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I Warriors fanno 16 e vincono a New Orleans dopo un OT; easy win per Bulls e Wizards

Klay on Ryan Anderson (fresnobee.com)
Klay on Ryan Anderson (fresnobee.com)

GOLDEN STATE WARRIORS @ NEW ORLEANS PELICANS 128 – 122 OT: arrivano a New Orleans gli inarrestabili Golden State Warriors, capeggiati dalla stella Curry e dallo stratega Steve Kerr. Sono arrivate a 15 le vittorie consecutive nemmeno 24h fa, demolendo i Mavs a domicilio. Il back-to-back è servito, il campo è ostico ma non c’è AD dopo la botta al petto rimediata contro i Cavaliers. Il primo quarto, così come a Dallas, viene letteralmente dal #30 ma non dai Warriors che, nonostante un attacco sempre in forma da 28 punti, ne concedono stranamente 31 agli avversari. È solo questione di tempo perché i Pelicans vengano superati e nel secondo quarto Klay Thompson inizia a scardinare la difesa di casa. Il protagonista che non ti aspetti è Andre Iguodala, autore di una partita da 20 punti. Grazie, dunque, ad un secondo quarto quasi perfetto, GSW conduce 54-46 (32-20) all’intervallo. Nel terzo periodo, invece, le parti si invertono e i Pelicans sono praticamente inarrestabili in attacco: 38 punti segnati alla miglior difesa della Lega con Holiday ed Evans totalmente “on fire”. Dopo essere stati sotto di 10 lunghezze, il vantaggio arriva a 3:10 dalla fine del quarto e coach Kerr è obbligato a chiamare TO. Evans anche nell’ultima frazione continua a rappresentare un problema per la difesa Warriors e la sua tripla vale il +8 a 5’ dalla sirena finale. La risposta in giallo-blu è sempre targata Splash Brothers e in più stasera va aggiunto Iggy che con la tripla riporta i suoi sul -1. Si arriva all’ultimo possesso 111 pari, l’ultimo tiro viene affidato a Thompson che sbaglia. È OVERTIME! La partita dei Pelicans finisce nei 48’ regolamentari perché l’OT è tutto per gli ospiti: Curry col jumper, Green con l’and-one e alla fine ancora Curry per la tripla che chiude i giochi. 17 nel solo supplementare e 16esima vittoria consecutiva per i ragazzi di Steve Kerr!

Golden State Warriors (21-2): Barnes 2, Green 11 + 13 RT, Ezeli 4, Thompson 29, Curry 34, Speights 10, Iguodala 20, Livingston 12, Barbosa 4, Holiday 2.

New Orleans Pelicans (11-12): Babbitt 6, Anderson 15, Asik 4, Evans 34, Holiday 30, Cunningham 13, Rivers 6, Fredette 2, Withey 10, Salmons 2.

 

Mike Dunleavy jr, Man of the Match! (search.espn.go.com)
Mike Dunleavy jr, Man of the Match! (search.espn.go.com)

CHICAGO BULLS @ MIAMI HEAT 93-75: è paradossale come in un solo anno siano cambiate tante, forse troppe cose in una partita come questa. La rivalità rimane ma con quel pizzico di intensità in meno, con un palazzo non gremito in ogni ordine di posto per quella che era la grande sfida ad Est fino allo scorso anno. Gli assenti sono tanti per questo match: da Bosh per un problema al polpaccio a Josh McRoberts, passando per Noah ancora fermo ai box. Quintetto particolare per coach Spo e per coach T che deve fare affidamento su Gibson da subito e Dunleavy. Miami inizia col piglio giusto una partita sulla carta molto difficile. Ma quando c’è Wade in campo bisogna aspettarsi di tutto. È proprio Mr. Three a dare la prima scossa alla gara, seguito a ruota da un positivo Mario Chalmers. Chicago gioca un primo quarto decisamente sottotono, con appena 14 punti realizzati. Lo svantaggio è di appena 4 punti e non appena D-Rose decide di mettersi all’opera, la difesa e l’area degli Heat appaiono vulnerabili. Rose viene coadiuvato subito dal suo compagno di reparto Brooks che continua a dimostrare di essere in gran forma. Le parti si invertono: Miami segna pochissimo (14) mentre Chicago riesce a trovare dei buoni set offensivi e segna 25 punti. Si va negli spogliatoi con un punteggio bassissimo: 32-39. Nel secondo tempo iniziano a salire le percentuali dei Bulls con Butler che si mette a lavoro e segna dalla media, con Rose che continua a buttarsi dentro e a trovare pochissima opposizione e con la star che non ti aspetti, ovvero sia Mike Dunleavy: 22 punti totali di cui 19 (!!!) nel solo terzo periodo. Chicago vola fino ad arrivare ad un vantaggio di 20+ punti grazie al figlio del grande coach Dunleavy. 33-16 il parziale del terzo quarto che chiude con 12’ di anticipo la partita dell’American Airlines Arena. Finisce 93-75, con i Bulls che agguantano la terza vittoria consecutiva e provano ad allungare sui Cavaliers. Dura, invece, era la situazione per Miami che senza uno dei punti di riferimento ha fatto davvero troppa fatica, soprattutto in attacco.

Chicago Bulls (15-8): Dunleavy 22, Gibson 15, Gasol 9, Butler 17, Rose 14, Hinrich, Mirotic 5, Brooks 8, Snell, Mohammed, Bairstow, Moore 3.

Miami Heat (11-13): Deng 17, Haslem, Hamilton 10, Wade 17, Cole 10, Williams 4, Chalmers 11, Granger 4, Andersen 2, Ennis.

 

UTAH JAZZ @ WASHINGTON WIZARDS 84-93: la seconda forza ad est contro la penultima forza ad ovest è il match che va in scena al Verizon Center di Washington DC. I padroni di casa sembrano da subito molto caldi con Wall che comincia ad aprire il campo splendidamente per un Beal super ispirato. L’apporto che anche Pierce, sempre assistito da Wall, porta alla squadra non è secondario ma i Jazz riescono a tener botta e a chiudere avanti il primo quarto (24-22). Nel secondo quarto si vede la differenza tra lo starting five e la second unit di Washington e Utah ne approfitta. Dalla velenosa palla persa di Mr. Travel, al secolo Kevin Seraphin, Trey Burke inventa un canestro pazzesco in contropiede. Gli ospiti riescono a portare a casa anche questo quarto (18-15) e all’intervallo guidano 44-37. Nel secondo tempo sale di colpi visibilmente la difesa dei Wizards e John Wall continua a distribuire assist per il cecchino Beal che con la tripla di metà quarto porta i suoi in vantaggio (51-52). Wall è letteralmente indemoniato in difesa e rimonta, soprasso e vittoria passano sempre da lì. Un terzo quarto da 30-16 in favore dei padroni di casa basta per chiudere i conti. Per quanto riguarda l’ultimo quarto, Nene sfrutta tutti gli accoppiamenti favorevoli per realizzare i punti che valgono la vittoria tranquilla per i Wizards. Provano a rientrare in gara i Jazz con Kanter ma il canestro che sancisce la fine arriva dal top scorer della serata Bradley Beal: 22 punti, 4 assist, 7 rimbalzi e 275 dall’arco.

UTAH JAZZ (6-18): Hayward 16, Gobert 7, Kanter 10 + 11 RT, Burks 19, Burke 15, Booker 8, Hood 3, Exum 3, Ingles, Evans 3, Clark.

WASHINGTON WIZARDS (17-6): Pierce 15, Humpries 2, Gortat 5, Beal 22, Wall 16, Nene 10, Butler 7, Seraphin 4, Porter 2.

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Salvatore Malfitano Classe ’94, napoletano, studente di legge e giornalista. Collaboratore per Il Roma dal 2012 e per gianlucadimarzio.com, direttore di nba24.it e tuttobasket.net. Appassionato di calcio quanto di NBA. L'amore per il basket nasce e rimarrà sempre grazie a Paul Pierce. #StocktonToMalone