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8W di fila per i Cavaliers in volata contro i Raptors, tonfo Spurs e colpaccio Heat a Phoenix. OK il debutto di KD35 in casa

35 punti per LBJ (o.canada.com)
35 punti per LBJ (o.canada.com)

TORONTO RAPTORS @ CLEVELAND CAVALIERS 101-105: alla Quicken Loans Arena va di scena uno dei big match della notte tra i Cavaliers, quinta forza ad est con 12-7, e i Raptors, ancora capolista della medesima conference con 16-6. Cleveland in back-toback dopo la “reale” partita di New York contro i Nets e sempre a caccia dei migliori set di gioco possibili. Toronto, invece, seppur priva della stella DeRozan, cerca di mantenere la testa della classifica. La partita rimane in equilibrio per buona metà del primo quarto, prima di inclinarsi dalla parte degli ospiti grazie ad una percentuale pazzesca dal campo nel primo periodo (67%). Il problema per Cleveland resta la difesa: vengono concessi tagli agli esterni senza un minimo di copertura, viene permesso ai lunghi avversari di dominare in area (come farà Valanciunas per tutta la serata). Nel secondo quarto questa situazione fa andare James in escandescenze tanto da urlare contro una difesa troppo aperta e remissiva. La scossa non arriva solo a parole ma LeBron ruba, va in campo aperto e dimostra che se si difende si segna. Il primo tempo si chiude sul punteggio di 63-55 Raptors. Tornati in campo, la musica inizialmente non sembra cambiare. La situazione rimane la stessa, con i lunghi dei Raptors che banchettano nel pitturato dei Cavs. Stavolta è Amir Johnson, su invenzione di Lowry, a depositare i due punti del +11. Nei momenti di estrema difficoltò, i Cleveland Cavaliers sono il numero 23. LeBron James, infatti, inizia a creare il panico nella difesa Raptors, trascinando i suoi sul -7 a 6’ dalla fine. L’inerzia sembra essersi spostata definitivamente e i padroni di casa pareggiano i conti grazie alla solita tripla dall’angolo di Love, assistita da Irving. 97-97, 3:50 da giocare. Nell’ultimo minuto succede di tutto ma l’azione che decide la partita è quella firmata ancora una volta dal padrone di casa, LeBron James, con una tripla frontale che manda in visibilio l’arena. L’ultimo grande sforzo lo compie Tristan Thompson che accetta il cambio su Lowry e lo costringe a prendere un tiro pessimo. Game, set & Match. Ottava vittoria consecutiva per Cleveland che scavalca Chicago, si piazza al terzo posto e va all’inseguimento della vetta dell’est.

TORONTO RAPTORS (16-6): Ross 18, A. Johnson 10, Valanciunas 18 + 15 RT, Fields 4, Lowry 16 + 14 ASS, Patterson 12, Williams 6, Vasquez 3, Hayes 2, J. Johnson 12.

CLEVELAND CAVALIERS (13-7): James 35, Love 17, Varejao 8, Marion, Irving 13 + 10 ASS, Waiters 18, Thompson 8, Dellavedova 6, Jones.

 

MILWAUKEE BUCKS @ OKLAHOMA CITY THUNDER 101-104: alla Chesapeake Energy Arena c’è il pienone perchè fa il suo debutto casalingo un tale Kevin Durant. Sembra tuffarsi indietro nel tempo, quando la coppia Westbrook-Durant mieteva vittime a destra e a manca. Il primo quarto è sintomatico di questo passato, anche se dall’altra parte dei tostissimi Bucks non mollano e reggono dopo ogni colpo inflitto dai padroni di casa. Jabari Parker si fa conoscere anche dall’MVP realizzando, nel secondo quarto, il canestro che vale il primo sorpasso Bucks (38-36). Coach Brooks decide di giocarsi subito la carta del “doppio-playmaker” e i risultati sono immediati: contropiedi, campo aperto e Westbrook e Jackson al ferro. Secondo quarto celestiale di OKC che chiuderà con 35 punti e andrà negli spogliatoi avanti di 9 lunghezze (52-61). Il break di metà partita non scuote però i Bucks che non riescono a ridurre lo scarto. Knight, per quanto abile, per l’intera serata non ha mai guardato negli occhi Westbrook perché praticamente l’ha sempre visto di spalle. Viene battuto puntualmente dopo il primo palleggio facendo andare in panne la difesa e gli aiuti che ne conseguono. Una risposta timida arriva da OJ Mayo che riporta la squadra al di sotto della doppia cifra di svantaggio ma a ricacciar dietro i Bucks ci pensa KD35 con la schiacciata a centro area e i soliti jumper dal mid-range. La partita viene vinta nel pitturato dai Thunder con una differenza di rimbalzi di +23 (31 Bucks vs 54 OKC). KD e Westbrook combinano 51 punti con 15/27 dal campo.

MILWAUKEE BUCKS (11-12): Antetokounmpo 17, Parker 15, Sanders 6, Mayo 18, Knight 9, Pachulia 7, Dudley 8, Middleton 7, Bayless 11, Marshall 3.

OKLAHOMA CITY THUNDER (8-13): Durant 23, Ibaka 15, Adams 4, Roberson 2, Westbrook 28, Lamb 6, Jones 5, Perkins 5, Morrow 6, Jackson 18, Thomas, Smith 2.

 

Season high per CB1: 34 punti (espn.go.com)
Season high per CB1: 34 punti (espn.go.com)

MIAMI HEAT @ PHOENIX SUNS 103-97: equilibrata, viva e intensa la partita dell’US Airways Center di Phoenix dove arrivano i Miami Heat di Wade e Chris Bosh. Match giocato bene da entrambe le squadre, soprattutto nella seconda metà di gara. L’inizio di gara è in salita per i padroni di casa che non riescono a fermare un chirurgico Chris Bosh, autore di 10 punti nei primi 12’. La verve offensiva di Miami si placa nel secondo quarto, mettendo a referto appena 18 punti e permettendo rimonta e sorpasso ai Suns grazie a Green e ai gemelli Morris. Da segnalare una pazzesca stoppata di Plumlee su Wade (la potete trovare tra i video recenti delle nostra home). Si va alla pausa lunga con Phoenix in vantaggio di 5 lunghezze ma non appena si torna sul parquet, il padrone della partita diventa CB1: realizza 14 punti nel solo terzo quarto, segnando praticamente tutto ciò che lancia verso il canestro. Phoenix, però, resiste alla furia Bosh con un paio di triple di Morris (chiuderà con 25, career high). Si mette a lavoro anche Wade ad inizio quarto quarto con l’and-one che vale il +1 grazie al libero convertito (85-84). Ritorna prorompente sulla scena il miglior giocatore della serata. Parliamo ancora di Chris Bosh che mette a segno 10 punti nell’ultimo quarto e ben 7 consecutivi nel finale, con jumper dalla media e tiri pesanti dalla lunga distanza. La sua ultima bomba vale il +7 Miami con 1:40 da giocare. Colpaccio, dunque, per i Miami Heat che espugnano Phoenix e si confermano al settimo posto. Per i Suns, invece, è la terza sconfitta consecutiva e la quinta tra le mura amiche.

MIAMI HEAT (10-11): Deng 23, McRoberts 10, Bosh 34, Wade 16, Cole 10, Chalmers 4, Williams, Napier, Ennis 4, Haslem 2.

PHOENIX SUNS (12-11): Tucker 3, Morris 17, Plumlee 2, Dragic 14, Bledsoe 4, Morris 25, Green 19, Len, Tolliver 9, Ennis 2.

 

SAN ANTONIO SPURS @ UTAH JAZZ 96 – 100: Salt Lake City, Utah, alla Energy Solutions Arena arrivano dei San Antonio Spurs in piena corsa per scalare posizioni, reduci da 10 vittorie nelle ultime 11 gare. I padroni di casa, invece, devono far i conti con l’ennesimo problematico avvio di stagione. Neanche sotto gli occhi vigili e attenti di Jerry Sloan, la leggenda vivente della franchigia, e senza Parker, la melodia che suonano i nero-argento non cambia mai e non stanca mai gli occhi, con una circolazione di palla rapida, veloce, intelligente e unica a questi livelli. I Jazz, invece, si affidano molto di più all’estro dei singoli giocatori, pescando discreti jolly che permettono alla squadra di coach Snyder di restare a contatto. Un primo tempo molto equilibrato di chiude col punteggio di 43-44 Jazz. La seconda metà di gara sorride ai padroni di casa che allungano sul +8 grazie ad un più che positivo Favors. Il controparziale Spurs (10-2) è immediato e gli uomini di Popovic pareggiano i conti a quota 69, quando mancano 100 secondi alla fine del terzo periodo. L’ultima azione del quarto è significativa: Manu penetra, alza la parabola contro Gobert, tiro corto, lotta a rimbalzo che premia Utah grazie ad un fallo, inesistente, attribuito a Baynes. Popovich va su tutte le furie, entra in campo e per somma di tecnici viene espulso. Messina prende il controllo. Ultimo quarto senza il proprio capo allenatore per gli Spurs. Ma se va via un veterano come Pop, uno resta in campo: Tim Duncan continua a portare a scuola quasi tutti i lunghi della Lega e accorcia lo scarto tra le due squadre. L’attacco Spurs, però, si inceppa e le tante palle perse portano a comodi canestri avversari. Favors e Hayward diventano padroni del finale e i Jazz ottengono una prestigiosa vittoria 96-100.

SAN ANTONIO SPURS (15-6): Leonard 16, Duncan 23 + 14 RT, Bonner 5, Green 13, Joseph 7, Ginobili 10, Diaw 7, Belinelli 13, Baynes 2.

UTAH JAZZ (6-16): Hayward 20, Favors 21, Kanter 12 + 15 RT, Burks 14, Burke 8, Booker 6, Hood 7, Exum 6, Gobert 6, Ingles.

 

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Salvatore Malfitano Classe ’94, napoletano, studente di legge e giornalista. Collaboratore per Il Roma dal 2012 e per gianlucadimarzio.com, direttore di nba24.it e tuttobasket.net. Appassionato di calcio quanto di NBA. L'amore per il basket nasce e rimarrà sempre grazie a Paul Pierce. #StocktonToMalone