Le proteste per l'omicidio di Stephon Clark bloccano l'accesso dei tifosi alla partita dei Kings
Serata turbolenta in quel di Sacramento per i tifosi dei Kings.
Nel prepartita della sfida che vedeva la franchigia californiana attendere la visita degli Atlanta Hawks (il match è terminato col punteggio finale di 105-90 in favore dei padroni di casa) la protesta dei manifestanti contro l’omicidio di Stephon Clark ha bloccato l’ingresso del Golden 1 Center.
Ad accedere all’interno dell’impianto sono stati meno di 2000 appassionati ed il match è iniziato in notevole ritardo anche a causa di un appello a centrocampo del proprietario dei Kings, Vivek Ranadivé.
Stephon Clark – 22 anni – è l’ennesimo ragazzo afroamericano che ha perso la vita per mano della polizia.
Nella notte di domenica, infatti, il giovane è stato raggiunto da una ventina di colpi da arma da fuoco nel cortile della casa dei suoi nonni.
Infatti, un paio di agenti hanno dichiarato di aver scambiato per una potenziale arma da fuoco l’Iphone bianco che il ragazzo (in realtà disarmato) teneva tra le mani.
A trarre in inganno gli agenti di polizia, secondo le più affidabili ricostruzioni, sarebbe stata la telefonata al 911 che denunciava la presenza di una persona “con felpa nera e pantaloni della tuta scuri con strisce e puntini bianchi” intento a spaccare i finestrini di alcune auto parcheggiate nei pressi.
Le parole di Vivek Ranadivé
Queste le dichiarazioni del proprietario dei Sacramento Kings, il quale – prima della palla a due – ha voluto sottolineare che:
«Siamo consapevoli che oggi non si tratta di una partita come tutte le altre ma vogliamo impegnarci all’interno di questa comunità per rendere il mondo un posto migliore ed evitare che tragedie del genere accadano ancora. Quello che è successo domenica è una tragedia orribile e come prima cosa vogliamo esprimere la nostra vicinanza e le nostre condoglianze alla famiglia di Stephon. Quello che è successo è tremendo e siamo dispiaciutissimi per la vostra perdita. Come organizzazione rispettiamo ogni tipo di protesta pacifica ma siamo anche consapevoli di avere, come squadra, un ruolo di privilegio col quale arrivano anche delle grandi responsabilità. Ragion per cui, vogliamo affrontare questo momento tutti uniti, indipendentemente da razza e colore di ognuno di noi»