Anthony Davis: no ASG, no party. A rischio il contratto da 23 milioni
La star indiscussa dei New Orleans Pelicans, vale a dire “The Brow” Anthony Davis in estate ha firmato un contratto al massimo salariale da 145 in 5 anni.
Questo contratto, che dovrebbe entrare in vigore dall’anno scorso, è stato possibile secondo la “Rose Rule” che prevede che ad un giocatore può essere offerto il massimo salariale sole se è una scelta del primo giro che ha completato i suoi 4 anni di contratto da rookie, un giocatore scelto al secondo giro o undrafted che ha completato 4 anni di “servizio” nella NBA se accetta alcune clausole che metterebbero sul piatto fino al 30% dello stipendio del quinto anno di contratto. Questa clausole prevedono che il giocatore in questione debba:
-essere nominato nel primo, secondo o terzo quintetto All Star almeno 2 volte;
-votato come starter all’ All Star Game almeno 2 volte;
-nominato MVP almeno una volta.
Quando l’estate passata Davis ha firmato il contratto c’era chi vedeva in lui il prossimo MVP della stagione attualmente in corso, e invece complice l’andamento non entusiasmante dei suoi Pelicans e i suoi guai fisici (specialmente alle spalle e alla schiena) ora si trova indietro nei voti delle preferenze per l’ASG 2016 addirittura a Tim Duncan e al panchinaro dei Thunder Enes Kanter.
L’MVP ad occhio e croce non dovrebbe arrivare, ma rischia addirittura di vedersi mutilato il salario della prossima stagione.
Spesso si guarda alle convocazioni all’All Star Game come una semplice formalità o a un divertimento, per il nostro AD23 questa mancata presenza potrebbe costare diversi milioni.