Media Day Cavaliers, James: "L'addio di Irving è stato uno shock, ma la squadra è ancora competitiva"
Dopo la partenza shock di Kyrie Irving, i Cleveland Cavaliers ripartono per riprendersi il trono strappatogli dai Golden State Warriors lo scorso giugno. Nella conferenza di presentazione della squadra hanno preso la parola il nuovo acquisto Isaiah Thomas e ovviamente LeBron James, leader assoluto della franchigia.
Isaiah Thomas – “Fisicamente mi sento meglio, faccio progressi ogni giorno e sto diventando più forte. Nelle ultime tre settimane sono riuscito ad allenarmi nuovamente con il mio staff sei giorni alla settimana per far riprendere forza ai muscoli, ma era dallo scorso maggio che non potevo fare nulla, quindi ora bisogna concentrarsi nel far ritornare l’anca com’era prima dell’infiammazione. L’ultima settimana è meravigliosa, conoscevo la maggior parte di questi ragazzi solo dal punto di vista competitivo avendoci giocato contro, ma non avevo avuto la possibilità di stringere con nessuno di loro un legame tranne che con Kevin Love quando eravamo ragazzini. A Boston ero quello incaricato di svolgere quasi tutto il lavoro, mentre qui avrò meno pressioni trovandomi in una squadra che punta di diritto al titolo NBA”.
LeBron James – “Lo sport può unire le persone e se si fanno degli errori nella vita, non può essere un problema. Se avete votato per Trump non fa nulla, anche io ho fatto cose con i miei bambini che mi sono reso conto fossero sbagliate successivamente. Possiamo dire che sto provando a cambiare le cose? Voglio soltanto che questa nazione vada avanti a prescindere dal colore della pelle. Siamo la nazione più grande al mondo e abbiamo dei problemi, ma questi li possono risolvere solo le persone unite e non un singolo individuo. Sicuramente non lui. Nessuno può precludervi di far realizzare i vostri sogni.
Quando Irving ha chiesto di essere scambiato non sapevo cosa pensare. Ho provato ad immedesimarmi in lui, cosa può averlo portato ad una scelta del genere. Forse sono stati i cambi di allenatore, nella società, forse addirittura il mio ritorno. Ho provato a farlo arrivare al massimo delle sue potenzialità, gli avrei dato anche il mio DNA se fosse stato possibile, come ho detto lo scorso anno ero pronto a cedergli la leadership della squadra. L’ho contattato, lui mi ha semplicemente risposto che era quello che voleva per la carriera ed io non ho replicato perché capivo le sue motivazioni. È stato uno shock per tutti ma devo ringraziare il nostro front office per aver reso possibile una trade che facesse restare invariata la nostra competitività”.