L'NBA saluta Lance Stephenson: sirene europee e cinesi per Born Ready
NBA è sinonimo di gloria per chiunque pensi alla pallacanestro in un certo modo ma quella stessa gloria che viene concessa può svanire in men che non si dica. Potrebbe essere questa la storia di un “nato pronto”, di quel Lance Stephenson che appena 2 anni fa infastidiva, con i suoi Pacers, i Miami Heat di Wade e James. Ne è passata di acqua sotto i ponti, soprattutto per Born Ready. Richiede un aumento dello stipendio per restare ad Indianapolis ma la richiesta d’accordo è troppo bassa e decide di cambiare aria, firmando qualche mese dopo (allo stesso prezzo offerto dai Pacers) agli Hornets. Escluso un buzzer beater di tabella, la partentesi Hornets è disastrosa. Meglio passarci sopra. Nuovo cambio di maglia e nuova chance: Doc Rivers lo vuole ai Clippers ma anche qui, tra comportamenti fuori dal normale e prestazioni mediocri, finisce in fondo (ma molto in fondo!) alle rotazioni dell’ex HC dei Celtics. Niente da fare, perde la pazienza anche Rivers. “Neeeeeeeeeeext!” sembrano urlare i suoi allenatori e i prossimo sono i Memphis Grizzlies, che investono su di lui spendendo Jjeff Green a Los Angeles. A Memphis migliora le sue cifre ma non soddisfa a sufficienza e non viene confermato dai Grizzlies. Situazione attuale: free agent. Squadre NBA interessate: 0.
Gary Washburn del Boston Globe nelle ultime ore riporta la notizia che lo vorrebbe lontano dagli Stati Uniti. Andare all’esterno potrebbe essere una mossa che Lance Stephenson dovrà prendere in considerazione, volente o nolente. Nonostante, come detto, i 14.2 di media e il 47% dal campo nelle 26 gare giocate in Tennessee, il mercato americano di Born Ready è sostanzialmente bloccato. In NBA si vedono spesso giocatori che scomemttono su sé stessi per riuscire a guadagnare di più ma in questo caso la scommessa è stata persa in malo modo. Stephenson aveva ancora 3 anni a $ 27.000.000 con Indiana e rifiutò, nel 2014, un adeguamento da $ 44.000.000 per 5 anni. Scelta che, letta oggi, definiremmo assurda.
Next stop: Europa o Cina?