LA LAVAGNA - Chin Overload Spread: ovvero come i Mavs si preparano al dopo Nowitzki
Certo parlare del post Dirk Nowitzki con ancora gli occhi pieni della prestazione contro i Portland Trail Blazers potrebbe risultare anacronistico. Tuttavia, vuoi per l’età non più verdissima di ‘Wunderdirk’, vuoi per un logorio fisico incalzante (nonostante la maniacale cura del proprio fisico e la spaventosa etica del lavoro del tedesco) pensare ai Dallas Mavericks del futuro senza la propria stella è un guardare in faccia alla realtà. Come, del resto, sta facendo già da qualche tempo coach Carlisle che ha già predisposto un set offensive che prescinde dal numero 41.
La ‘Chin Overload Spread’ nasce come un gioco a due per sfruttare le qualità atletiche di SG e PF particolarmente dotate da questo punto di vista. E non è un caso, quindi, che fosse molto utilizzato già quando del roster dei texan facevano parte due come Shawn Marion (ritiratosi) e Vince Carter (oggi ai Grizzlies), i deputati a giocare in coppia: l’autore del consegnato iniziale in punta era poi quello che andava a raccogliere il lob sfruttando il blocco a centro area del lungo.
Non mancano nemmeno le alternative in caso di lettura preventiva della difesa, come il ribaltamento sul lato debole dopo il consegnato, per un comodo tiro dall’angolo piedi per terra, il pick and roll con il lungo che porta il blocco (tanto con il jumper dalla media che con il pocket pass sotto canestro) o lo scarico all’uomo libero sul perimetro dopo aver costretto la difesa a collassare sul giocatore con la palla in mano.
Tutto si può dire, quindi, tranne che Carlisle non sia un tipo previdente. Anche se un conto è giocare senza Nowitzki per qualche minuto predisponendo un set apposito; un altro sarà rimodulare il proprio playbook senza quella favolosa arma offensiva che è il figlio prediletto di Wurzburg.