Primo attacco al GOAT: LeBron James supera Michael Jordan e diventa il miglior scorer all-time dei playoff
Undici anni dopo il debut in un contesto di NBA playoff, LeBron James corona quello che poco prima della palla a due definisce come un “obiettivo personale”. Dopo 8880 minuti di gioco in post-season, LBJ diventa il miglior realizzatore ogni epoca della storia dei playoff NBA, superando la leggenda Michael Jeffrey Jordan. Grazie ad un tiro da 9 metri, scoccato quando il tabellone del TD Garden segna 2:40 alla fine del terzo quarto – con la gara già abbondantemente scappata – il bottino di James arriva a quota 29 punti, segnando un momento storico per il Gioco e per la carriera di King James. Jordan si era fermato a 5.987 punti in postseason – realizzati in 179 partite – mentre James grazie a quella tripla arriva a 5.989 punti, diventando così il Re degli scorer NBA sul massimo palcoscenico che questo sport possa offrire.
Rank | Player | Points |
---|---|---|
1. | LeBron James | 5,995 |
2. | Michael Jordan | 5,987 |
3. | Kareem Abdul-Jabbar | 5,762 |
4. | Kobe Bryant | 5,640 |
5. | Shaquille O’Neal | 5,250 |
6. | Tim Duncan | 5,172 |
7. | Karl Malone | 4,761 |
8. | Jerry West | 4,457 |
9. | Tony Parker | 4,012 |
10. | Larry Bird | 3,897 |
Vale la pena aggiungere che LeBron James è l’unico giocatore presente nelle Top10 di punti, rimbalzi e assist nella storia dei playoff NBA. Nel post partita, James ha riflettuto su questo incredibile traguardo raggiunto e ha dichiarato in conferenza stampa quanto segue:
Indosso questo numero a causa di Mike. Quando cresci e vedi Michael Jordan giocare lo paragoni ad un Dio, quindi non ho mai creduto di poter essere come Mike. Così ho iniziato a concentrarmi su altri giocatori e altri modelli. Non ho mai pensato di poter arrivare a un punto che Mike ha toccato, quindi penso che mi ha aiutato a scuotere, a far cambiare il mio gioco, la mia visione del gioco. Questa è la cosa più importante che mi sento di dire dopo aver ottenuto questo record. Non occorre segnare per avere un impatto sulla squadra o sulla partita. Questa è la mia mentalità. Quando ho iniziato a giocare pensavo che ‘se non posso segnare sempre, devo trovare un altro modo per avere impatto sulla partita” e questo mi ha portato fino a questo punto. E sarà così per il resto della mia carriera: segnare non sarà mai la mia priorità numero uno sulla mia agenda.