Steph Curry ed il "LeBron treatment", l'Mvp sempre più al centro delle critiche dopo gara 3
La netta vittoria in gara 3 dei Cleveland Cavaliers sui Warriors ha sicuramente riacceso entusiasmo e speranze per LeBron e compagni chiamati ora a pareggiare la serie domani notte per ritornare nella Baia e provare a ribaltare quel fattore campo che è stato fondamentale finora in questa finale playoff. Nonostante siano ancora in vantaggio nella serie con la possibilità di ipotecare già domani notte il secondo titolo consecutivo, l’ultima incolore prestazione dei Dubs in Ohio ha gettato non poche ombre sullo stato fisico ma soprattutto mentale dell’Mvp Steph Curry, che con una stagione pazzesca ha portato i californiani a giocarsi la possibilità del back to back, ma che proprio ora in queste ultime tre partite sembra davvero essere lontano parente del giocatore che ci ha deliziato il palato per tutta la regular season. Tra le tre partite di finale gara 3 è stata numericamente parlando la miglior prestazione del 30 in maglia Warriors (19 i punti per lui), ma ancora una volta il folletto di Akron non è riuscito ad incidere praticamente mai sulla partita ed ovviamente puntuali sono arrivate le critiche feroci che la stampa gli ha riservato al termine della gara, critiche sicuramente ingenerose nei confronti di uno Steph Curry chiamato ora a reagire ed a dimostrare ancora una volta il suo reale valore. Il play di Golden State sta ricevendo quello che può essere definito il “LeBron James treatment”, ed il tutto sta accadendo nel momento decisivo della stagione con la sua squadra impegnata a giocare proprio alla Quicken Loans Arena contro il Re, per cui importante sarà per Curry riuscire a gestire l’enorme pressione di non poter a tutti i costi sbagliare proprio ora. Giusto o ingiusto questo è sicuramente uno dei prezzi da pagare quando raggiungi lo status di superstar in una lega che non ti perdona nemmeno un passo falso di troppo, se la tua squadra vince ma gioca sotto i propri standard la colpa viene additata principalmente a te, se addirittura perde di 30 e tu chiudi con soli due punti al primo tempo non ti salvi nemmeno se hai dominato in lungo ed in largo una stagione intera. Ci ha pensato subito dopo la partita di ieri notte Steve Kerr a stemperare un po’ la tensione ed a difendere pubblicamente il proprio giocatore dall’attacco dei giornalisti in sala stampa: “Steph sa benissimo come vanno le cose, se si è troppo sotto i riflettori si è ovviamente anche nel mirino, siamo sul palcoscenico più importante giocandoci le partite più importanti dell’anno, ha avuto un paio di partite difficili ma saprà gestire la tensione al meglio e risponderà sul campo a tutte le critiche ricevute”. Sicuramente però le condizioni createsi intorno al primo Mvp della lega eletto all’unanimità non sono certamente tra le più idilliache e Curry sarà chiamato ad un grande sforzo per reagire di fronte alla pressione mediatica, ma conoscendolo la cosa certa è che a prescindere dal titolo di Mvp, dalle brutte prestazioni nelle prime tre gare e dal clima che aleggia su di lui, il 30 saprà ancora una volta di mostrare il proprio valore; d’altronde lo status di superstar ha anche aspetti decisamente positivi, e nonostante tutto la cosa certa è che Steph fino all’ultimo da grande “competitor” qual è non mollerà un centimetro nella strada per l’anello.