Il Decreto Anti-Immigrazione di Trump preoccupa la NBA
Il Decreto Anti-Immigrazione firmato dal Presidente Donald Trump, il quale vieta per i prossimi tre mesi ai cittadini provenienti da sette paesi musulmani, ovvero Iran, Iraq, Libia, Somalia, Sudan, Siria, Yemen, l’ingresso negli Stati Uniti, preoccupa e non poco la NBA.
In particolar modo per la situazione di due suoi giocatori, ovvero sia il rookie dei Bucks, Thon Maker, e il giocatore dei Lakers, Luol Deng. Entrambi i giocatori, benchè siano rispettivamente di nazionalità australiana ed inglese, sono infatti originari della città di Wau, in Sud Sudan ma, fino al 2011, appartenente al Sudan.
Essendo il decreto applicabile anche ai possessori di doppia nazionalità, i due potrebbero incontrare seri problemi negli spostamenti. Ecco quindi che la Lega si è mossa direttamente con il Dipartimento di Stato per avere chiarimenti, diffondendo anche un comunicato ufficiale rilasciato da Mike Bass, portavoce della NBA.
“Abbiamo contattato il Dipartimento di Stato e stiamo raccogliendo tutte le informazioni necessarie per capire come il decreto esecutivo potrebbe essere applicato ai giocatori della nostra Lega che provengono dai paesi inseriti nella lista. La NBA è una lega globale e siamo orgogliosi di attirare giocatori da tutto il mondo“.
Netta la presa di posizione dei Bucks in favore di Maker. Il vice presidente, Alexander Lasry, ha usato Twitter per esprimere il suo pensiero: “Apprezzo il sostegno dei tifosi e dei giocatori, che sono preoccupati per Thon. Oggi, un rifugiato sudanese, fuggito dalla guerra e dalla oppressione, inizierà la sua seconda partita di NBA come starter. Ne sono orgoglioso. E’ il simbolo di ciò che rende la grandezza e i valori che attirano gli immigrati qui in America. Sono orgoglioso che mio padre e Thon diano l’esempio“.