NBA DRAFT 2017 - Fox, l'uomo mandato da Calipari
Il migliore atleta di questo Draft 2017. E come potrebbe essere altrimenti se tua mamma gioca a basket e tuo padre a football e in casa lo sport e l’unica religione? De’Aaron Fox ha saputo mettersi sulla mappa degli scout NBA per essere un giocatore “Without fear”. Senza paura. Capace di giocare in ogni ruolo, ad ogni altezza, soprattutto con ogni velocità. Classe 1997, nasce a New Orleans e cresce a Houston. Nel Texas si innamora del basket e alla High School non ha problemi a farlo vedere: trentelli piovono, quarantelli pure, cinquantelli ne abbiamo.
AD UN PASSO DAL SOGNO – Il suo unico anno al College si è fermato sul più bello, in quella che è stata probabilmente la gara più avvincente del torneo da quel lato del tabellone. Kentucky si è arresa un attimo prima di arrivare alle Final Four, ma ha lasciato il passo a quella che poi sarà la vincente dell’intero torneo (North Carolina). Una sconfitta che ha fatto male a fox come agli altri, ma che è servita a rafforzare ancor di più la convinzione che questo ragazzo potesse essere da Top 5 del Draft di Brooklyn. “Ho pensato si spezzasse, invece l’ho visto rialzarsi ogni volta e andare sempre più su” dirà di lui Calipari. Proprio l’allenatore ai Wildcats è quello che l’ha fatto definitivamente esplodere, rendendolo ciò che è oggi. Un diamante grezzo che agli scout NBa piace tantissimo. Ha chiuso la stagione con oltre 21 punti di media, confermandosi trascinatore dei suoi. Ora non resta che capire quale cappellino indossare.
PROBLEMI AL TIRO – Il suo maggior difetto è sicuramente quello. Il 24% con cui ha chiuso la stagione da 3 non rende giustizia a quelle che potrebbero essere le doti. “Ci sto lavorando tanto ogni giorno in palestra, è stato solo un anno storto. Anche ai workout ho dimostrato di poter essere un tiratore”, dirà Fox. Ma, nel frattempo, è la sua unica pecca. Tra le virtù, invece, quella che maggiormente colpisce è la leadership, capace a 20 anni di fare la differenza per sé e i compagni, rendendo Kentucky una temibile avversaria per tutti. Non ha paura delle rivalità: memorabili i 39 punti segnati affrontando UCLA di Ball in stagione. Le buone riuscite al tiro potrebbero essere confermate dal buon rendimento in lunetta (74%) e in difesa non ha alcun problema a dare fastidio a tutti. Il fisico longilineo e rapido lo rende un ottimo uomo nell’uno contro uno e non soffre nemmeno con quelli che hanno più chili di lui. Segnare in agenda alla voce “funzionale”.
CHI VUOLE SCOMMETTERCI – La provenienza da Kentucky ha fatto si che il paragone con Wall fosse automatico, ma in realtà De’Aaron pone l’asticella ancora più su. “Se si tratta di correre in contropiede non sono secondo a nessuno nella Lega”, scherza con i media.
Chi scommetterà su un giocatore che, pur da backcourt, non assicura certezze al tiro ed è ancora da formare in difesa? Non Boston con la terza chiamata, probabilmente, forse i Suns alla quattro. Ma a Phoenix di guardia ce ne sono e non sarà certo Fox a fare la differenza. Probabile, dunque, la chiamata alla cinque, con i Sacramento Kings pronti all’affare.
Ne riparleremo tra qualche anno, De’Aaron.