'One of those nights', speciale Finals - La perfetta gara 3 di LeBron & co.
I maligni sosterranno che l’infortunio che ha tenuto fuori Kevin Love per gara 3 non sia stato poi questo gran dramma. Al di là delle speculazioni dei provocatori di professione, però, è innegabile che con l’assenza del lungo ex Timberwolves si sia vista una delle migliori versioni dei Cavs dall’inizio di questi playoff, soprattutto per quanto riguarda la fase offensive: che, al di là del 52.7% dal campo e del 48% da tre, racconta di giochi e spaziature perfettamente eseguiti nonché di pochissime conclusioni forzate da chi aveva palla in mano (se si esclude un secondo quarto da 2/17 per il duo Irving-James). Il risultato è stata una partita mai in discussione in cui tutte le principali opzioni offensive di coach Lue hanno trovato la via del canestro con continuità, alternando una varietà di soluzioni che hanno mandato fuori giri la difesa dei Warriors.
Partiamo, e non potrebbe essere altrimenti da LeBron James: 32 punti, 11 rimbalzi e 6 assist, 14/26 al tiro e con l’unica tripla della serata arrivata a 5:49 dalla fine del terzo quarto e che ha di fatto chiuso in anticipo i giochi sul 48-70. Dominatore in lungo e in largo su entrambi i lati del campo (si segnalano anche un recupero e 2 stoppate), con le 5 palle perse (appena una in meno rispetto a Curry) che passano quasi sotto traccia.
A spaccare la partita fin da subito, però, è stato Kyrie Irving autore di 16 punti (7/9 dal campo nei primi 12 minuti) nel quarto d’apertura (16-33) che ha indirizzato la gara. Chiuderà a quota 30 (12/25 e 3/7), aggiungendo anche 8 assist, 4 rimbalzi e una difesa improntata all’anticipo totale su Curry. Dettaglio che ha causato il 6/13 (3/9 dall’arco) dell’MVP, praticamente mai entrato in ritmo:
E’ stata anche la serata del ritorno a grandi livelli di J.R. Smith, assente ingiustificato dei primi due episodi della serie in California. Per l’ex Knicks e Nuggets, 20 punti e il 50% da tre (5/10), con ogni tripla arrivata in tempi scenici perfetti. Come quella che, in apertura di ultimo periodo, manda i titoli di coda della partita sul 69-95. Nel pitturato, poi, la differenza l’ha fatta Tristan Thompson: doppia doppia da 14 e 13 rimbalzi (di cui ben 7 offensivi) per spazzare via i vari Bogut, Ezeli e Draymond Green nella lotta sotto i tabelloni.
Se a tutto questo, poi, aggiungiamo il generoso apporto dei panchinari (che va valutato ben oltre gli appena 15 punti – rispetto ai 33 della controparte avversaria – prodotti nel corso dei 48 minuti), ecco spiegata la felice combinazione di fattori che ha portato ad una vittoria ben più netta di quanto lascino intendere i 30 punti di scarto.