Spurs, Popovich incontra Leonard. Ma ormai è rottura
Ogni giorno che passa, Kawhi Leonard si allontana sempre di più dai San Antonio Spurs. Come hanno riportato sia Adrian Wojnarowski che Ramona Shelburne, di ESPN, nella giornata di ieri coach Popovich è volato nel sud della California, a San Diego, per incontrare il giocatore e capire se fosse possibile riallacciare un rapporto apparso nelle ultime ore sempre più logoro.
Secondo Wojnarowski, a tale incontro Popovich stava lavorando da settimane, desideroso di comprendere i motivi che hanno portato l’MVP delle Finals 2014 addirittura a chiedere la cessione, preferibilmente in una delle franchigie losangeline, Lakers o Clippers. Venerdì scorso Leonard aveva esplicato la sua voglia di andar via dal Texas, premurandosi anche di avvisare le altre franchigie a lui interessate che, se dovrà attendere la free agency 2019 per muoversi, l’unica sua destinazione gradita sarà Los Angeles.
Secondo fonti USA, l’incontro di ieri tra Pop ed il giocatore è stato cordiale, benché non si capisce ancora bene quale possa essere il prosieguo, nel senso del divorzio (ipotesi più probabile) o nel senso di una riconciliazione (molto più difficile). Leonard ed il suo entourage, sottolinea la Shelburne, avrebbero volentieri preferito evitare questo, ed eventuali prossimi incontri con Popovich, furibondi sia per la gestione dell’infortunio al quadricipite del 26enne californiano, sia per le dichiarazioni rilasciate in pubblico durante il suo stop e dall’head coach e dagli altri giocatori Spurs.
Dai rumors emerge una volontà della franchigia di proprietà dell’owner Peter Holt di provare in ogni modo a ricucire con il giocatore, forti anche della possibilità di offrirgli un contratto al massimo salariale dal prossimo 1° luglio (219 milioni di dollari). D’altra parte, però, Buford e Popovich non hanno la benché minima intenzione di perdere il giocatore senza ricavarne nulla, aspettando quindi inermi la free agency 2019.
Per questo motivo, i texani sembrerebbero molto restii a trattare una trade sia con i Clippers che con i Lakers, non essendo considerate franchigie proprietarie di asset appetibili dagli Spurs. Discorso molto diverso per quel che riguarda sia i Celtics che i Sixers, altre due squadre che hanno bussato alla porta di coach Pop negli ultimi giorni. Comunque, è palese che tutto dipenderà dalla volontà del giocatore e, dichiarando una eventuale ferma volontà di diventare free agent la prossima estate, ridurrebbero e non di poco il potere in sede di mercato degli Spurs.
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