzo 1987 a Boras, ha il primo contatto con il mondo NBA a soli 13 anni, ma non per le sue qualità da giocatore; infatti, nel maggio 1999 Magic Johnson (proprio lui) stipulò un accordo cospicuo di sponsorizzazione con il Boras Basket, squadra della città di Jerebko, dove lo stesso Magic (non proprio al massimo della forma) giocò 6 partite: l’accordo portava la società svedese a pagare 900 mila corone a Johnson per cambiare il suo nome in “Magic M7” e di versare al campione il 70% dei profitti netti.

Il giovane Jerebko esordisce a 17 anni nella squadra della sua città, salvo poi trasferirsi al Plannja Basket, dove nella stagione 2006/2007 vince il suo primo titolo nazionale con i suoi 10 punti e 5 rimbalzi di media. Ma per un ragazzo così promettente, con una struttura ed una tecnica tale, il campionato svedese risulta molto stretto e così decide di trasferirsi in un campionato europeo. Poche sono le società lungimiranti in Italia, una di queste è la Pallacanestro Biella, che lo acquista nell’estate 2007. Alto 208 cm, trova sulla sua strada Luca Bechi, che con pazienza ne modella il gioco e lo rende giocatore ancor più solido. Il primo anno parte nel migliore dei modi per la squadra piemontese, che addirittura arriva seconda al giro di boa del campionato e perde la semifinale di Coppa Italia contro la vincitrice Avellino, salvo poi calare nella seconda parte di stagion1233123401e. Nel secondo anno, il giovane Jerebko è diventato più maturo, parte titolare come nell’annata precedente ma aumenta le sue cifre (9 punti e 5,5 rimbalzi in 25 minuti di media, contro i 17 di un anno prima).  Il finale di stagione è capolavoro: sei vittorie consecutive portano Biella ai play-off; non contenti, i piemontesi vincono una incredibile gara-5 dei quarti a Roma (con in campo il futuro compagno di squadra Datome) ed arrivano in semifinale, sconfitti in 4 gare dalla più forte Armani Jeans. Jerebko, arrivato a Biella come il nuovo Sefolosha (in Piemonte nel 2005 e nel 2006), si convince di provare il grande passo, rifiutato un anno prima per paura di essere ancora acerbo ed inesperto. Infatti già dall’estate 2008 tantissimi addetti ai lavori erano stati impressionati dal suo gioco ed il Reebok Eurocamp di quella estate ne è stata una prova tangibile.

Nell’estate 2009, però, non arriva la chiamata al primo giro come auspicato: sono i Detroit Pistons, con la chiamata numero 39, ad acquistare le sue prestazioni. L’inizio non è dei migliori: in una gara di preaseson, “scambia amicizia” con Jamaal Magloire dei Miami Heat, colpendolo al volto e incorrendo subito in una squalifica. Fin da subito, come Thabo, Jonas Jerebko si è ritagliato il suo spazio come ottimo difensore, capace di difendere sia sui 3 che sui 4 avversari; in una delle sue prime partite, infatti, dato l’infortunio a Prince, fu lui a dover marcare Vince Carter, all’epoca agli Orlando Magic: la sua ottima prestazione portò al suo minutaggio un cospicuo aumento e la fiducia per le successive partite. Per giocatori come lui, solidi ma senza grandissimo talento, il mondo NBA può rivelarsi particolare; le sue stagioni, tra l’altro tutte nella stessa squadra (difficile trovare un caso simile per un giocatore con quel tipo di status), sono state contraddistinte da un minutaggio in costante calo, lievemente assopito nell’ultima stagione (dai 27 minuti di media della stagione agli 11 della passata stagione). Come nel caso di Datome ed in generale di molti europei, è il contesto in cui ti trovi che costruisce la carriera di un giocatore e le mediocri stagioni dei Pistons non hanno permesso a Jerebko di dimostrare il suo valore, portandolo addirittura ad una preoccupante involuzione tecnica (alcune sue cifre parlano chiaro).

Nato dal padre Chril6197922s, ex cestista statunitense di origine ucraina che giocò in Svezia stabilendosi negli anni successivi, è sempre stato fedele ad una nazionale i cui risultati sono stati sempre pessimi; dopo 10 anni di assenza, Jonas è riuscito a riportare la sua nazionale all’Europeo, uscendo però al primo turno della competizione (perdendo l’ultimo match del girone contro gli azzurri) e finendo con un onorevole 13° posto. A 28 anni Jonas è portato ad una scelta difficile (così come il suo amico Datome): restare nella NBA da comprimario o essere protagonista in Eurolega. Chissà cosa riserverà il suo futuro.

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Salvatore Malfitano Classe ’94, napoletano, studente di legge e giornalista. Collaboratore per Il Roma dal 2012 e per gianlucadimarzio.com, direttore di nba24.it e tuttobasket.net. Appassionato di calcio quanto di NBA. L'amore per il basket nasce e rimarrà sempre grazie a Paul Pierce. #StocktonToMalone