Curry, Durant e la volontà di rimanere ad ogni costo: è davvero già iniziata una nuova dinastia in Nba?
Abbiamo tutti ancora negli occhi le immagini di gara 5 in quel della Oracle Arena che hanno regalato il secondo titolo Nba in tre anni ai Golden State Warriors, il primo della carriera per Kevin Durant nominato tra l’altro Mvp della serie finale contro i Cleveland Cavaliers di LeBron James. Oggi a distanza di soli tre giorni dal trionfo Warriors in America già si chiedono se questo titolo per i ragazzi di Kerr sia solo l’inizio di una (chissà quanto) lunga serie che potrebbe portare Golden State ad essere la prima vera “dinasty” di questo decennio al pari dei Lakers degli anni ’80 di Magic ed Abdul-Jabbar o dei Bulls di Jordan dominatori negli anni’90, poiché il 16-1 con il quale i californiani hanno dominato questa postseason non ha lasciato innanzitutto scampo a nessuna delle contender e soprattutto ha scatenato paragoni che ora come ora possono ritenersi del tutto legittimi dato il valore tecnico ed economico della franchigia della Baia. Per quanto riguarda il futuro infatti appare sempre più scontata la conferma del nucleo fondamentale dei Warriors, visto che nonostante Kevin Durant abbia una player option per la prossima stagione e Steph Curry diventerà unrestricted free agent entrambi hanno più volte espresse la volontà di rimanere per dare estrema continuità ad un progetto che sta raccogliendo e raccoglierà tutti i suoi frutti. “Siamo una squadra speciale, un gruppo speciale” -ha detto Durant ieri ai microfoni di Chris Haynes di ESPN.com- “e nonostante nel basket non vi è mai niente di sicuro penso di dire con certezza che abbiamo tutte le carte in regola per continuare con questo progetto e lavorare in maniera perfetta come abbiamo fatto quest’anno”. Dello stesso avviso anche Steph Curry che ha fatto eco al proprio compagno aggiungendo così: “Ciò che abbiamo costruito in questa stagione è stato davvero speciale, è stato unico e qualunque giocatore vorrebbe non finisse mai. Ogni tassello della nostra squadra è stato fondamentale per il raggiungimento del nostro obiettivo e vorrei fosse così ogni singolo anno”. Lo stesso Haynes di ESPN ha poi spiegato che i Warriors potrebbero avere ben 10 giocatori destinati alla free agency a seconda di come le cose si evolveranno nel prossimo mese, in quanto oltre ai già citati Curry e Durant vi sono anche West, Clark, Pachulia, McGee, McAdoo, Barnes, Iguodala e Livingston le cui situazioni contrattuali saranno monitorate dalla società nelle prossime settimane. Se da un lato Curry dovrebbe rifirmare un contratto quinquennale da 205 milioni di dollari e Durant prendere circa quattro milioni di dollari in meno e rinnovare nella prossima stagione per consentire allo staff societario di rifirmare sia Livingston che Iguodala, dall’altro lato ancora da definire sono tutte quelle situazioni cecoinvolgono i restanti giocatori sopracitati, per cui non è detto che possa esservi sì una mini rivoluzione in casa Warriors che coinvolga però solamente le seconde linee e non i giocatori ritenuti al centro del progetto “dinasty” di Golden State.