Ecco il piano di Colangelo: pensare al presente, essere flessibili ma crescere con delle stelle
In casa Philadelphia 76ers le acque non sono mai calma ma, a distanza di mesi dalla sua nomina, ecco le prime vere parole del nuovo general manager Bryan Colangelo. Il GM dei Sixers, intervistato da Bleacher Report Radio, ha voluto chiarire le voci che stanno circolando sulle prossime scelte al draft, puntualizzando alcune cose sull’idea che Ben Simmons “voglia andare ai Lakers”. Le prime parole, forti e decise, di Colangelo sono state “He’s not buying it” proprio a voler testimoniare che si può dire di tutto ma non si comprano queste cose. “Alcune persone trovano quasi gusto a mettere in giro questo tipo di voci“, ha detto Colangelo in trasmissione. “Abbiamo buoni rapporti con l’agente del ragazzo [Rich Paul] e con la sua famiglia, perché coach Brett Brown conosce il padre di Ben Simmons da anni“.
Nick DePaula di The Vertical nelle scorse ore ha riportato che sono evidenti le volontà del giocatore, il quale ha sempre mostrato la “speranza” di essere un giocatore giallo-viola. Le prove sono diverse: dal video girato su Snapchat dove ha dichiarato ad un fan che la scelta dei Lakers sarebbe ricaduta su di lui a una serie di foto con la canotta dei purple-and-gold. L’ala forte di LSU, dunque, sembra aver “deciso” ma la sua volontà conta quasi zero visto che a scegliere prima dei Lakers ci sono i Sixers. DePaula prova a tirare acqua al suo mulino, testimoniando come ci sia effettivamente la voglia del giocatore di essere un Laker ma non tutti la vedono così. Olgun Uluc di Fox Sports Australia smentisce questo rapporto già creatosi tra il giocatore e i giallo-viola, dichiarando apertamente di non riscontrare “nessun problema” con la dimensione del mercato di Philadelphia.
Indipendentemente da ciò, Colangelo, che è stato assunto nel mese di aprile come presidente delle operazioni e GM dei Sixers, ha utilizzato più volte la parola flessibilità in relazione al più famoso The Process, definendola allo stesso tempo croce e delizia, benedizione e maledizione: “Il processo ha lasciato la squadra con un tesoro di beni non indifferente, ma nessun vero giocatore attorno al quale si possa effettivamente costruire. Abbiamo ottimi ragazzi, giocatori in via di sviluppo, ma non avere una stella su cui poggiare le basi è negativo. Siamo ancora alla ricerca di quella stella che riesca ad impattare meglio delle altre, magari arrivando in forma, e che provenga dalla prima scelta al draft o che provenga da trade o scambi va bene in ogni modo“.
Il giocatore sul quale Colangelo ha ancora tante speranze è sicuramente Joel Embiid, scelta del 2014 ma ancora con 0 partite ufficiali in NBA. Embiid era considerato, al pari di Wiggins (1) e Parker (2), una potenziale prima scelta ma le sue costanti condizioni fisiche precarie lo hanno fatto scivolare alla terza. “La grande incognita con questa nuova organizzazione è Embiid, che non ha giocato una partita NBA“, ha detto Colangelo. “Ha certamente il livello di abilità e capacità adatto per stare in questa lega, ha le misure giuste [7’0″, 250 libbre], ha il talento necessario per diventare potenzialmente una stella della lega e della nostra squadra“. Dalle parole del GM si evince quasi che il processo sia volto al termine, senza troppe possibilità di concludere il proprio corso. Colangelo, inoltre, ha detto di aver parlato all’80% del roster attuale, dicendogli che nessuno può essere definito incedibile, nessuno è al sicuro e concludendo con un energico “siate pronti a tutto“. Le ultime sue parole sono state il mantra anche di Sam Hinkie, non proprio un personaggio amatissimo in quel di Philly, ma Colangelo è stato chiaro fin dal primo momento: c’è bisogno di una squadra di pallacanestro e non di una asset farm, ovvero sia una fabbrica di risorse.
“Ognuno di noi deve pensare alla vittoria, non a come proseguire o prolungare il processo di ricostruzione. Vogliamo muoverci in modo tale da poter vincere le partite e non di raccogliere semplicemente qualcosa per il futuro”. Messaggio chiaro e forte, senza mancare di rispetto alla gestione precedente ma evidenziandone i limiti. Mentre Colangelo esprime la volontà di creare un roster più convincente, allo stesso tempo non vuole eliminare quel buonissimo movimento giovanile che c’è attorno ai Sixers. Ha dichiarato, infatti, che “al 99,9% non scambieremo la nostra prima scelta”. Philadelphia detiene anche la scelta numero 24 e la scelta numero 26, queste eventualmente scambiabili per arrivare ad un veterano.
“Finché siamo intelligenti e prudenti, manteniamo la flessibilità che ci tornerà sicuramente utile. Basta guardare a quello che i Miami Heat hanno fatto quando hanno progettato di metter su i Big Three”.