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NBA24 PREVIEW - Houston Rockets, raggiunti i playoff, ora serve un miracolo

Una delle sorprese in negativo più pesanti, gli Houston Rockets chiudono come fanalino di coda il lotto delle partecipanti ai prossimi playoff, ottavi tra le squadre della loro Conference, ultimi considerando tutte le squadre che correranno verso l’anello. Rispetto allo scorso anno l’aria che si respira è decisamente diversa, in netto contrasto con le ambizioni titolate che avevano illuso i tifosi nella sfida contro i Warriors e all’inizio della stagione in corso. Proprio i ragazzi della Baia saranno i primi avversari dei texani, che quest’anno però lotteranno a cuor leggero, consapevoli che il pronostico gli è totalmente avverso e che già partecipare al primo turno dei playoff può essere considerata una base da cui ripartire, con idee più chiare e prestazioni più soddisfacenti. La pressione del risultato è tutta sui campioni in carica, chiamati a riconfermarsi e a dare seguito con una nuova vittoria al record appena ottenuto in regular season. Basterà per vedere una sfida quantomeno equilibrata?

ROSTER – Ariza, Beasley, Beverley, Brewer, Capela, Dekker, Goudelock, Harden, Harrell, Howard, Jones, McDaniels, Motiejunas, Smith, Terry.

REGULAR SEASON – Come detto in precedenza, i Rockets quest’anno non sono riusciti ad andare oltre un risicato ottavo posto, chiudendo in perfetta parità sul 41-41 tra vittorie e sconfitte. A pagare dazio per la loro qualificazione sono stati gli Utah Jazz, beffati a due partite dalla fine dopo la brutta sconfitta con le riserve dei Clippers e quella contro i Mavericks, che ha spianato la strada al sorpasso di Harden e compagni, al contrario in striscia vincente nelle ultime tre gare disputate. Fondamentale per Houston la vittoria conclusiva in casa contro Sacramento, a dirla tutta molto arrendevole nel concedere l’ultima partita utile in quella che è stata a tutti gli effetti una gara a senso unico. Troppe le sconfitte contro squadre tecnicamente inferiori, oltre ad uno score pessimo con le contender (basti pensare al 100% di sconfitte stagionali con i prossimi avversari) descrivono una stagione vissuta tra pochi alti e troppi bassi.

LA SQUADRA – Come lo scorso anno, i Rockets arrivano alla post season con una forma diversa rispetto all’inizio della stagione, profondamente cambiati dagli scambi di inizio 2016. Etichettato come fallimento totale, il primo ad abbandonare il Texas è stato Ty Lawson, sostituito dal ritorno di Josh Smith e quello di Beasley. Proprio quest’ultimo si è rivelato un’arma fondamentale per la rincorsa all’ottavo posto, con prestazioni quasi sempre eccellenti e un apporto offensivo notevole, come dimostrano i suoi 12.8 punti di media a partita. Il roster attuale non ha però lesinato delusioni importanti rispetto al rendimento passato, con i primi imputati che rispondono ai nomi di Dwight Howard e Cory Brewer. Il primo sembra ormai arrivato al capolinea della sua esperienza tra le fila della franchigia e nonostante il fisico abbia retto tutto sommato per tutta la stagione, il suo contributo è stato decisamente insufficiente se si considera quanto fossero alte le speranze di un ritorno ad altissimi livelli. Insufficiente allo stesso modo lo è stato anche Brewer, passato dall’essere il leader delle seconde linee dei Rockets e vice in carica di Harden, a poco più di una comparsa dalla panchina. L’addio di McHale infine non sembra aver avuto i risultati sperati e sotto il punto di vista tecnico sembra essere arrivato il momento di rifondare, salvando soltanto chi si rivelerà realmente fondamentale alla causa.

L’UOMO CHIAVE – James Harden. Non potrebbe essere altrimenti nel caos più totale che è lo spogliatoio dei Rockets, ormai costretti ad affidarsi sempre più spesso al one man show del Barba. I risultati, ovviamente, non sono stati sempre eccellenti e le troppe forzature hanno portato anche ad un ridimensionamento della guardia, che lo scorso anno era considerato alla stregua di Curry nella corsa all’MVP. I numeri offensivi restano superlativi e lo vedono secondo per punti realizzati, dietro solo al Golden Boy, con i suoi 29 punti di media, arricchiti da 7.5 assist e 6.1 rimbalzi. Di contro i problemi difensivi non sono stati risolti, con un atteggiamento ai limiti del menefreghismo, e soprattutto pende sulla sua testa il record negativo di turnover innescati. Croce e delizia della sua franchigia quindi Harden, chiamato il prossimo anno a riproporsi come leader efficace e capace di trascinare i suoi a traguardi importanti.

IL PRONOSTICO – Nonostante la possibilità di giocarsi la serie contro i Warriors senza pressioni, difficile che Houston riesca ad impensierire i campioni in carica. L’ombra dello sweep incombe sui texani, che però potrebbero riuscire a portare a casa almeno una gara, chiudendo sul 4-1.

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Salvatore Malfitano Classe ’94, napoletano, studente di legge e giornalista. Collaboratore per Il Roma dal 2012 e per gianlucadimarzio.com, direttore di nba24.it e tuttobasket.net. Appassionato di calcio quanto di NBA. L'amore per il basket nasce e rimarrà sempre grazie a Paul Pierce. #StocktonToMalone