Cavs, Irving era già in partenza dopo le Finals: il retroscena
Giungono indiscrezioni clamorose riguardo la travagliata fase finale del rapporto di Kyrie Irving con i Cleveland Cavaliers. Come riporta Jackie MacMullan, di ESPN, a metà giugno, subito dopo la fine delle Finals 2017 perse dai Cavs per 4-1 contro i Golden State Warriors, l’attuale stella dei Boston Celtics fu molto vicina a cambiare casacca già in quella circostanza.
Secondo rumors confermati da fonti e della franchigia e della Lega, l’ex GM di Cleveland, David Griffin, pochi giorni prima di lasciare il suo incarico provò ad imbastire una trade a tre con Phoenix Suns ed Indiana Pacers, con l’obiettivo di spedire Irving e Channing Frye in Arizona e di ottenere in cambio Eric Bledsoe e Paul George.
Il tutto, però, saltò per l’opposizione dei Suns, decisi a non privarsi della loro quarta scelta al Draft 2017, con la quale poi selezionarono Josh Jackson. Una mossa, quella di Griffin, dettata dall’aver percepito l’insoddisfazione del ragazzo e volendosi preparare per il momento nel quale Kyrie avrebbe chiesto la trade. Una volta andatosene Griffin, tutto ciò ha vissuto una fase di stallo, fino al 9 Luglio quando, riporta ancora MacMullan, Irving ed il suo agente, Jeff Wechsler, incontrarono alla Quicken Loans Arena l’owner dei Cavs, Dan Gilbert.
Secondo le fonti, Irving e Wechsler avrebbero pressato Gilbert circa il futuro di LeBron James, per poi indicare San Antonio, Minnesota e New York come mete preferite per una trade. Boston sarebbe entrata in scena solo successivamente, in seguito all’interesse di Gilbert per la pick al primo giro del Draft 2018 posseduta da Boston e cedutagli nel 2013 dai Nets.
Secondo Irving, però, le cose andarono diversamente: “C’è un equivoco di fondo, poiché io non avevo assolutamente voce in capitolo, fui ceduto a Boston. Non c’è stata per me possibilità di scegliere“. Un Irving, poi, deluso dal fatto che Gilbert, volato a Las Vegas per la Summer League dopo il loro incontro, avesse spifferato tutto al suo staff, provocando una sorta di ‘fuga di notizie’: “Io ho parlato con Dan nel modo più professionale possibile” – spiega il nativo di Melbourne – “Ho espresso il mio pensiero e ci siamo confrontati su quale sarebbe stato il futuro. Ho pensato che tutti avrebbero mantenuto un certo grado di riservatezza sulla nostra conversazione, e quello che poi è accaduto mi ha deluso. Tutti quindi si sono sentiti in diritto di giudicare me e la mia situazione, dandomi dell’egoista, volendo spiegare perché avrei dovuto decidere in un modo anziché in un altro. Questa non è la realtà e c’è stato tanto rumore intorno a tutto ciò“.
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