Kyrie GOLD: numeri e record di un 24enne sul tetto del mondo
Un’estate da ricordare per Kyrie Irving? No, molto ma molto di più. Appena 2 mesi fa saliva sul tetto del mondo con i suoi Cleveland Cavaliers, segnando un tiro decisivo con la mano in faccia dell’MVP e con milioni e milioni di occhi addosso. Ora, dopo non aver praticamente mai staccato la spina. Uncle Drew si gode l’estate, festeggiando forse il traguardo più bello per un americano, un traguardo che non tutti i campioni possono affermare di aver raggiunto. Salire sul gradino più alto del podio è un’emozione indescrivibile, comune a tutti i giocatori che l’hanno vissuta. Ma per Kyrie, come sempre, è diverso. E’ diverso il suo approccio alle vittorie, è diverso il suo apporto, è diversa ogni cosa perchè chi nasce con una mentalità vincente riesce ad assorbire il meglio delle vittorie, dei successi con il tempo. Ci saranno settimane di stop prima di riprendere e solo in questi momenti, magari su una spiaggia paradisiaca, si renderà conto che sul tetto del mondo (in tutti i sensi) c’è lui: Kyrie Andrew Irving.
A 24 anni gli obiettivi della vita sono i più disparati, ognuno conduce una vita diversa e per ovvi motivi chi fa dello sport la sua vita, la sua professione, è avvantaggiato. La posizione in cui si trovano i giocatori professionisti è senza ombra di dubbio quella più ambita da chi ama questo sport ma esistono dei casi in cui la maturità (quella cestistica) arriva molto prima degli altri. Se a 24 anni hai già realizzato ogni tuo sogno, se hai già vinto tutto ciò che lo sport offre, se hai già raggiunto ogni obiettivo che ti sei posto, come si fa a continuare? Quali sono gli stimoli? Di certo non sappiamo darvi una risposta, perchè non siamo nella mente di un eletto come Irving. Già, un eletto, quasi a volerlo paragonare ad un suo “Prescelto” compagno di squadra. Senza obbligatoriamente restare in tema con la stagione che si è appena conclusa, Kyrie Irving a 24 anni e 152 giorni è in ordine sparso:
- Campione NBA (2016)
- Medaglia d’oro alle Olimpiadi di Rio (2016)
- Campione del mondo FIBA (2014)
- MVP della FIBA World Cup (2014)
- 3 volte All Star (2013, 2013, 2015)
- MVP dell’All Star Game (2014)
- Campione della gara di tiro da 3 (2013)
- Rookie dell’anno (2012)
- MVP del Rising Stars Challenge (2012)
- All-NBA 3rd Team
- All-Rookie 1st Team
Traguardi imbarazzanti considerando l’età. Eppure non sono le 11 categorie elencate a far paura, bensì gli anni in parentesi. Kyrie è nel basket che conta da poco più di 4 anni ed è arrivato ad un livello dove alcuni grandi del Gioco non sono mai arrivati. Solamente nell’ultimo anno (2016) ha raggiunto i due massimi obiettivi per un professionista, affermandosi e consacrandosi la più imprevedibile PG del pianeta. Solo altri 3 giocatori prima del folletto di Melbourne erano riusciti a vincere nello stesso anno anello e medaglia d’oro e i loro nomi dovreste averli già sentiti: Michael Jordan (1992), Scottie Pippen (1992, 1996) e LeBron James (2012). Essere il quarto dietro questi mostri sacri è opera per pochi, pochissimi eletti. Le sue Olimpiadi non sono state da urlo, in fin dei conti come quelle di Team USA. Ci si aspettava un dominio totale che invece non è arrivato come ci si aspettava. Non parliamo di massimo risultato con il minimo sforzo ma non andiamo troppo lontano dal concetto. Le istantanee di Kyrie sono poche ma significative: c’è tutta la sua essenza, tutto il suo gioco, tutto il suo Love for the Game in quell’alley-oop cadendo a terra.
“Questa medaglia d’oro racchiude ufficialmente tutte le mie lacrime e non potrei essere più stanco e felice allo stesso tempo, ma ne valeva davvero la pena. Azurie, Papà, Asia, Londra (rispettivamente figlia, padre e le sue due sorelle, NdR), questo è sicuramente per tutti voi. Vi voglio bene ragazzi, fino alla lune e ritorno, for ever and ever. Un altro passo nel cammino. Go USA!” è stato il commento “social” post gara, sotto una foto che lo ritrae con la sua prima medaglia olimpica della sua carriera. Ha 24 anni e avrà tutto il tempo, se vorrà, di vincerne altre. Per il momento si “accontenta” di un palmares che nessuno può vantare se sei nato nel 1992. Don’t reach, youg blood!