Il quarantello di Curry stende Miami, colpo Hawks a Washington. Cousins vince la sfida contro Davis
ATLANTA HAWKS @ WASHINGTON WIZARDS 107 – 102: scontro di alta classifica ad Est dove i secondi della classe, ovvero sia i Wizards, affrontano la squadra col quarto miglior record della conference. La partita si mette subito sui binari giusti per gli uomini di coach Budenholzer che, grazie a Jeff Teague, mettono a segno un parziale di 13-6. La difesa Hawks ha vita facile anche perché aiutata da delle pessime percentuali al tiro da parte dei padroni di casa. Nei primi due quarti, praticamente, solo Wall riesce a portare a punti la squadra con Beal e Pierce che arrancano numericamente parlando. La scossa offensiva arriva dalla panchina con Drew Gooden che impegna Al Horford nella lotta a rimbalzo. Il pari a quota 39 arriva dalle mani di Wall che con un open shot segna da 3 punti con l’aiuto palese degli dei del basket. Si va negli spogliatoi con gli ospiti avanti di un solo possesso. Gli dei del basket si ripetono, assistendo un fadeaway jumper di Pierce che sembra lungo ma che alla fine si adagia a canestro dopo aver ballato sul ferro per un po’. Sono due punti storici per The Truth che “passing the Logo”, ovvero sia sorpassa Jerry West nella classifica dei marcatori ogni epoca (17esimo Paul Pierce a quota 25.202; 18esimo Jerry West con 25.192 punti in carriera). La situazione spenta, poco attiva e inusuale di Washington si aggrava quando Jeff Teague decide di fare tutto da solo e di chiudere una splendida partita con 28 punti ma anche con delle preziose 3 assistenze nel finale. Il punto esclamativo è firmato da Paul Millsap con la bimane che vale il +11 (94-83) a 2:30 dalla fine. Per gli amanti delle statistiche, Kyle Korver chiude una delle rare serate con 0 triple a referto, mentre dalla panchina Mack e Scott producono rispettivamente 14 (in 19’) e 17 punti (in 22’).
ATLANTA HAWKS (7-5): Carroll 11, Millsap 17 + 11 RT, Horford 7, Korver 2, Teague 28, Antic 5, Schroeder 4, Sefolosha 2, Mack 14, Scott 17.
WASHINGTON WIZARDS (9-4): Pierce 14, Humphries 7 + 10 RT, Gortat 12 + 11 RT, Temple 5, Wall 21 + 13 ASS, Beal 13, Porter 6, Gooden 12, Seraphin 2, Miller 4.
GOLDEN STATE WARRIORS @ MIAMI HEAT 114 – 97: altro match di rara bellezza quello andato in scena all’AmericanAirlines Arena di South Beach, Miami. Gli Heat, orfani ancora di Wade che salta la settima partita consecutive per via dei soliti problem al ginocchio, ritrovano però Norris Cole, rispedito immediatamente nel quintetto da coach Spo, utilizzando Chalmers da guardia. Coach Kerr non si fida per niente dei Miami Heat e decide di mettere immediatamente in ritmo la sua arma principale, la point guard col numero 30. La partenza a razzo è per entrambe le squadre con il predetto Curry da una parte e con un Chalmers in gran serata. Le sue due triple a fil di sirena regalano a Miami il + 10 (26-36). I padroni di casa da 3 punti non sbagliano quasi mai e anche Bosh si iscrive alla lista dei realizzatori dall’arco, facendo registrare il massimo vantaggio di 15 lunghezze (36-51). Ma dalla metà del secondo quarto la partita ha un nuovo padrone, leader di punti, di assist e soprattutto di triple mandate a bersaglio: Stephen Wardell Curry. Ogni volta che super la metà campo difensiva manda in panne la difesa di Miami grazie ad un ball-handling degno davvero di Pete Pistol. Cerca di ridurre lo scarto ma c’è ancora qualche ingranaggio inceppato e Miami può andare in contropiede come nella situazione in cui Chalmers dal nulla inventa un passaggio alla Magic per Deng che conclude in campo aperto. Gli altri Warriors si svegliano solo nel finale di primo tempo e riducono notevolmente lo scarto fino ad arrivare, grazie al jumper di Thompson, sul -3. L’inerzia è decisamente dalla parte dei giallo-blu che si portano in vantaggio all’inizio del terzo periodo e continuano imperterriti a segnare da 3 punti. Delle 8 triple finali di Curry, la più incredibile è quella a metà quarto, quando raccoglie praticamente la palla da terra e in meno di un secondo ha già lasciato partire lo swarovski che toccherà solo la rete. Miami resta comunque a contatto grazie a Bosh, Deng e Napier ma ogni volta che cercano la zampata per agguantare il pari, arriva Mr. Splash e rovina la festa. Miami tocca anche il -1 con la schiacciata di Ennis ma c’è poco da fare, Golden State tira col 57.3% dal campo e il 46.4% da 3 punti. Game, set & match: 114-97 il finale con Curry che “quarantelleggia” regalando la sesta W di fila ai GSW.
GOLDEN STATE WARRIORS (11-2): Barnes 12, Green 11, Bogut 8 + 10 RT, Thompson 24, Curry 40, Iguodala 5, Speights 8, Barbosa 2, Rush, Livingston 4, Holiday.
MIAMI HEAT (8-7): Deng 16, Williams 11, Bosh 26, Chalmers 14, Cole 4, Ennis 8, Napier 10, Haslem 4, McRoberts 4, Hamilton.
SACRAMENTO KINGS @ NEW ORLEANS PELICANS 99-89: Boogie Man vs AD, DeMarcus Cousins contro Anthony Davis è lo scontro più emozionante di questa notte NBA. Anche senza Collison e Gay, partono decisamente meglio i Kings guidati da una difesa solida, attiva e sempre pronta a lanciarsi in contropiede. Ben MacLemore esemplifica al massimo questo concetto, essendo forse il giocatore che nel minor tempo possibile capovolge un’azione difensiva in una offensiva. Dopo 6 minuti il vantaggio è già in “double-digit” (12-2), mentre Cousins nel resto del quarto sfrutta ogni singolo mis-match che gli viene concesso, proprio come in occasione di un post basso contro Anderson. Schiacciata e ferro a casa. Evans e lo stesso Ryan Anderson nella seconda metà del quarto azzerano il vantaggio dei Kings, i quali restano orfani di coach Mike Malone per via della sua espulsione che fa seguito a delle spropositate proteste. Si va negli spogliatoi col punteggio di 49-49 e un head coach in meno. Nel secondo tempo, però, torna a regnare Boogie Man che, sebbene avesse contro due colossi come Asik e Davis, mette a segno la sua 11esima doppia doppia stagionale con 22 punti e 12 rimbalzi. In soccorso a Cousins arriva proprio chi non ti aspetti: Omri Casspi! Il suo secondo tempo è di gran spessore, solidità difensiva e anche responsabilità, vista la mancanza di una punta offensiva valida come Rudy Gay. I Pelicans non riescono a replicare con la stessa facilità e Ramon Sessions da 3 punti chiude la partita portando i suoi sul + 14 a 4’ dalla fine. Game, set & match: 99-89 Kings che scavalcano i Clippers e allungano dagli stessi Pelicans.
SACRAMENTO KINGS (9-5): Casspi 22, Thompson, Cousins 22 + 12 RT, McLemore 10, Sessions 15, Williams, McCallum 12, Stauskas 9, Landry 9.
NEW ORLEANS PELICANS (7-6): Miller, Davis 14, Asik 3, Evans 22, Holiday 11, Babbitt, Rivers 8, Anderson 20, Fredette 3, Withey 6, Salmons 2.