Warriors, Durant: "Penso al ritorno ad Oklahoma City da un mese"
Sabato 11 Febbraio è una data cerchiata in rosso sul calendario di Kevin Durant (e non solo ovviamente). Quella sera, infatti, la stella dei Warriors farà il suo ritorno, per la prima volta da avversario, ad Oklahoma City. E ci si attende un clima tutt’altro che amichevole intorno a lui, dopo la discussa “decision” dell’estate scorsa.
Intervistato da Marc Stein per SportsCenter, l’ex Thunder ha rivelato di pensare a questa partita già da un mese ormai, non vedendo l’ora di viverla e di capire quali sensazioni proverà. “Sono consapevole che quello che è importante per i fan dei Thunder e per la loro squadra, lo è di più rispetto a quello che è importante per un singolo giocatore” – dice KD – “Non ho intenzione di arrivare lì come se dovessi essere lodato, so bene come andrà. Ci sarà un ambiente molto turbolento. Sono stato parte delle serate più rumorose e sono consapevole che non riceverò la più amichevole delle accoglienze“.
“Io non vedo l’ora di incontrare le persone con le quali ho costruito dei rapporti veri” – prosegue Durant – “Sono certo che i tifosi che mi hanno conosciuto per tutto questo tempo, pur senza fare il tifo per me ad alta voce, mi faranno un’occhiolino, consapevoli di quello che c’è stato“.
Nel prosieguo dell’intervista, Durant tocca chiaramente anche il tema del rapporto con Westbrook, da lui definito come un “finto dramma”. “Durante un’intervista, usai la parola ‘unselfish’ (altruisti) riferendomi ai miei attuali compagni di squadra qui ai Warriors” – spiega il nativo di Washington – “Qualcuno, quindi, ha parlato con Russell, riferendogli delle mie parole, ma dipingendole come se avessi detto che tutti ai Thunder fossero ‘selfish’ (egoisti). Li ho capito che stavano provando a montare un caso sulle mie parole. Ovviamente Russell non ascoltò la mia intervista completa. E’ così semplice per i media manipolare le dichiarazioni. E loro traggono vantaggio da un’eventuale faida tra me e Russell“.