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San Antonio Spurs, Ginobili: "Non sono solo un mentore, pensare di poter ancora dare una mano mi tiene giovane"

Con un messaggio lasciato al sito argentino La Nacion, Manu Ginobili ha detto la sua sulla nuova stagione e sui suoi Spurs:

“Sono felice di essere di nuovo in questa situazione, iniziare una stagione nella NBA. La verità è che mi sto godendo il momento e sto cercando di essere nelle migliori condizioni possibili. Concentrandomi su me stesso, cercando di essere in buona salute, cercando di aiutare la squadra. È un inizio con varie emozioni, perché l’arrivo di Nico (Laprovittola) lo rende un po’ più speciale, non capitava di avere un connazionale nella squadra da quando c’era Fabri (Oberto), nel 2009. Inoltre, vi è una differenza di 13 anni tra Nico e me, è per questo che avrò un ruolo diverso da quello che ho avuto con Fabri. E la verità è che sono molto felice che si sia unito alla squadra. Ma è anche un peccato per Pato (Garino), che era molto vicino, ha fatto un ottimo lavoro, ma non ce l’ha fatta questa volta. È un ragazzo giovane, fresco di laurea, avrà altre opportunità, senza dubbio. Ma essere qui, spezzarsi la schiena queste sette settimane. Si spera che quel desiderio venga esaudito. Non è andata bene per lui, ma almeno è successo a Nico. Quindi sono felice da un lato e un po’ triste dall’altro. Ma ho fiducia che alla fine Pato entrerà in NBA.

Questa stagione dovremo adattarci a piccole variazioni in campo. È chiaro. Come con LaMarcus (Aldridge), ma la verità è che si ricomincia da capo. Dobbiamo trovare un tipo di unione che si viene a creare tra noi esperti e i giovani, e abituarci a giocare insieme. Ma nel complesso la squadra è rimasta buona. Pau Gasol ha bisogno di essere inserito al più presto possibile all’interno del sistema. Farlo stare tranquillo, coinvolgerlo. Con le seconde linee, tra cui (Dewayne) Dedmond, (David) e Lee (Davis) Bertrans, che giocheranno di più, dobbiamo fare lo stesso e giocare al meglio insieme. Ci metteremo del tempo, bisognerà fare tutto con calma. Il resto andrà bene.

Sarà difficile come per gli altri anni, tutti vogliono vincere. Le altre squadre sono state rafforzate e avranno i nostri stessi obiettivi. È logico che tutti parlino di Golden State e Cleveland, perché questi ultimi sono i campioni uscenti e gli altri hanno fatto il record di vittorie e si è unito Durant. Ora noi, come sempre, abbiamo le nostre possibilità. Dobbiamo lavorare e niente sarà facile. Ma si deve costruire a poco a poco fino ad aprile, maggio e giugno nel miglior modo possibile.

Siamo tutti in attesa di vedere cosa succederà nell’equilibrio della conference, anche se sembra non sia cambiato molto rispetto alla scorsa stagione. Era dai Lakers di Gary Payton, Karl Malone, Kobe (Bryant) e Shaq (O’Neal) che non si vedevano così tanti campioni come quelli che hanno ora i Warriors. Ora è stato al centro dell’attenzione Durant, quindi è normale che tutti guardino a loro. Ma le altre squadre non sono da disprezzare. I Clippers sono sempre difficili da battere. Sarà dura. Bisogna vedere cosa succede con Chicago ora con i nuovi arrivi. Boston sarà molto quotata ad Est. Ad Ovest vedremo come Houston e Dallas riusciranno a giocare con i cambiamenti che sono avvenuti. Oklahoma City è quella che soffre di più, vediamo come sostituirà Durant. Credo che ad Est, Cleveland, Boston e Chicago siano quelle con più attenzione mediatica oggi.

Ma avrà anche un sapore speciale quest’anno, perché ci sarà un argentino in più in NBA. È stata una situazione del tutto inaspettata per noi cinque mesi fa. Alla fine della stagione, non credevamo che ci fossero possibilità per un suo arrivo. Non perché la qualità mancasse, ma perché non si era parlato molto di giocatori argentini che potessero arrivare. È raro che un giocatore passi dalla Lega in NBA. Abbiamo tutti pensato che Nico Brussino potesse avere il suo futuro in NBA, ma ci aspettavamo prima un passaggio in Europa e poi fare il salto qui. È stata una sorpresa anche per lui, come ha potuto ammettere. Ha finito per guadagnarsi un posto qui ed è bello avere due connazionali. Due con cui posso condividere la mia esperienza. Sono due città dove avrò qualcuno che conosco. È davvero una cosa stupenda e speriamo che presto Pato (Garino) ed entro un anno Campazzo possano raggiungerci.

Ci sono diverse motivazioni in più in questa stagione che sta per iniziare, perché molto è stato fatto dei nuovi contratti televisivi e questo potrebbe cambiare le forze del franchising. In quindici partite vedremo come le squadre sono organizzate. Kevin Durant ha chiaramente alzato le quotazioni di una squadra (Golden) e abbassato le aspettative di un altra (Oklahoma). È stato un grande cambiamento, questo è ovvio. Ma altrove, nell’altra conference, Horford è andato da Atlanta a Boston, ed è passato sottobanco. Atlanta poteva scendere nelle quotazioni, ma ha preso Howard. Cleveland rimane quella che era. Vediamo se l’equilibrio è alterato, dopo quanto è successo.

Sinceramente, la verità è che sono molto calmo con ciò che verrà. Sento di poter ancora lavorare e che la squadra ha bisogno ancora di me. Sento di avere ancora un ruolo importante. Non sono un allenatore, per così dire. O non sono solo un mentore, posso dare alla squadra ancora tanti. Mi tiene vigile, attivo e, tra virgolette, “giovane”. Non posso abbassare le braccia, perché io sono il terzo più vecchio dell’NBA. Sono mentalmente più tranquillo, ma nel corso della giornata, voglio produrre, contribuire a guadagnare i minuti in campo e fare tutto quello che ho sempre fatto.

Così tengo viva la sfida, con la guardia alta”.

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Salvatore Malfitano Classe ’94, napoletano, studente di legge e giornalista. Collaboratore per Il Roma dal 2012 e per gianlucadimarzio.com, direttore di nba24.it e tuttobasket.net. Appassionato di calcio quanto di NBA. L'amore per il basket nasce e rimarrà sempre grazie a Paul Pierce. #StocktonToMalone