Rockets Media Day, D'Antoni punta tutto su Harden
“Allargare il campo. Prendo il prima possibile il tiro, ma senza avere fretta. Prende il primo miglior tiro che ci capita. Questo può succedere in qualsiasi momento dell’azione. Se ci riusciamo nei primi 7 secondi dell’azione? Grandioso!”.
Questa è la filosofia dantoniana racchiusa in 3 righe. Inevitabile che alla conferenza stampa di presentazione della stagione si partisse proprio da qui. Dal seven seconds or less dei Suns, con Harden a recitare la parte del Nash un po’ più grosso, un po’ più nero e con un po’ più di barba: “James è uno dei migliori giocatori di pick and roll che ci sono nella Lega, senza ombra di dubbio. Riesce a fare delle cose incredibili. Con la sua capacità di visione del gioco unita a quella realizzativa, può davvero diventare uno dei migliori di sempre in quel fondamentale”.
Un’investitura importante per Harden, che sarà quello da cui partire per portare avanti il processo di transizione da seguire che sembra già essere ben chiaro agli occhi dell’ex allenatore dei Lakers: “Dobbiamo riuscire ad essere una squadra capace di giocare in transizione e allo stesso tempo capace di lavorare in un attacco a metà campo contro la difesa schierata”.
Tanto tiro da 3 e tiro da sotto il ferro, leggasi Moreyball. Non proprio quanto predicato dal vangelo secondo D’Antoni, ma il coach, stimolato dalla domanda, non ha avuto dubbi: “Mi state prendendo in giro??? E’ fantastico!”.
Una redenzione che cercherà il più possibile di non allontanarsi dai dettami che per anni l’ex playmaker dell’Olimpia Milano ha predicato: “Certamente è importante trovare più fonti di gioco possibile da poter utilizzare. Ma a Phoenix, ne avevamo una soltanto, Steve Nash. Questo è il motivo per cui ha vinto due premi da MVP. Io credo che abbiamo a disposizione uno dei migliori playmaker della NBA, perciò Harden avrà sempre la palla in ogni possesso”.