San Antonio Spurs, tra vecchie certezze e nuove speranze inizia l'era post Tim Duncan

Ci sono amori che molto romanticamente vorremmo durassero per sempre ma che per sempre a volte purtroppo non possono durare. L’hanno imparato a malincuore a capire in quel di San Antonio, Texas, dove l’addio alla pallacanestro dopo 19 anni di Tim Duncan sa tanto di fine di un grande amore più che di un’era, un amore vissuto in silenzio nella maniera più vera ed emozionante possibile, un amore che si è interrotto sul campo ma che forse in realtà non finirà mai veramente. San Antonio riparte tra l’intramontabile vecchia guardia orfana dell’uomo proveniente dalle Isole Vergini ma pur sempre viva e la certezza di un allenatore in panchina per il quale non sono necessarie ormai troppe presentazioni e tante speranze, prima delle quali la definitiva consacrazione di Kawhi Leonard ormai sempre più al centro del sistema offensivo degli speroni neroargento.

COME L’ABBIAMO LASCIATA – Dopo una stagione da assoluti protagonisti ad Ovest conclusasi con uno straordinario bilancio di 67 vittorie e 15 sconfitte, i San Antonio Spurs hanno chiuso al primo posto nella Southwest Division secondi nella Western Conference solo ai Warriors dei record di Curry e compagni. Ai playoff dopo un agevole primo turno chiuso sul 4-0 contro i Grizzlies è arrivata la doccia fredda in semifinale, dove i texani sono stati sconfitti nella serie per 4-2 contro gli Oklahoma City Thunder ed hanno dovuto anticipatamente dire addio ai sogni di anello.

MERCATO ESTIVO – Il mercato estivo degli Spurs non poteva non essere ovviamente condizionato dall’addio di Tim Duncan a cui sono seguite poi le partenze di Boris Diaw, West e Marjanovic. Pacchetto lunghi per questo motivo totalmente rivoluzionato con gli arrivi di Pau Gasol, che per classe ed intelligenza cestistica rappresenta nonostante l’età forse il miglior sostituto di Duncan che si potesse trovare in circolazione, ma anche di David Lee, di Joel Anthony e di Dewayne Dedmon. Non vi sono stati particolari cambiamenti invece per quanto riguarda il reparto esterni,  dove gli Spurs oltre ai soliti noti potranno contare sui giovani argentini Nicolas Laprovittola e Patricio Garino per i quali avrà garantito sicuramente Manu Ginobili, ma anche sull’italoamericano Ryan Arcidiacono proveniente da Villanova e sul rookie Dejounte Murray del quale si parla un gran bene.

UOMO FRANCHIGIA – La fine dell’era Duncan cambierà per forza di cose anche quelli che saranno gli equilibri all’interno del sistema Spurs che coach Popovich ha negli anni sapientemente orchestrato, sicuramente per le ambizioni di San Antonio fondamentale sarà la stagione di Kawhi Leonard, forse pronto ora come non mai a prendersi sulle spalle gran parte del peso offensivo e difensivo di questi Spurs. Molte delle fortune neroargento passeranno quest’anno dalle sue mani ma non è da sottovalutare il preziosissimo apporto che arriverà da Aldridge, proveniente da una stagione che per lunghi tratti è stata di altissimo livello, oltre che dai vari Gasol, Parker, Green e Ginobili, chiamato anch’egli forse al canto del cigno ma comunque deciso a fare un (ultimo?) anno da protagonista.

A COSA PUNTARE – Negli anni siamo stati ad identificare gli Spurs sempre come squadra seriamente candidata ogni volta al titolo senza troppi problemi, quest’anno dopo l’addio di Duncan forse per la prima volta dopo molto molto tempo San Antonio sembra essere appena una spanna sotto le favorite ma per talento, classe, completezza di roster e soprattutto per quel signore che siede in panchina l’obiettivo dei texani deve sicuramente rimanere il titolo Nba.

PRONOSTICO – Gli Spurs non dovrebbero avere problemi a recitare proprio come l’anno scorso un ruolo da assoluti protagonisti ad Ovest, la qualificazione al treno playoff appare più che scontata, un po’ meno scontato forse stabilire se riusciranno ad arrivare fino in fondo, molto dipenderà dagli accoppiamenti che ci saranno e dalla condizione con la quale la squadra (e soprattutto la “vecchia guardia”) arriverà alla postseason.