Memphis ferma l’armata Golden State! Wall e Evans trascinano alla vittoria Wizards e Pelicans
MINNESOTA TIMBERWOLVES @ WASHINGTON WIZARDS 95-109: al Verizon Center di Washington DC arrivano i T’Wolves di coach Saunders, reduci dalla sconfitta casalinga contro i Los Angeles Lakers. I padroni di casa, invece, godono di un ottimo stato di salute ma stasera devono fare a meno di Paul Pierce. La palla due si alza con Otto Porter in quintetto ma la sostanza poco cambia. Una partenza fulminea dei Wizards, targata naturalmente John Wall, che staccano i T’Wolves già di 12 lunghezze a metà primo quarto (4-16). Non solo punti per J-Wall ma anche se non soprattutto assist per Beal e per Marcin Gortat che approfitta dei suoi lob per ringraziare e scrivere 2. Coach Saunders decide di affidare Wall a LaVine ma i risultati sono realisticamente miseri. Il primo quarto si chiude con i Wiz avanti di 11. Anche il secondo quarto segue lo stesso spartito e i padroni di casa mantengono il vantaggio in double digit dopo 24’ di gioco. Nel terzo periodo sembrano svegliarsi gli ospiti, soprattutto grazie a Young che letteralmente trascina i suoi è suo l canestro che permette a Minnesota di arrivare sul -6 e poi con un suo stesso coast-to-coast di toccare il 61-64 a 4:04 dalla fine del quarto. Si risveglia, però, anche la difesa Wizards in conclusione del terzo quarto e Wall sprigiona tutta la sua potenza nel traffico servendo Nene per la schiacciata del nuovo +9. Nell’ultimo quarto, invece, Washington, così come nel primo, torna a dominare la scena offensiva e con 35 punti realizzati chiude i conti. Migliore in campo per i padroni di casa è senza ombra di dubbio John Wall, autore di 21 punti e di ben 17 assist, grazie ai quali Wall guida, ex equo con Rajon Rondo, la classifica degli assist in stagione. Quinta vittoria di fila per i Wiz mentre la terza sconfitta di fila per Minnesota che sprofonda, così, all’ultimo posto della Western Conference.
MINNESOTA TIMBERWOLVES (5-19): Wiggins 9, Young 29, Dieng 12 + 12 RT, Brewer 4, LaVine 8, Muhammad 21, Bennett, Williams 6, Adrien 4, Hummel 2, Robinson.
WASHINGTON WIZARDS (18-6): Porter 10, Humphries 6 + 10 RT, Gortat 15, Beal 10, Wall 21 + 17 ASS, Butler 23, Temple 3, Nene 11, Seraphin 10, Miller, Blair, Gooden.
GOLDEN STATE WARRIORS @ MEMPHIS GRIZZLIES 98 – 105: è qualcosa in più rispetto al vostro solito big match della notte NBA. Arrivano i Warriors in striscia positiva da 16 turni consecutivi al FedEx Forum di Memphis, il posto ideale per dimostrare di essere davvero competitivi. Dall’altra parte, però, ci sono i Grizzlies reduci da 4W di fila e determinati a far valere il “fattore campo”. L’inizio è intenso, come in tutte le partite fin qui disputate dai Warriors, con i padroni di casa che giocano alla loro maniera, accettando il ritmo dei GSW. La furia offensiva giallo-blu non sembra placarsi neanche su un campo difficile come questo e il primo quarto termina col punteggio di 30-24, con il canestro sulla sirena del mascherato Harrison Barnes. La stessa furia, però, ce l’ha in corpo anche un altro giocatore, stavolta in maglia Grizz: veste la #35, il suo nome è Vincent Lamar, ma tutti lo chiamano Vince. Stiamo parlando di Vince Carter, dominatore indiscusso del secondo quarto con 11 punti messi a referto. La sua seconda tripla dà la doppia cifra di vantaggio ai Grizzlies e fa impazzire il Forum. Si inceppa qualcosa nell’attacco dei Warriors che, infatti, sbagliano 11 tiri di fila dal campo, concedendo un parziale di 19-33 nel secondo periodo. Si va negli spogliatoi con Memphis avanti di 8 lunghezze (49-57). Gli scenari cambiano nel corso della ripresa e non c’è più Vince ma c’è Marc Gasol a fare la voce grossa. L’accoppiamento sia di Green su Z-Bo sia di Ezili su Gasol favorisce nettamente i lunghi in casacca bianca che banchettano ogniqualvolta ricevono palla in post. Green prova a lottare come un leone ma non viene minimamente aiutato da Speights e si infuria come non mai. Alza il volume della radio anche in difesa il catalano che stoppa perentoriamente un lay-up complesso di Steph Curry. Anche il terzo quarto sorride agli uomini di coach Joerger mentre l’inizio dell’ultima frazione spaventa tutti i presenti al FedEx Forum: la tripla di Klay Thompson vale il -7 quando ci sono ancora 9’ da giocare (79-86). Sale di colpi anche la difesa di GS che va di più in campo aperto e con la schiacciata di Livingston vale il -2 a 5’ dalla fine. Nell’azione successiva non si accoppia Draymon Green che lascia tutto lo spazio di questo mondo a Prince che ringrazia e infila una tripla pesantissima. A chiudere definitivamente la partita ci pensa Randolph che, ancora una volta, sfrutta la maggior massa corporea contro Green. Game, set & match per Memphis che vince e interrompe la striscia di 16 vittorie consecutive dei Warriors che, ancora orfani di Bogut e Lee, devono correre ai ripari per migliorare la situazione all’ombra dei cristalli. In ombra Curry con un singolare 1/10 da 3 punti.
GOLDEN STATE WARRIORS (21-3): Barnes 11, Green 4 + 10 RT, Ezeli 3, Thompson 22, Curry 19, Speights 18, Iguodala 9, Livingston 12.
MEMPHIS GRIZZLIES (20-4): Allen 2, Randolph 17 + 10 RT, Gasol 24, Lee 5, Conley 17, Carter 16, Leuer 11, Prince 3, Koufos 4, Udrih 6.
UTAH JAZZ @ NEW ORLEANS PELICANS 111 – 119: la miglior notizia della serata a New Orleans è che, dopo aver saltato una gara, Anthony Davis sia di nuovo in quintetto per la partita contro i Jazz. I Pelicans quando c’è AD in campo tendono a giocare in un modo completamente diverso rispetto all’ultimo turno e anche i Jazz devono pagare questo tipo di tassa. Davis inizia ad essere incisivo fin da subito ma i Jazz non restano a guardare, per una volta. Trey Burke piazza la tripla che tiene a contatto le due squadre e, anzi, sposta l’inerzia dalla parte di Utah che passa in vantaggio grazie ad un pulito 5/5 dall’arco dei 7.25m. Ma se si parla di tiri da 3 non si può tener fuori dai giochi Ryan Anderson che, infatti, piazza la tripla del -1. Un primo tempo molto vivace 56-53 Jazz. Kanter rientra bene dopo l’intervallo e continua a causare non pochi problemi ai lunghi di New Orleans ma la risposta di AD è più che immediata. I Jazz sono più che vivi e nonostante Hayward spedica corta la palla nell’ultimo possesso del quarto, ci pensa Dante Exum a segnare in maniera quasi impossibile il canestro che vale il +11 a inizio quarto quarto (89-78). Exum prende coraggio, batte Holiday dal palleggio e realizza andando fino in fondo con tanto di fallo. L’inerzia sembra tutta dalla parte degli uomini di coach Snyder prima che il più in forma per i Pelicans si metta in proprio. Tyreke Evans si carica i suoi sulle spalle e gioca un’ultima fetta di gara di pregevole fattura: prima l’and-one per il -5 poi il lay-up reverse per il 104-103 e ancora dentro ad appoggiare a tabellone. 7 di fila per l’ex Kings che regalano il vantaggio ai padroni di casa. Dopo il TimeOut l’uscita di Utah non è positiva e a punirli ci pensa Anderson dalla lunga distanza. Il canestro della staffa lo firma Davis con l’and-one per arrivare a quota 31 punti. Sono invece 41 i punti realizzati nell’ultimo periodo per i Pelicans che si regalano 12esima vittoria stagionale e l’ottavo successo interno. Situazione più difficile per i Jazz che con Minnesota sono il fanalino di coda della Western Conference.
UTAH JAZZ (6-19): Hayward 17, Gobert 6, Kanter 29, Burks 16, Burke 16, Hood 5, Nooker 10, Exum 12, Evans, Ingles.
NEW ORLEANS PELICANS (12-12): Babbitt 3, Davis 31, Asik 10, Evans 19, Holiday 4, Cunningham 6, Rivers 12, Anderson 28, Fredette 2, Withey 4.