ROTY Rush #15 - La guida al rookie dell'anno
D’ANGELO RUSSELL – Troppo facile menzionare la devastante prestazione messa a segno contro i Brooklyn Nets qualche giorno fa (con 39 punti a referto e 8-12 dall’arco), ma basterebbe anche solo questo per capire la continua crescita del playmaker pronto a prendersi il futuro dei Lakers. Fortunatamente si possono tranquillamente citare i 15 punti contro i Bulls, i 24 a Denver e i 44 nella doppia sfida con i Grizzlies per rendere ancora più chiara la situazione attuale che vede Russell scalare posizioni verso la vetta dell’attuale classe di rookie, col rammarico di non avere il tempo per colmare la distanza che gli permetterebbe di diventare un serio pretendente al premio di migliore dell’anno.
KARL-ANTHONY TOWNS – Mese di febbraio semplicemente mostruoso quello concluso dal centro dei Minnesota Timberwolves, sempre più vicino ad essere eletto rookie dell’anno in quella che potrebbe essere ricordata l’annata con più unanimità a riguardo. Le cifre di media sono quelle dei grandi campioni, con un 21.1 ai punti e 11.8 ai rimbalzi che viene ulteriormente arricchita dal 53.7% di tiri dal campo. Chiedere ai Knicks (24 punti subiti), ai Celtics (28) e soprattutto ai Pelicans (30) per avere importanti testimonianze su come non solo Towns si stia prendendo la leadership della franchigia, ma come punti nei prossimi anni a diventare tra i giocatori più dominanti della lega.
JAHLIL OKAFOR – Situazione sempre più complicata invece per Okafor, che vede crescere problemi che in realtà hanno poco a che fare con il suo rendimento. Il primo è ovviamente il rendimento di squadra, tra i peggiori della storia della lega, mentre il secondo è qualche sfortunato infortunio di troppo, che più di una volta lo hanno tenuto fermo e che gli hanno fatto saltare proprio le due ultime partite. Sul campo invece solo certezze per lui nel mese di febbraio, che lo hanno visto superare i 15 punti in 5 delle ultime sei gare giocate, con il picco raggiunto nella sfida casalinga contro i Mavericks, che sono stati vittime della sua prestazione da 31 punti (ovviamente inutili, vista la sconfitta dei 76ers).
KRISTAPS PORZINGIS – Periodo di leggerissima flessione per l’ala grande dei Knicks, che ha alternato buone prestazioni ad altre decisamente opache. Solitamente una certezza dal punto di vista realizzativo, resta particolare sentire di un Porzingis sotto la doppia cifra in metà delle partite giocate dai Knicks, fermo restando che nelle rimanenti gare il lettone ha comunque portato a casa quasi i 20 punti di media. Nulla di eccessivamente preoccupante, anche se vede ulteriormente aumentare il gap che lo divide da Towns, come detto impegnato a consolidare il suo primato tra i rookie. Anche se non arriverà nessun premio nella sua prima annata NBA, i Knicks si possono dire decisamente soddisfatti del rendimento del ragazzo europeo, pronto a confermarsi nelle ultime gare di regular season che tetano alla franchigia.
NIKOLA JOKIC – Continua a convincere il centro dei Denver Nuggets, che nonostante le tante sconfitte e l’infortunio del leader di squadra Danilo Gallinari, hanno un buon motivo per sorridere. Scongiurato il pericolo di un brutto stop dopo la gara contro i Kings (che lo ha visto uscire dopo soli tre minuti di gioco), Jokic ha concluso il mese di febbraio con le solite prestazioni soddisfacenti sia in fase realizzativa che a rimbalzo, non risparmiando doppie doppie in svariate gare. Il match in copertina per lui nelle ultime settimane resta quello contro i Celtics proprio nella gara successiva a quella di Sacramento, dove ha messo a referto 23 punti e 13 assist, nonostante la vittoria sia andata a Thomas e compagni. Le speranze di una postseason sembrano minime, ma l’ultimo quarto di stagione può ancora riservare qualche soddisfazione al serbo.
MYLES TURNER – Chi invece ha più di qualche speranza di vivere i prossimi playoff da protagonista è Myles Turner, sempre più punto fermo nelle rotazioni dei Pacers. Il ragazzo proveniente dall’università del Texas, continua a portare punti importanti alla franchigia, riuscendo a trovare più della doppia cifra di media per punti dopo l’All-Star Weekend e soprattutto di offrire prestazioni rivedibili solo nelle sconfitte subite contro Cavs e Trail Blazers. Il gioco dei Pacers sembra essere in crescita per questo finale di stagione e se anche Turner si concede partite come quella di New York, chiusa con 24 punti all’attivo, ecco che le ambizioni in una Eastern Conference sempre più equilibrata possono salire.