"In Eurocup per l'impresa, in Coppa non meritavamo di perdere. E sogno le Olimpiadi": intervista a Peppe Poeta
Sempre al di sopra delle aspettative. Cominciando dalla sua carriera, fino alla stagione attuale con Trento, una favola del basket italiano, che non sempre ha lieto fine. Nel frattempo, però, Peppe Poeta si sta divertendo. A due punti dalla finale di Coppa Italia, nella sconfitta in semifinale con Avellino, sesto posto in Serie A e a poche ore dagli ottavi di finale di Eurocup, è comunque rilassato e soddisfatto.
Andiamo per ordine. In Coppa Italia avete sfiorato la finale. E, per l’ennesima volta, di Trento si è detto: “Sono bravi, però…”.
<<E’ sempre così. Però va detto che il bicchiere è mezzo pieno. Avremo anche mancato la finale, ma gli obiettivi minimi che ci eravamo posti ad inizio stagione sono stati ampiamente superati. In Coppa, ci tenevamo a superare il primo turno e per poco non giocavamo per vincerla; in Eurocup siamo agli ottavi e in Serie A siamo in piena zona playoff. E comunque con Avellino potevamo e dovevamo vincere: avevamo più energia, avevamo preso più rimbalzi (46-36), recuperato più palloni (11-6) e persi di meno (14-18).>>
Allora com’è che fra campionato e coppa non siete mai riusciti a battere la Sidigas?
<<Sono più esperti, sanno come si vincono le partite importanti. Trento è un gruppo più giovane. Poi hanno saputo sfruttare le nostre debolezze, mettendo in difficoltà Pascolo e Wright su cui facciamo molto affidamento. Hanno chiuso l’area, ci hanno dato poco ritmo: sono stati bravi a preparare bene la partita e a segnare i canestri decisivi.>>
Almeno, però, potete godervi la crescita, sempre più visibile, di Flaccadori.
<<Diego è un talento puro, sta crescendo benissimo. Ha voglia di imparare, è molto umile. Ci sono troppi riflettori puntati su di lui, deve maturare con serenità: la tranquillità di poter sbagliare è necessaria per migliorare.>>
Ok, non facciamo domande sul suo futuro allora.
<<Dico sempre anche a lui di non guardare troppo in là. Ha 19 anni, ha minuti importanti in Serie A e in Eurocup, deve godersi il momento. I risultati arriveranno sicuramente.>>
A proposito di Eurocup, stasera giocherete col Saragozza, che in campionato se la sta passando davvero male (14° su 18 squadre).
<<E così vorresti dire che adesso i favoriti siamo noi? (Ride, ndr). Parlando sinceramente, credo che loro restino favoriti. Hanno molta fisicità e cinque lunghi di livello. Sulla posizione in classifica ha influito l’aver cambiato allenatore e l’infortunio di Diener. Poi, hanno lo stesso nostro record di 11-5 in Eurocup, quindi come noi hanno fatto un percorso incredibile. In più, però, hanno giocatori esperti: dalla loro panchina esce gente come Jelovac o Norel. Ciò non toglie che possiamo toglierci qualche soddisfazione.>>
Per Milano, invece, è un po’ più dura contro il Banvit, 5° su 16 in Turchia.
<<Sì, ma l’Olimpia è illegale. Sono la squadra più forte di tutta l’Eurocup, forse solo il Kazan si avvicina al loro livello. Basti pensare che la Coppa Italia l’hanno vinta senza rischiare troppo, pur non avendo a disposizione Gentile e Barac, con Kalnietis che non aveva nemmeno recuperato del tutto. In finale sono sempre stati in controllo.>>
Diamo uno sguardo al di là dell’oceano. Bargnani ha appena risolto il suo contratto con i Brooklyn Nets, e adesso si trova davanti al solito dilemma: restare in America con un ruolo marginale, o tornare in Europa da protagonista.
<<Io non andrei mai via dall’NBA. Capisco, però, che possa pensare di tornare qui; dopo 10 anni in America, in un momento in cui non ha la stessa importanza di inizio carriera, lo trovo comprensibile. Ma per tornare in Europa c’è sempre tempo.>>
Nella confusione di fine mercato, si era parlato di una trade in cui poteva essere coinvolto Gallinari. Dopo aver avuto un’altra conferma di un progetto poco definito (e vincente) a Denver, sarebbe giusto andar via?
<<In questo momento, i Nuggets sono il contesto migliore per Danilo. Città e staff lo adorano, e lui è un franchise-player. Cambiare avrebbe senso nel momento in cui arriva un’offerta da Golden State, San Antonio, Cleveland o i Clippers, perché sono squadre che ogni anno progettano per vincere e Gallinari è un vincente. Non gli interessano le statistiche.>>
Sta facendo, appunto, una stagione straordinaria. Tanto che si parlava di mandarlo all’All-Star Game. Tu gli sei più vicino: come ha vissuto i giorni delle votazioni? Ci ha creduto?
<<Ci teneva ad esserci, sarebbe stato pazzesco, ma sapeva che era difficile. Era consapevole che con i voti non ci sarebbe mai arrivato. L’Italia appassionata di basket si riduce a un numero troppo ristretto di persone. Poi, non dimentichiamo che se si guarda ai grandi esclusi ad Ovest ci sono anche giocatori del calibro di Nowitzki e Lillard. Magari ad Est avrebbe avuto più speranze sicuramente.>>
A Sacramento per qualche giorno hanno sostenuto che i Cavaliers erano pronti ad arrivare a Belinelli via trade. Cioè Marco poteva trovarsi a giocare con LeBron James.
<<Non mi sorprende, Beli si è fatto un nome all’interno della Lega. Sa dare un contributo importante sia quando esce dalla panchina, sia quando parte in quintetto. E’ un go-to-guy. Se fosse stato vero l’interesse di Cleveland, sarebbe stato più che giustificato.>>
Capitolo Nazionale. In estate c’è il preolimpico, l’Italia ha cambiato coach e l’anno scorso non sei partito per l’Europeo. Sei stato anche rimpianto da tanti tifosi, che avrebbero voluto te al posto di qualcun altro.
<<Il mio rapporto con la Nazionale, succeda quel che succeda, resta comunque bellissimo. Specialmente se penso di aver raccolto già 122 presenze in azzurro. Quindi prendo tutto ciò che di buono può arrivare ancora, non sempre si può essere tra i tre migliori playmaker italiani. E’ presto per pensarci, ma un preolimpico e, eventualmente, un’olimpiade sarebbe la ciliegina sulla torta per la mia carriera.>>
In estate, oltre al preolimpico, ti scadrà anche il contratto. Idee sul futuro?
<<Al momento non ci penso proprio. Ho avuto sempre contratti lunghi, ma adesso preferisco godermi il presente. Fisicamente sto bene e a Trento ho trovato la mia dimensione.>>
NBA24 tiene a ringraziare Peppe Poeta e l’Aquila Basket Trento, nella persona di Rudy Gaddo, per la disponibilità e la cortesia, non comune a tutte le società di Serie A Beko.
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