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I Pelicans matano i Cavs. Memphis la spunta su Charlotte dopo 2 OT. Vincono facile OKC e Brooklyn

PHILADELPHIA 76ERS @ BROOKLYN NETS 70-88

Kevin Garnett (Nets) al tiro, contrastato da McDaniels (Sixers). Per l'ex Celtics, 7 punti e 12 rimbalzi (foto da: nj.com)
Kevin Garnett (Nets) al tiro, contrastato da McDaniels (Sixers). Per l’ex Celtics, 7 punti e 12 rimbalzi (foto da: nj.com)

Reduci da tre pesanti sconfitte consecutive, i Nets (9-12, 5-6 al Barclays Center) non potevano permettersi di fallire contro la peggior squadra della Lega, ovvero i Sixers, e non l’hanno fatto, benchè Brooklyn abbia scavato il solco decisivo solo nell’ultimo periodo. Mattatore di serata è Mason Plumlee, autore del suo season-high (18 punti) e della seconda doppia doppia dell’anno (10 reb); buona prova anche di Garnett (7+12 reb), mentre è opaca la serata di Derron Williams (3+10 ast). Dall’altra parte, il match di Phila (2-20, 2-9 in trasferta) è l’emblema della stagione: appena 6 uomini a referto (i migliori sono stati Covington (20), Carter-Williams e Sims (entrambi 14)), 31.9% dal campo, appena 18 punti nel pitturato (contro i 42 dei Nets) ed un secondo tempo da appena 25 punti totali. Numeri impietosi. La partita comincia con i 76ers volitivi e in partita, come dimostrano le due triple in avvio di Mbah a Moute (8) e Covington; dopo aver raggiunto il +4 in più di un’occasione, gli ospiti subiscono un break di 2-10, costruito dal terzetto Plumlee-Bogdanovic (9)-Anderson (12), con il quale i Nets chiudono avanti il primo quarto 18-22. Phila c’è e lo dimostra nel secondo periodo. Dopo essere finiti a -10, causa un jumper di Jefferson (18-28), la franchigia della Pennsylvania riesce a restare a contatto, in particolare grazie alle triple di Covington (3), Carter-Williams e Mbah a Moute (5/7 dall’arco nel periodo), con l’aggancio che arriva a quota 39 (2’36” dall’intervallo lungo). I 4 punti in fila di Sims negli ultimi 50″ valgono il 45-44 con cui si va al riposo. Nel terzo periodo, benchè abbia difficoltà in attacco, i Nets stringono almeno le maglie della difesa, mettendo in crisi i fragili Sixers, che cominciano a sbagliare gran parte dei tiri effettuati (4/19 nel periodo). Con un break di 3-10, Brooklyn si riporta avanti (48-54 a 7’26” dall’ultimo intervallo); Phila torna sotto e impatta sul 56-56, grazie ad una spettacolare penetrazione di Carter-Williams, conclusa con una bimane sontuosa (3’23”). Dopo 36′, sono avanti i padroni di casa, ma solo di 3 (60-63). Nell’ultimo quarto, però, Phila mantiene l’andazzo dei 12′ precedenti, tirando malissimo (4/15); i Nets ringraziano e chiudono la partita con lo 0-10 di metà parziale (60-73 a 7’26” dalla fine); da sottolineare l’alley-oop di Jack per Jefferson del 60-69. Brooklyn, quindi, non solo controlla, ma allunga fino al +18 finale, targato Darius Morris, in schiacciata.

PHILADELPHIA 76ERS (2-20): Mbah a Moute 8, Noel, Covington 20, Carter-Williams 14, H. Thompson 2, Sampson, Grant, Sims 14, Shved, McDaniels, Wroten 12, Roberts Jr.

BROOKLYN NETS (9-12): Garnett 7 (12 reb), Joe Johnson 12, Plumlee 18 (10 reb), D. Williams 3 (10 ast), Karasev 11, Jefferson 6, B. Davies 4, D. Morris 2, Jack 4, Brown, Bogdanovic 9, A. Anderson 12, J. Jordan

 

CHARLOTTE HORNETS @ MEMPHIS GRIZZLIES  107-113 2OT

Due protagonisti del match tra Grizzlies e Hornets, Mike Conley e Kemba Walker (foto da: foxsports.com)
Due protagonisti del match tra Grizzlies e Hornets, Mike Conley e Kemba Walker (foto da: foxsports.com)

Ci vogliono ben due overtime a Memphis, al FedExForum, per stroncare la resistenza degli Hornets. Alla fine, grazie ai 6 punti di Conley nel secondo supplementare (19 totali), la W prende la strada del Tennessee (18-4, 11-1 in casa); prove all’altezza anche per la coppia di lunghi migliore della Lega, Randolph (20+11 reb) e Gasol (19). Se i Grizzlies si confermano pressochè imbattibili tra le mura amiche, continua ad essere alquanto problematico il cammino esterno di Charlotte (1-9, 6-16 in totale), al quale non bastano i 28 punti di Kemba Walker e i 25 di Neal per evitare l’11° L nelle ultime 13 partite. I Grizzlies partono subito forte, andando sullo 0-9 con un jumper di Gasol (dopo 3’08”); i locali raggiungono anche il +10, ma gli Hornets non perdono contatto, anche se ciò è dovuto, in pratica, al solo Walker, che ne mette 13 nel primo quarto, che finisce sul 21-26 Grizzlies. Nel secondo quarto, Udrih (9) ne mette 5 in poco tempo, mandando i suoi nuovamente sul +9 (25-34 a 9′ dall’intervallo lungo); Memphis tiene il margine sempre tra i 4 ed i 6 punti, anche se, dall’altro lato del parquet, si scatena Al Jefferson, che realizza 12 punti in fila (su 16 totali). Si va al riposo sul 45-47 per i padroni di casa. La partita, nel secondo tempo, diventa punto a punto. Dopo 41″ nel terzo periodo, Kemba Walker, dall’arco, firma il primo vantaggio Hornets (49-47); 6 punti di seguito di Neal consentono agli ospiti di chiudere il periodo avanti 72-69. Lo stesso ex giocatore di Treviso ne mette altri due in avvio di ultima frazione, facendo toccare ai suoi il massimo vantaggio (76-69). Memphis reagisce e, con 4 punti in fila di Marc Gasol, compiono aggancio e sorpasso (81-83 a 4’28” dal termine); il catalano e Z-Bo realizzeranno gli ultimi 13 punti nel quarto della propria squadra. Ancora Gasol, con un jumper dalla media su assistenza di Conley, mette tra i suoi e Charlotte 5 punti di margine (85-90 a 1’44”). Tre liberi di Neal valgono il pari a quota 90; ancora Gasol, a 11″ dalla sirena, mette il canestro del 90-92; Kemba Walker sbaglia la tripla della vittoria, ma interviene Henderson, con il tap-in del 92-92 che porta le squadre all’overtime. Nel primo prolungamento, Pondexter (7) e Gasol mandano i Grizzlies sul +4 (95-99 a 2’42” dalla sirena); Charlotte risponde e, con due liberi di Kidd-Gilchrist, si porta sul 102-99 con 23″ da giocare. I padroni di casa, però, possono contare su Vince Carter, il quale, a 4″ dalla fine, mette la tripla del pareggio dall’angolo; quindi, Henderson sbaglia il buzzer che poteva regalare la W agli Hornets. Poca storia nel secondo overtime: i liberi di Randolph e Lee, con lo splendido jumper di Conley, valgono il +5 (102-107 a 2’36” dal termine). Ancora Conley, dalla linea della carità, fissa il punteggio sul 107-113.

CHARLOTTE HORNETS (6-16): Al Jefferson 16, C. Zeller 6, Walker 28, G. Henderson 10, Stephenson 8, M. Williams 5, Kidd-Gilchrist 8, Biyombo 1, Roberts, Neal 25, Maxiell, pargo, Hairston

MEMPHIS GRIZZLIES (18-4): Z. Randolph 20 (11 reb), M. Gasol 19, Conley 19, Allen 9 (10 reb), C. Lee 13, Leuer 3, Prince 2, Koufos 4, Udrih 9, Carter 8, Pondexter 7, Stokes, Calathes

 

OKLAHOMA CITY THUNDER @ MINNESOTA TIMBERWOLVES 111-92

16 punti per KD, nella vittoriosa trasferta dei Thunder a Minneapolis (foto da: utsandiego.com)
16 punti per KD, nella vittoriosa trasferta dei Thunder a Minneapolis (foto da: utsandiego.com)

Continua la marcia dei Thunder, che espugnano il Target Center di Minneapolis, centrando la 7° vittoria nelle ultime 8 (10-13, 4-8 in trasferta). Decisivi, per la vittoria di OKC, un super primo quarto (39-21 il parziale) che ha indirizzato il match sin da subito, e un Russell Westbrook fantastico (34 punti, 6 assist, 6 rimbalzi e 12/19 dal campo); da segnalare, anche i 16 di KD e la doppia doppia di Adams (16+11 reb). Invece, 7° ko nelle ultime 8 per i Twolves, ultimi nella Western (5-17, 3-9 in casa); non bastano i 18 punti a testa di Wiggins e Muhammad e i 16 di Thaddeus Young. Come detto, la partita, in pratica, si decide già nel primo quarto. Il neozelandese Adams (8 nel periodo) parte davvero forte, mettendo a referto 6 dei primi 8 punti di OKC; Ibaka e Durant si mettono all’opera in cooperativa e, su assist di KD, Ibaka mette la tripla del +13 (20-7 a 6’18” dalla prima sirena). Minnesota non riesce ad opporre una seria resistenza e i Thunder dilagano. Westbrook (10 nel periodo) sfrutta al meglio un blocco di Adams e mette il canestro dalla media del 26-11; a 52″ dalla fine del primo periodo, è Morrow, da 3, ad infilare il 39-17; dopo 12′, il tabellone recita 39-21 Thunder. Stesso andazzo anche nel secondo quarto. Morrow è caldo (9 punti nel periodo); Durant da spettacolo, con una penetrazione dal centro, cambio di mano in testa a Muhammad e finger roll delicato per il 48-27 (9’22” all’intervallo lungo). I Twolves hanno un minimo di reazione, portandosi sul -13 (56-43 a 4’09”); ad Oklahoma, comunque, bastano delle accelerate di Westbrook e il distacco risale intorno ai 20 punti, anche se Russell, quasi sulla sirena, deve subire una gran stoppata di LaVine su una sua penetrazione, anche se il #0 protesta in maniera vibrante con gli arbitri, toccandosi la mano ancora fasciata. All’intervallo, le due squadre sono sul 70-49; per OKC è il season high di punti nel primo tempo. Oklahoma è in pieno controllo della situazione, avendo poche difficoltà nel mantenere il vantaggio intorno ai 20 punti, toccando il +23 con un magnifico tiro cadendo all’indietro di KD (76-53 a 8’23” dall’ultima sirena). Le due squadre si presentano, nell’ultimo periodo, sul 93-77 Thunder. Qualche residua speranza ai tifosi di casa la da Brewer, che realizza il layup del -11 (95-84 a 8’03” dal termine); il solito Westbrook ed Ibaka, però, mettono il punto esclamativo sulla partita.

OKLAHOMA CITY THUNDER (10-13): Ibaka 13, Durant 16, Adams 16 (11 reb), Westbrook 34, Roberson 5, N. Collison 1, P. Jones, Perkins, I. Smith 4, Jackson 6, Morrow 14, Lamb 2, L. Thomas

MINNESOTA TIMBERWOLVES (5-17): T. Young 16, Wiggins 18, Dieng 11, LaVine 11, Brewer 6, Bennett 8, Muhammad 18, Budinger, Adrien 4, Hummel, Robinson III

 

CLEVELAND CAVALIERS @ NEW ORLEANS PELICANS 114-119

Per un dolore al petto, Davis ha terminato la partita anzitempo, già nel primo quarto. Nonostante ciò, i suoi Pelicans hanno lo stesso battuto i Cavs (foto da: sports.yahoo.com)
Per un dolore al petto, Davis ha terminato la partita anzitempo, già nel primo quarto. Nonostante ciò, i suoi Pelicans hanno lo stesso battuto i Cavs (foto da: sports.yahoo.com)

Nonostante l’uscita dal parquet di Anthony Davis dopo soli 6’30” (botta al petto), i Pelicans (11-11, 7-2 in casa) ottengono il prestigioso scalpo dei Cavs (13-9, 6-5 in trasferta), i quali ritrovano LeBron ma non la vittoria. Grandi protagonisti della serata dello Smoothie King Center sono stati Tyreke Evans, con una doppia doppia (31+10 ast) e un superbo Ryan Anderson, il quale parte dalla panchina e realizza il proprio career-high (30 punti, 8/14 da 3); per Cleveland, inutili, ai fini della vittoria, i 41 punti di James (17/24 dal campo), mentre Irving, dopo lo spavento di Oklahoma, ne mette 17 (7 ast) e Love ne fa, a sua volta 21 (7 reb). L’apporto delle panchine ha fatto la differenza (18-49). Il primo quarto è all’insegna dell’equilibrio e degli attacchi. Se si eccettuano i primi 3 punti di Varejao (11), per i Cavs vanno a segno solo LeBron e Love (rispettivamente 19 ed 11 punti); per la squadra di coach Williams, sono Davis (8) ed Evans (10) a mettersi particolarmente in evidenza. Il massimo scarto del periodo, è costruito dai padroni di casa, con la tripla di Evans che vale il 7-11. A 5’30” dal termine dei primi 12′ di gioco, Davis è costretto a lasciare il campo, sostituito (egregiamente) da Ryan Anderson. Al termine del primo quarto, il punteggio è sul 33-33. Anche nei secondi 12′, le percentuali si mantengono alte, anche se nessuna delle due squadre riesce ad imporre un break significativo, assistendosi a continui ribaltamenti e botta e risposta. LeBron da spettacolo, con un coast-to-coast nel quale scherza i difensori avversari e mette il layup del 54-54 (2’36” dalla pausa lunga); i Pelicans, dal canto loro, hanno un Ryan Anderson davvero “on fire” (11 nel periodo). Le sue triple, più quella di Evans, permettono a New Orleans di andare al riposo avanti di 5 (59-64). I Pelicans cominciano meglio il secondo tempo, con un 2-8 che vale il +11 (61-72). L’ennesima tripla di Anderson proietta i Pelicans sul +14 (71-85); i Cavs tentano di restare in partita, anzi, è James che, con 9 punti in poco meno di 3′, prova ad evitare il peggio. Evans, con un reverse layup nel traffico, firma il 76-89 con il quale si chiude il terzo periodo. Ti aspetti il ritorno di Cleveland, e invece è New Orleans a compiere l’allungo decisivo; ovviamente, non poteva che essere Ryan Anderson, in serata di grazia, a portare a termine il parziale (5-11) che vale il +19 (81-100). Adesso, rabbiosa, arriva la reazione dei Cavs. Più che con LeBron, però, è Irving, fino a quel momento assente ingiustificato, a prendere per mano la propria squadra, mettendo a referto tutti e 17 i punti della propria partita. E’ lui a firmare il -7 a 3’46” dalla fine; la risposta dei padroni di casa è affidata al duo Evans-Holiday (99-112 a 2’16” dalla sirena). A 54″ dalla fine, è James Jones, dall’arco, a portare la franchigia dell’Ohio sul -5 (107-112). La tripla di Babbitt, con 39″ sul cronometro, fa scorrere i titoli di coda sulla partita, vinta con merito dai Pelicans.

CLEVELAND CAVALIERS (13-9): Love 21, Marion 6, L. James 41, Varejao 11, Irving 17, T. Thompson 4, J. Jones 6, Waiters 2, Dellavedova, Harris 6, Amundson, Haywood, Price

NEW ORLEANS PELICANS (11-11): Davis 8, Evans 31 (10 ast), Babbitt 6, Asik 9 (14 reb), Holiday 16, Cunningham 2, R. Anderson 30, Withey 2, Ajinca, Fredette 4, Rivers 11, Salmons, Mekel

About The Author

Salvatore Malfitano Classe ’94, napoletano, studente di legge e giornalista. Collaboratore per Il Roma dal 2012 e per gianlucadimarzio.com, direttore di nba24.it e tuttobasket.net. Appassionato di calcio quanto di NBA. L'amore per il basket nasce e rimarrà sempre grazie a Paul Pierce. #StocktonToMalone