Celtics, momenti di tensione tra Smart e gli assistenti di Stevens
All’improvviso, il meccanismo dei Celtics, in grado di salire fino al terzo posto della Eastern Conference, sembra essersi inceppato. Sono tre le sconfitte consecutive per la squadra di Stevens, da ultimo il ko di stanotte al Verizon Center di Washington (108-123). Un passo falso che ha esasperato l’animo di Marcus Smart.
Ecco cosa è successo. Dopo aver giocato 16 dei primo 20 minuti del secondo tempo, Smart è stato richiamato in panchina con poco più di 4′ da giocare, con i Celtics sotto di 13. Quindi il giocatore va verso il tavolo dei segnapunti come per controllare qualcosa, seguito da coach Stevens. Subito dopo, una palla persa fa partire il “TV timeout”. Smart si siede come se dovesse rientrare in campo, spingendo alcuni degli assistant coach di Stevens a farlo tornare in panchina. A questo spunto, il #36 dei Celtics ha un diverbio molto acceso con Jerome Allen e Jamie Young, con Smart che, alla fine, prende la strada degli spogliatoi, seguito da Amir Johnson.
“Voleva solo rientrare in campo” – dice coach Stevens – “Ma aveva giocato 12 minuti di fila o giù di lì. Nonostante ciò non voleva lasciare il campo“.
Il post partita di Smart può essere diviso in due momenti. Innanzitutto, davanti ai giornalisti, il 22enne di Flower Mound, Texas, ha spiegato: “Siamo allenatori e giocatori, persone veramente appassionate del Gioco, che odiano perdere ed avere diverse opinioni su alcuni aspetti del basket. Certo, volevo rientrare, dare tutto quello che avevo come tutti. Abbiamo avuto opinioni diverse su questo“.
Poi, tramite il proprio profilo Twitter, ecco le scuse: “Al mio coaching staff, ai miei compagni e all’organizzazione dei Celtics, chiedo scusa per le mie azioni stasera. Odiando perdere, le mie azioni sono state infantili e poco professionali e mai, in nessun caso, avevo il diritto di comportarmi così. Perciò mi scuso sinceramente. Sono un modello di comportamento per i bambini e un giocatore per il mister. Mi dispiace“.
CELTICS, IL DIVERBIO TRA SMART E IL COACHING STAFF DI STEVENS